Studio e conoscenza: strumento di liberazione per alunni Riflessione di don Leonardo Manuli
Ricordo una frase di un prete scomodo, don Milani 81923-1967), che ha lottato per l’emancipazione e la liberazione di tanti ragazzi. La sua scommessa era lo studio, la conoscenza, un profeta controcorrente, e oggi studiato per il suo metodo pedagogico, innovativo, e di altri tempi. Penso a tanti studenti, alle prese con gli esami di maturità, agli studenti universitari, il mio augurio è che lo studio non sia solo una fatica ma anche passione, di conoscenza, di cambiamento, di utopia, soprattutto, per dirla con don Milani, “liberazione”, per dare più umanità.
Chi scrive, ha avuto la gioia con i sacrifici dei familiari di un lungo percorso accademico, ma a tutti dovrebbe essere concesso di studiare, soprattutto a chi non possiede i mezzi economici. Don Milani lottava per questo, l’istruzione è un diritto, però la scuola è anche un luogo di formazione umana e sociale. Su un mio libro avevo annotato una frase a memoria e di cui sinceramente non conosco la provenienza: “Lo studio è fatica, fatica strettamente personale dove si è sempre soli”. In parte è vero, lo studio è un investimento a lungo termine, che darà i suoi frutti, l’importante è scommettere bene.
È fondamentale incontrare sulla propria strada dei docenti motivati, che hanno passione per la vita, che non trasmettano solo il sapere, e gli alunni siano assetati di scoprire il mondo. Un buon docente è soprattutto un educatore, egli può cambiare la vita di un alunno, nel bene e nel male, liberarlo dalle paure, ha una grande ed enorme responsabilità, nell’incoraggiare, nel sostenere, e indicare anche utopicamente come cambiare il futuro.
Desidero formulare ad ogni ragazzo l’augurio ad innamorarsi dello studio, a divorare i libri, rivolgendomi anche ai docenti, ad aiutare i ragazzi e i giovani a crescere come persone, avendo il coraggio di accompagnarli nei loro processi di approdo e di ripartenze continui, standogli accanto, ascoltandoli e scommettendo su di loro prima che questi si perdano. A volte, fa bene servire anche un “po’ di pane duro”, ma fatto con amore è una pedagogia vincente.
Penso che una parola oggi continua ad essere sovversiva, “liberare”, ha a che fare con la libertà, e per uno studente, questo significa poter criticare, vedere da un’altra prospettiva, andare contro il pensare comune e il sistema, e solo questo ci rende più umani e più prossimi a chi ci sta accanto. I nostri territori investono nella cultura? Le biblioteche sono aggiornate? Si invogliano i giovani ad informarsi, a leggere e scoprire le ricchezze locali? È una scommessa, anche per liberare la Calabria da tanti padroni, senza differenze dove tutti hanno uguale dignità.