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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 GENNAIO 2025

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Strage in mare a Crotone, oltre 100 i morti Scatta la solidarietà del mondo politico. Ecco l'opinione di Raiola, Rapani, Affidato, Alecci, Cgil, Garante della salute, Tavernise , Lo Schiavo , Straface , Scionti e Versace

Secondo le prime ricostruzioni l’imbarcazione si sarebbe spezzata a poche decine di metri dalla riva.

Potrebbero essere più di 100 le vittime del naufragio avvenuto questa mattina a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. Alle prime luci dell’alba, un barcone carico di migranti si è spezzato e rovesciato in mare, probabilmente a causa della violenza delle onde. Secondo alcuni superstiti sarebbero state circa 180 le persone a bordo. Per altri, molti di più: almeno 250. Tutto ciò che resta del barcone è un ammasso di legni, che si è depositato a riva dopo il naufragio. Ancora non è chiara l’esatta dinamica dei fatti. Secondo le prime ricostruzioni, pare che siano due i fattori che hanno portato al naufragio: da un lato, il sovraccarico del barcone; dall’altro, la violenza del mare – questa mattina piuttosto agitato – che avrebbe spezzato in due l’imbarcazione a una decina di metri dalla riva.

La ricerca dei dispersi
Sul posto sono intervenuti questa mattina i soccorsi della Capitaneria di porto e la Guardia Costiera, all’opera sia con alcune motovedette SAR classe 300, provenienti da Crotone e Roccella Jonica, sia con un elicottero della base aerea di Catania. A complicare le operazioni di soccorso e individuazione dei naufraghi ci sono anche le condizioni meteo particolarmente avverse. Dalle prime ricostruzioni, sarebbero circa un’ottantina i superstiti che, impossibilitati a chiamare i soccorsi, sono riusciti a sfidare le onde e raggiungere la costa a nuoto. In tarda mattinata, la Guardia Costiera ha recuperato 43 cadaveri, tra cui molti bambini e un neonato di pochi mesi. Secondo le autorità sono ancora tanti i dispersi. Per questo, nelle prossime ore, le ricerche continueranno anche con l’impiego di una squadra di sub proveniente da Messina. I soccorritori, però, ritengono improbabile che possano esserci ancora persone in vita disperse in mare. La ricerca, dunque, dovrebbe essere finalizzata più che altro al recupero dei cadaveri.

La chiamata alla Guardia di Finanza
Le autorità hanno fatto sapere che le vittime del naufragio di questa mattina provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. La loro imbarcazione – un caicco in legno – ha seguito la cosiddetta «rotta turca», una delle più battute del Mediterraneo. A far scattare l’allarme per la tragedia è stata una telefonata, arrivata intorno alle 4 di questa mattina, al reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Vibo Valentia. A causa di un inglese poco comprensibile, gli agenti non sono riusciti a farsi spiegare i dettagli di ciò che stava avvenendo a bordo dell’imbarcazione. Gli operatori della centrale operativa, però, hanno subito intuito che potesse trattarsi di un naufragio e hanno allertato i soccorsi.

Naufragio di migranti nel mar Jonio, il cordoglio del presidente di Unicef Calabria, il dottor Giuseppe Raiola

“Una distesa di lenzuola bianche sulle spiagge della nostra costa, simbolo del fallimento di una umanità che non sa accogliere e aiutare, e non riesce più a proteggere gli essere più fragili: i bambini. Aggrappati al seno delle mamme, strappati alle braccia dei papà, anche oggi è morta l’innocenza tra le decine di migranti che hanno perso la vita scappando da miseria, guerra e violenza, mentre cercavano un futuro migliore e invece hanno trovato la morte. Non ci sono parole per esprimere il dolore e il cordoglio per questa tragedia”. E’ quanto afferma il presidente di Unicef Calabria, il dottor Giuseppe Raiola.

“Dovremmo solo imparare dal silenzio, e sostituire i proclami con le azioni – afferma ancora il presidente del Comitato Unicef Calabria -. La rotta del Mediterraneo centrale – intrapresa ogni anno da decine di migliaia di donne, uomini e bambini in cerca di salvezza a bordo di barche fatiscenti – è diventata sempre più pericolosa e contraddistinta da un alto tasso di mortalità. Le persone in fuga da guerre, persecuzioni e carestie che tentano la traversata di questo mare sono sempre più esposte al rischio di morte a causa della progressiva scomparsa di entità – internazionali, governative e non governative – dedite al soccorso in mare. Questo è il momento del dolore, e proprio davanti a questa tragedia i Governi e l’Unione europea devono assumersi la responsabilità politica di agire affinché non si contino più i morti della migrazione, e soprattutto che tra questi non ci siano bambini, che continuano a pagare il prezzo più alto dell’incoscienza e della cattiveria degli adulti”.

