Strutture abusive su aree demaniali: «Danni ingenti». Indagata anche una dirigente del comune di Scalea
redazione | Il 22, Ott 2012
Otto strutture poste sotto sequestro preventivo, cento ettari coinvolti, danni all’erario per milioni di euro. Il procuratore di Paola parla di «illegalità diffusa». Anche chi era stato già condannato con sentenza definitiva non ha sgomberato il terreno: tra loro la dipendente pubblica che vi ha realizzato villetta con piscina
Strutture abusive su aree demaniali: «Danni ingenti». Indagata anche una dirigente del comune di Scalea
Otto strutture poste sotto sequestro preventivo, cento ettari coinvolti, danni all’erario per milioni di euro. Il procuratore di Paola parla di «illegalità diffusa». Anche chi era stato già condannato con sentenza definitiva non ha sgomberato il terreno: tra loro la dipendente pubblica che vi ha realizzato villetta con piscina
PAOLA (CS) – Otto strutture costruite abusivamente su terreni demaniali sono state poste sotto sequestro preventivo, a Scalea, nell’area dell’ex campo volo, su disposizione del procuratore di Paola Bruno Giordano. «C’è – ha detto il magistrato – un’illegalità diffusa. E’ da oltre un anno che stiamo lavorando per ripristinare la legalità in quest’area. Oltre 100 i lotti abusivi censiti. Abbiamo riscontrato di tutto: c’è chi ha utilizzato pezzi di terreno del demanio per coltivarlo, chi ha costruito fabbricati, altri capannoni e senza mai pagare nulla. Al termine di quest’inchiesta, a conti fatti, saranno milioni di euro che avremo fatto guadagnare all’erario».
Tra gli indagati per uso abusivo del terreno figura anche il dirigente dell’ufficio finanziario del Comune di Scalea che ha realizzato una villetta con piscina sul suolo demaniale: era stata già condannata e ora è nuovamente indagata. Al momento i casi riscontrati dalla procura sarebbero 14, riguardanti un’area di circa 100 ettari. La procura di Paola avrebbe riscontrato casi di occupazione di demanio pubblico, sul quale sarebbero state edificate abitazioni e ville, anche lussuose. In alcuni casi, si tratta di reati già passati in giudicato, ma le cui sentenze di restituzione del suolo demaniale non sarebbero mai state eseguite.