Strutture scolastiche ad alto rischio sismico
redazione | Il 28, Mag 2014
Lo denuncia Italia Nostra Onlus di Lamezia Terme
Strutture scolastiche ad alto rischio sismico
Lo denuncia Italia Nostra Onlus di Lamezia Terme
Strutture scolastiche costruite in aree ad alto rischio sismico e
idrogeologico, edifici che necessitano di manutenzione urgente e altri in
cui mancano certificati di agibilità e di prevenzione incendi. È questo
quanto emerso dal dossier Ecosistema scuola, da cui emergono forti ritardi
sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Un’emergenza permanente – spiega il rapporto – un fenomeno strutturale che
coinvolge l’Italia intera, ma che vede il sud e in particolare la Calabria
in una situazione ancora più drammatica. Il rapporto annuale ha analizzato
la qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia,
primaria e secondaria di primo grado di 94 capoluoghi di provincia. Come
spesso accade, il sud respira a fatica. Una fotografia dai toni chiaroscuri
che mostra quanto sia urgente intervenire in questo settore.
Nella classifica delle città capoluogo, i centri calabresi figurano nella
parte bassa della graduatoria: Catanzaro 74º, Crotone 85º, Reggio Calabria
78º (le altre province non hanno risposto alla ricerca). Nonostante il
23,3% degli edifici sia stato costruito tra il 1991 e il 2012 e l’età media
degli edifici sia più bassa rispetto a quella nazionale, in Calabria c’è
una maggiore necessità di interventi di manutenzione urgente (40,8% contro
il 37,6%), segno da un lato di condizioni di partenza peggiori, ma forse
anche della necessità di maggiori controlli e qualità sul nuovo che viene
costruito. In una regione con il 75,5% degli edifici in aree a rischio
sismico, sono soltanto il 20% quelli in cui è stata effettuata la verifica
di vulnerabilità sismica. Nessun edificio è stato costruito secondo criteri
antisismici e criteri di bioedilizia. E ancora: nonostante gli investimenti
sulla manutenzione siano nella media nazionale, solo il 20,4% degli stabili
è in possesso del certificato di collaudo statico e il 5% del certificato
di prevenzione incendi.
La questione degli edifici scolastici deve diventare una priorità
nell’agenda politica nazionale , regionale,comunale in primo luogo per
tutelare la salute degli studenti, ma anche e soprattutto per migliorare la
qualità dell’apprendimento scolastico, che risente fortemente delle carenze
strutturali degli impianti e dei servizi. Inoltre, troppo poca attenzione
viene riservata all’opportunità data dallo sviluppo delle rinnovabili e del
risparmio energetico ed idrico, nonostante le enormi potenzialità insite
nella nostra Regione. Tali interventi potrebbero ridurre i costi di
gestione degli edifici e migliorarne sostanzialmente la qualità, oltre che
innescare processi virtuosi con importanti ricadute anche occupazionali sul
territorio. I giovani sono una risorsa preziosa, che la Calabria deve
valorizzare con interventi concreti e con una politica attenta e
lungimirante.
Preoccupante la situazione del capoluogo regionale: a Catanzaro nessun
edificio scolastico è in possesso del certificato di agibilità e di
certificazione igienico-sanitaria. Crotone e Reggio Calabria pur
dichiarando di aver edifici scolastici in possesso di tali certificati non
hanno fornito indicazioni sul numero. Completano il quadro la carenza di
servizi di trasporto e di piste ciclabili, di progetti educativi, di piani
di sicurezza e prevenzione, di sistemi di raccolta differenziata nelle
mense scolastiche, mentre sono pochi (solo il 6,5%) gli edifici che
utilizzano fonti rinnovabili. Inoltre, sono decisamente insufficienti i
monitoraggi ambientali rispetto al rischio amianto ed elettromagnetico,
fonti di inquinamento che mettono a repentaglio la salute degli studenti e
dei docenti.
È utile sottolineare che l’ambiente scolastico influenza decisamente la
qualità dell’apprendimento. Secondo un recente rapporto dell’Ocse (Pisa),
in diverse aree della Penisola e in particolar modo nel Mezzogiorno le
competenze scolastiche degli studenti risultano scarse, paragonabili a
quelle dei coetanei dell’Est Europa.