Strage di migranti, Rapani: «Governo impegnato ad arginare il fenomeno. Per gli scafisti pene severissime»

ROMA «Tristezza, sgomento, rabbia e dolore per le vite di oltre sessanta migranti e una ventina bambini spezzate da scafisti criminali e senza scrupoli nel mar Ionio a largo di Crotone, morti mentre inseguivano il sogno di una vita migliore. I fatti di oggi rattristano ancor di più se pensiamo a quanto poteva essere e non è stato fatto dai governi precedenti. Una tragedia che si è consumata proprio nei giorni della conversione del decreto 1/23 sulla gestione dei flussi migratori, in cui il governo Meloni ha messo mano al cosiddetto “Decreto Ong”: regolamentare le attività di quelle imbarcazioni significa ridurre le possibilità che scafisti criminali le utilizzino come taxi del mare, speculando sulla pelle dei migranti. È questa una delle vie per arginare il business dell’immigrazione che, d’altro canto, può essere subìta o governata. L’Italia ha deciso di farsi ascoltare e di gestire il fenomeno migratorio, al contrario di quanto fatto dai governi di sinistra negli ultimi dieci anni. L’obiettivo primario, per Fratelli d’Italia e per il governo è quello di arginare le partenze e di interrompere le tratte di vite umane. Stiamo lavorando a progetti utili a fermare gli affari del mare ed i fenomeni migratori direttamente alla fonte, aiutando quei Paesi a progettare lavoro ed una qualità della vita migliore. Tutto quel circuito illegale che alimenta il traffico di esseri umani sia colpito da pene severissime e lunghe, senza sé e senza ma. E quell’Europa ambigua multilingua e multicultura che abbandona l’Italia nella gestione dei fenomeni migratori, assicuri aiuti veri e solidali». È quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani.

Non ci sono parole ma solo tanto dolore per questa ennesima strage di migranti in mare. Vite ingiustamente spezzate di uomini, donne e numerosi bambini, che cercavano solo un futuro migliore. Ancora una tragedia che non può lasciarci indifferenti. È sicuramente necessario che l’Unione Europea intervenga, fattivamente, nel controllo e nella gestione dei flussi migratori.

Michele Affidato

“Ambasciatore Nazionale Unicef

Consigliere regionale Alecci

Oggi è un giorno triste. Quello che è accaduto e sta accadendo sulla costa ionica, a Cutro, è una tragedia immane. Sono profondamente addolorato per la perdita di tante vite umane, tra cui molti bambini. Le immagini e le testimonianze che ci giungono dai vari canali raccontano qualcosa di straziante. Le urla dei bambini, delle donne, degli uomini ci lascia veramente senza parole. Non esiste ideologia o colore politico davanti a questa tragedia, davanti a tanto dolore. Domani cominceremo a cercare i colpevoli, ma oggi è il giorno del lutto, del cordoglio, della speranza di salvare altre vite. Un grande ringraziamento deve essere fatto ai soccorritori e alle Forze dell’Ordine che nonostante il persistere di condizioni meteo proibitive si stanno adoperando per la ricerca dei superstiti e l’assistenza ai sopravvissuti. Non possiamo restare indifferenti, dobbiamo fare di più, l’Europa tutta deve fare di più!

Naufragio migranti, il segretario generale della Cgil Area vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese: il dovere dell’accoglienza

CATANZARO – 26 FEBBRAIO 2023. “Mai come davanti ai corpi esanimi di donne, uomini e bambini anche piccolissimi ci torna utile quanto scritto da Seneca: il grande dolore è muto. Davanti a questa tragedia umana della portata enorme che irrompe nella nostra vita quotidiana, mentre rimaniamo in silenzio per piangere decine di vittime sulle spiagge della costa jonica, non possiamo non chiederci quanti morti dovremo ancora contare perché il Governo e l’Unione europea decidano di intervenire, andando oltre l’applicazione di misure preventive”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil Area vasta di Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.

“Una tragedia che arriva pochi giorni dopo l’approvazione alla Camera del recente decreto in materia di immigrazione, e che nel modo più doloroso richiama l’attenzione sull’urgenza di un’azione comune degli Stati in materia di migrazione, che prima di essere un “problema” economico e sociale, è una questione di umanità – afferma ancora Scalese -. Nell’esprimere, quindi, il cordoglio per la morte di decine di vittime innocenti, nell’attesa di una doverosa assunzione di responsabilità da parte dei soggetti istituzionali titolati, non ci resta che sottolineare l’importanza dell’impegno nell’accoglienza e nella protezione dei migranti e in particolare di quelli più vulnerabili, come minori soli, anche molto piccoli, mamme e bambini”.

