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Sui costi della politica: i vitalizi dei consiglieri regionali

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di Francesco Aiello e Michele Mercuri

*Rende – Il recente adeguamento dei vitalizi regionali
calabresi all’incremento dei prezzi al consumo, ha catturato l’attenzione
di molti osservatori regionali e nazionali. La percezione ampiamente
diffusa è che le somme erogate mensilmente ai beneficiari di questa rendita
vitalizia siano poco eque, tant’è che il dibattito diventa rovente ogni
qual volta si discute del tema più generale legato ai costi della politica.

Le regioni erogano 3517 vitalizi a consiglieri e assessori regionali,
equivalenti nel 2016 ad una spesa totale pari a 157.4 milioni di euro. In
media, un percettore di un vitalizio riceve poco meno di 45 mila euro
annui, ossia 3700 euro al mese (al lordo della tassazione). Le regioni con
il maggiore numero di vitalizi sono la Sicilia e la Sardegna (310 e 311
rispettivamente, circa l’8% del totale). In Calabria, i vitalizi sono 185,
equivalenti al 5,3% dei vitalizi totali.

Il valore più elevato della rendita vitalizia si ha in Puglia, in cui i 208
percettori ricevono in media 72300 € annui (6025€ al mese). In questa
classifica, la regione Lazio si colloca in seconda posizione (59200€),
seguita dalla Sicilia (57382€), dalla Sardegna (55363€) e dal Trentino Alto
Adige (46683€). Le due regioni più “parsimoniose” sono l’Abruzzo (27334€)
e
la Toscana (26634€). In Calabria, il valore medio annuo del vitalizio
regionale è di 51042€, equivalente a circa 4250€ al mese.

Elevato è, inoltre, il valore del vitalizio rispetto al PIL pro-capite
regionale. Solo in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana i vitalizi sono
inferiori al PIL pro-capite (in Veneto sono equivalenti). In Puglia questo
canale reddituale consente ai beneficiari di ricevere una rendita che è 4
volte superiore al PIL medio dei cittadini pugliesi. Il rapporto è 3,35 in
Sicilia, 2,75 in Sardegna e 2,63 in Trentino Alto Adige. In Calabria, un
beneficiario (ex consigliere/assessore regionale) di un vitalizio riceve,
in modo perpetuo nel tempo, un flusso mensile di reddito che è il triplo
del PIL-pro-capite dei Calabresi.

La sintesi è che aver svolto in passato funzioni politico-istituzionali
all’interno delle regioni italiane assicura la fruizione di cospicue
rendite vitalizie. Sebbene i valori medi dei vitalizi siano diversi da
regione a regione, i dati segnalano come l’assunzione di queste cariche si
sia rilevata un’attività di investimento ad elevato rendimento
economico-finanziario.