Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 26 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

Suicidio Carmelo Alessi, il ricordo del sociologo Mimmo Petulla’

Suicidio Carmelo Alessi, il ricordo del sociologo Mimmo Petulla’

| Il 13, Mag 2013

Ancora vivo il ricordo del ragazzo nella comunità taurianovese

Suicidio Carmelo Alessi, il ricordo del sociologo Mimmo Petulla’

Ancora vivo il ricordo del ragazzo nella comunità taurianovese

 

 alessi 7

Ancora qualche settimana, perché il ricordo di Carmelo Alessi – suicidatosi appena un mese fa – si affievolisca in modo ulteriore, fino a dissolversi completamente. Un inevitabile epilogo, questo, che solitamente si registra di fronte alla drammaticità di certi eventi, in modo particolare quando il percorso di relativa elaborazione – che ogni comunità non dovrebbe eludere – cede il passo alla rimozione, facendo sbalzare la pressante inquietudine nella diffusa e disimpegnante cultura dell’oblio. In ogni caso, dell’aspetto del giovane ventiseienne rimane una fotografia, di grande formato, che ancora oggi risalta nel principale spiazzo iatrinolese. Il suo intenso e non ricercato sorriso, capace di svelare un forte aspetto di natura relazionale, si lascia cogliere – a un’attenta osservazione – come la nota esplicativa del più ampio ed espressivo comportamento. L’immagine corporea, invece – oltre a emanare un vissuto aperto alla bellezza delle sensazioni della vita – appare rappresentata da un linguaggio delicato e contenuto, rimandante ai tratti salienti della personalità. Nel contesto della stessa ingrandita riproduzione fotografica è possibile leggere – come appese sullo sfondo di un uggioso cielo – alcune frasi, scritte e dedicate dal fratello: “E quando il caso mischia le carte si cambia gioco”. Sembra percepirsi l’arcana e potente irruzione del male, che come un’ineluttabile sorte rovescia le precedenti attese progettuali, che ora appaiono svuotate dalle ragioni della speranza.”…ma tu non potrai fare di più solo gridare farlo a pezzi”. Si ravvisa, in queste successive parole, l’amara consapevolezza di essere del tutto disarmati, quantunque si possa elevare l’urlo di liberazione, nel vano tentativo di spezzare i lacci degli impensabili accadimenti. “…ma nessuno ti ascolterà e come una foglia sarà preda dei venti. Tuo fratello”. Ogni commento, riferito a questa conclusiva espressione, rischierebbe di svilirne il senso, per giunta non riuscendo ad aggiungere altro, in modo particolare laddove sembra cogliersi l’eco di certe inchiodanti corresponsabilità, sulle quali non può non sentirsi interpellata la coscienza collettiva. Il tempo, ciò nonostante, incede impietosamente. Nel suo scandire, spesse volte piattamente routinario, la gigantografia di Carmelo appare ormai assorbita dall’indifferenza, mentre assiste impotente – come una sorta di monumento – allo scorrere dei tediosi rituali, che freneticamente continuano a muoversi nel palcoscenico della vita quotidiana cittadina. A Taurianova forse è tempo che certi eventi – a partire da quelli che hanno un considerevole impatto sociale – non siano esclusivamente intesi come transitori luoghi delle emozioni, ma diventino anche durevoli e critici luoghi della riflessione. Non sarebbe per niente da escludere, in questa direzione di senso, la possibilità di promuovere una serie d’incontri, perché le testimonianze e le esperienze dei più giovani – ovviamente una volta recuperate e ascoltate – possano recitare il ruolo di protagonisti. Potrebbe costituire un primo approccio, questo, non solo per ricordare Carmelo, ma anche per educare maggiormente alle relazioni umane, come pure per incoraggiare una più audace costruzione della memoria pubblica.