Garante salute Regione Calabria

“Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto… Tutto quello che avete fatto a uno solo dei miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me” (Matteo 25,31-46)
Piangono senza parlare i circa 60 migranti superstiti del naufragio a Cutro, con lo sguardo fisso nel vuoto; una donna grida disperata il nome del figlio che non trova più.
Chissà cosa pensava quel piccolo angelo sull’imbarcazione della speranza, spezzata in due dalle onde, a Steccato di Cutro, nel crotonese.
Forse sognava un futuro diverso, fatto di giochi e divertimenti, non lo sapremo mai.
Oggi è il giorno del dolore per la Calabria e desidero esprimere la mia profonda, accorata e commossa vicinanza ai nostri fratelli coinvolti in questa tragedia.
Quanto accaduto rappresenta l’ennesimo segnale della drammatica situazione che migliaia di migranti sono costretti a vivere nel tentativo di raggiungere l’Europa, spesso a rischio della propria vita. È inaccettabile che in un’epoca in cui siamo in grado di compiere conquiste tecnologiche straordinarie, non si riesca a porre fine a questa tragica realtà.
L’Unione Europea ha una responsabilità cruciale rispetto al fenomeno migratorio, dovendo garantire l’accesso alle procedure di asilo e protezione internazionale per chi ne ha diritto, nonché promuovere politiche di sviluppo e cooperazione con i Paesi di origine dei migranti al fine di prevenire le cause profonde della migrazione forzata.
È necessario un approccio olistico e umanitario che ponga la dignità e i diritti dei migranti al centro delle politiche europee.
Il naufragio di Cutro rappresenta un duro colpo per la comunità internazionale e deve essere un forte richiamo a un impegno rinnovato per porre fine alle morti in mare e garantire una gestione sostenibile e umana del fenomeno migratorio.
In un momento così tragico, è importante mettere in campo iniziative di solidarietà, come i calabresi sanno fare e come già sta facendo il Governo regionale, per fornire ai sopravvissuti e alle famiglie, il sostegno, l ’assistenza medica e psicologica di cui hanno bisogno e fare il possibile per alleviare le loro sofferenze.
“Ieri sono stato salvato, oggi devo salvare gli altri. Non potrei fare altrimenti. Non si può più morire in mare per fuggire dal proprio paese in guerra… i lampedusani hanno sofferto con noi e ci hanno accolto come fratelli”.
Parole di Tadese Fisaha, l’unico tra i 155 sopravvissuti eritrei al naufragio al largo dell’isola di Lampedusa, dove il 3 ottobre 2013, 368 migranti trovarono la morte in mare, ad essere rimasto in Italia. Tadese oggi vive a Roma e aiuta altri rifugiati come lui.

Davide Tavernise consigliere regionale della Calabria

una narrazione reale e per una presa di posizione corale, fuori dai nazionalismi, verso un aiuto concreto dell’Europa all’Italia e dell’Europa a chi sfugge da guerre, carestie e persecuzioni politiche. L’Europa sia unita intorno a quella solidarietà che è valore condiviso da tutte le istituzioni democratiche”, così Davide Tavernise capogruppo M5S in consiglio regionale.

Antonio Lo Schiavo consigliere regionale della Calabria

Naufragio al largo del Crotonese, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo: «Governo riveda restrizioni sui salvataggi in mare»

«Ancora una tragedia della disperazione e della speranza. Questa volta così vicina alle nostre vite da lasciarci ancor più increduli e sgomenti. Quante morti innocenti serviranno ancora perché i Governi nazionali e l’Unione europea comprendano che non si può gestire un fenomeno di dimensioni umane, sociali e politiche così imponenti, con misure esclusivamente repressive ed egoistiche? Serve un’azione comune tra gli Stati, improntata alla responsabilità e all’umanità, che faccia in modo di evitare simili tragedie. Ma serve anche, da parte del Governo italiano, che sta facendo di tutto per limitare gli interventi di salvataggio in mare, un atto di consapevolezza rispetto a drammi che causano un immane dolore. Il mio pensiero va alle vittime e ai superstiti di questa ennesima strage, con un ringraziamento a chi, in queste ore, si sta spendendo senza sosta per soccorrere i naufraghi e fornire loro assistenza».

È quanto dichiara, in un intervento sui social, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo (Gruppo misto – Liberamente progressisti), in merito alla tragedia avvenuta lungo delle coste del Crotonese.

Naufragio a Crotone, Straface: «La tragedia deve imporre riflessioni sui fenomeni migratori»

Pasqualina Straface consigliere regionale della Calabria

REGGIO CALABRIA «Esprimo grande dolore per la tragedia consumatasi nel mare di Crotone che colpisce e commuove tutti. Bambini, donne, uomini, le cui vite sono state spazzate via dal mare per mano dell’uomo e di trafficanti senza scrupoli, devono trovare giustizia. Ho espresso al presidente della provincia di Crotone, Sergio Ferrari, umana e cristiana vicinanza». È quanto dichiara il consigliere regionale e presidente della terza commissione Sanità, Pasqualina Straface.

