Strage a Rizziconi: uccisi padre e due figli
redazione | Il 29, Ago 2012
Le vittime sono Reno Borgese di 48 anni, Antonio e Francesco Borgese di 27 e 21 anni
Strage a Rizziconi: uccisi padre e due figli
Le vittime sono Reno Borgese di 48 anni, Antonio e Francesco Borgese di 27 e 21 anni
Tre persone, Reno Borgese di 48 anni, e Antonio e Francesco Borgese, di 27 e 21 anni, rispettivamente padre e figli, sono state uccise a colpi d’arma da fuoco a Rizziconi, centro della piana di Gioia Tauro. Sulla dinamica del triplice omicidio indaga la polizia di stato che sul movente non esclude alcuna ipotesi. Il triplice omicidio e’ avvenuto la notte scorsa in una piazzetta davanti le scuole elementari del paese. Per uccidere Reno Borgese e i due figli e’ stata usata un’arma da fuoco, un fucile o una pistola. Sul posto si sono recati gli agenti della Mobile di Reggio Calabria e del commissariato di Gioia Tauro.
La polizia esclude, al momento, il movente mafioso per il triplice omicidio accaduto a Rizziconi, dove sono stati uccisi Reno Borgese ed i figli Antonio e Francesco. Le tre vittime erano tutte incensurate. Gli investigatori stanno verificando se il triplice omicidio sia accaduto al culmine di una lite o per altri fatti non collegabili però a vicende di ‘ndrangheta. Le indagini, dunque, almeno per il momento, seguono varie direzioni.
L’autore della strage compiuta la notte scorsa a Rizziconi, oltre ad uccidere Remo Borgese e i suoi due figli ha anche ferito un nipote dell’uomo, Antonino Borgese, di 29 anni, raggiunto da un proiettile ad una spalla. L’uomo è ricoverato nell’ospedale di Polistena e non è in pericolo di vita. Quando gli agenti del commissariato della polizia di Gioia Tauro e della Squadra mobile di Reggio Calabria sono giunti sul luogo del triplice omicidio hanno trovato a terra i cadaveri di Antonio e Francesco, mentre Remo e il nipote Antonino erano stati già portati nell’ospedale di Polistena da alcuni amici e parenti. Remo è giunto già cadavere mentre il nipote era ferito. Sul posto sono stati recuperati sette bossoli di pistola calibro 9, ma gli investigatori ritengono che i colpi sparati siano stati di più, almeno una decina, e che alcuni siano andati persi nella confusione che si è creata subito dopo la strage. Il triplice omicidio è avvenuto dopo la mezzanotte in una piazzetta di contrada Spina, una frazione di Rizziconi, in cui non ci sono locali. Nessuno avrebbe assistito al fatto, e nessuna forma di collaborazione è stata fornita agli investigatori. Remo Borgese ed i figli gestivano un’attività di riparazioni meccaniche e abitavano vicino al luogo del triplice omicidio.
Col passare delle ore si fa sempre più concreta negli investigatori l’idea che all’origine del triplice omicidio compiuto la notte scorsa a Rizziconi ci sia stata una lite per motivi banali e la polizia sta già seguendo una pista. Remo Borgese ed i figli, infatti, non solo erano incensurati, ma nei loro confronti non è mai emerso alcunché che potesse farli ritenere contigui ad ambienti criminali.
Una vasta macchia scura a testimonianza del sangue già lavato e altre tracce di sangue a macchie per una cinquantina di metri, segno di un disperato tentativo di fuga. Sono l’unica testimonianza rimasta della strage compiuta la notte scorsa a Rizziconi, nella quale sono stati uccisi Remo Borgese ed i figli Antonio e Francesco ed è stato ferito il nipote dell’uomo, Antonino. Teatro della strage uno spiazzo delimitato da un muretto in cemento realizzato accanto alla strada provinciale che unisce le varie frazioni di Rizziconi. Stamane sul luogo del triplice omicidio c’erano due pattuglie della polizia a presidiare la zona. Nessun curioso, nessun passante. Solo alcuni automobilisti che, attratti dalla presenza della polizia, rallentano e poi se ne vanno. Le uniche presenze sono quelle di quattro lavoratori extracomunitari che parlano tra loro ad un centinaio di metri dal teatro della strage. Sulla piazzetta l’unico ritrovo una baracca adibita a bar in occasione della festa di San Rocco che si è svolta proprio in questo luogo dal 16 al 19 agosto e che ieri era chiusa. A meno di 50 metri c’é l’abitazione della famiglia Borgese, una villetta a due piani di cui il piano superiore è ancora da ultimare e con i mattoni a vista, chiusa da una recinzione e alla quale si accede attraverso un cancello in ferro. Tutte le finestre stamane erano chiuse. Anche a Rizziconi, in paese, poca gente per le strade con la vita che sembra scorrere normalmente. Il sindaco, Giuseppe Di Giorgio, ha proclamato il lutto cittadino in occasione dei funerali. “Conoscevo molto bene le vittime – dice – e ricordo una famiglia dedita al lavoro e ricca di valori morali come sono i veri calabresi”. Remo Borgese ed i figli erano titolari di una carrozzeria con soccorso stradale e di un’agenzia di assicurazioni.
E’ già stato sentito dalla polizia Antonino Borgese, il giovane rimasto ferito nell’agguato compiuto la notte scorsa a Rizziconi nel quale sono stati uccisi lo zio Remo e i figli di quest’ultimo Antonio e Francesco. Sull’esito dell’interrogatorio gli investigatori della Squadra mobile di Reggio e del commissariato di Gioia Tauro mantengono uno stretto riserbo, ma non è escluso che il giovane possa avere fornito notizie utili per l’individuazione dell’autore del triplice omicidio. La polizia, intanto, sta cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Remo Borgese e dei figli. Un lavoro reso difficile dallo stato di choc in cui si trovano i familiari, che dopo essere stati sentiti nel corso della notte vengono adesso nuovamente ascoltati per cercare di ricavare indicazioni utili per le indagini.