«Un ringraziamento particolare va a tutte le forze dell’ordine, ai soccorsi impegnati a Steccato di Cutro. Questa immane tragedia deve però imporre una riflessione rispetto ai fenomeni migratori, e soprattutto alle politiche attuate dall’Unione Europea che ormai da troppo tempo lascia il nostro Paese in balia delle onde. Ne va dei principi solidaristici. La Calabria, sempre pronta a fare la sua parte ed anche di più, è ormai da anni impegnata ed abituata ad accogliere migranti, famiglie, bambini, donne, uomini, che finiscono in pasto ai criminali sperando di rincorrere un futuro migliore. L’Ue e tutti gli Stati membri si adoperino nel sostenere l’Italia e le regioni più colpite come la Calabria e la Sicilia. Concordo assolutamente con il presidente della Regione, Roberto Occhiuto: dov’è l’Europa che dovrebbe garantire politiche solidali, dialogo con i Paesi d’origine dei migranti? Ci auguriamo che le politiche del governo, tese a frenare il fenomeno, trovino sbocchi immediati. Ma mentre l’Ue si nasconde, la Calabria è costretta a piangere le vite di decine di persone.

Segretario Regionale Fabio Scionti
Grazie e buon lavoro

Migranti, Calabria in Azione: “serve impegno Europeo per corridoi sicuri.”

Catanzaro – “Raccogliamo e condividiamo le parole del Presidente Mattarella. Sulle politiche di immigrazione l’Europa deve assumere piena responsabilità.
Il naufragio di migranti a Crotone pone nuovamente e tragicamente all’attenzione del Paese e della comunità internazionale la mancanza di una politica efficace sulle politiche migratorie, che non può essere solo Italiana e non solo tesa alla repressione del controllo dei trafficanti di essere umani.” Così in una nota il partito di Azione in Calabria guidato da Fabio Scionti.

E continua: “Riteniamo che l’impegno europeo di governo del fenomeno, sia attraverso una azione di diplomazia internazionale, di attivazione di corridori europei sicuri, ma soprattutto di controllo e di gestione dell’accoglienza per la reale integrazione dei migranti, non sia più rinviabile.”

“Non vogliamo più assistere a queste catastrofi nel Mediterraneo – conclude la nota – nè restare inermi davanti a queste tragedie di uomini, donne e bambini che cercano soltanto una vita migliore.”

Versace (Azione): “Tragedia di Crotone ci richiama alla necessità di assumere scelte serie e definitive sul dramma dei migranti”

“L’ennesima tragedia avvenuta a Crotone ci richiama al dramma dell’immigrazione sul quale non è più possibile rinviare decisioni. Occorre assumere serie e coscienziose politiche di coordinamento internazionale affinché il Mediterraneo smetta di essere un mare cimitero e diventi invece il mare del dialogo e della pace, come tutti auspichiamo”. E’ quanto afferma in una nota il sindaco facente funzioni della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dirigente regionale di Azione Carmelo Versace.

“Il tema dell’integrazione – ha aggiunto Versace – deve essere al centro dell’agenda politica regionale e nazionale, non possiamo più attendere oltre o assistere ad emanazione di decreti che pregiudicano la vita di questa povera gente che fugge dalla propria terra per fame o disperazione”.

“Il nostro Partito a livello nazionale Azione- Italia Viva-Renew Europe – ha spiegato ancora Versace – ha più volte chiesto la fine di questo continuo stillicidio ponendo la questione in maniera seria e responsabile, mettendo l’accento su una tragedia che colpisce anche la nostra comunità metropolitana di Reggio Calabria”.

“Da anni – aggiunge Versace – assistiamo a soluzioni tampone, che però non riescono ad affrontare la questione in maniera netta, ma continuano a rinviare il problema attraverso scelte poco coraggiose che spesso appesantiscono il nostro sistema Paese, ma senza mai risolvere definitivamente il dramma di migliaia di persone che ogni anno attraversano il Mediterraneo in condizioni disumane”.

“Sono convinto che su tematiche come queste non possano esistere divisioni ideologiche. Siamo piuttosto di fronte alla necessità di costruire ponti per quei territori capaci di trasformare un problema in risorsa mediante una reale politica di “integrazione” prima di tutto culturale e sociale, successivamente economica, non smettendo mai di ringraziare gli uomini delle forze dell’ordine che ci supportano nella gestione di queste importanti tragedie umanitarie”.

Foto di copertina: ANSA/SALVATORE MONTEVERDE