SUL chiede incontro a Oliverio per il porto di Gioia Tauro Il sindacato, in una nota: «Il rilancio del porto è una necessità raggiungibile, se remeremo tutti dalla stessa parte»
La manifestazione di sciopero di sabato scorso voleva focalizzare l’attenzione sulle problematiche e sulle criticità che da sempre insistono sul porto di Gioia Tauro. Voleva sensibilizzare la politica regionale che dai diversi schieramenti ha compreso che su Gioia Tauro si gioca una partita importante che è quella del rilancio di un’intera regione e voleva anche dar voce ad autorevoli imprenditori come Antonino De Masi da anni in lotta contro “il sistema” che annichilisce la libera iniziativa e tarpa le ali alle nuove generazioni di lavoratori creandole intorno solo terra bruciata e costringendole di conseguenza all’esilio forzato.
De Masi nell’aderire alla nostra manifestazione ha tracciato un’analisi dura e netta della situazione in atto evidenziando che fallire su Gioia Tauro significa fallire su tutti i fronti e condannare alla morte il sistema porto. Il suo appello finale ad unire tutte le forze “pulite” della società civile, del territorio, delle istituzioni, delle imprese, delle organizzazioni sindacali non può che trovarci d’accordo per arginare una deriva pericolosa che rischia di depotenziare definitivamente lo scalo gioiese e lo sviluppo dell’intera Calabria. Per questo motivo al fine di entrare nel merito della vertenza ed innescare tutte le azioni necessarie allo scopo, nei giorni scorsi, abbiamo chiesto un incontro urgente al Governatore della Calabria Mario Oliverio. Pensiamo, infatti, che al Governatore, sino ad ora, sia pervenuto un messaggio assolutamente distorto sulle reali necessità che ha il porto per un suo immediato rilancio e pur apprezzando l’impegno politico manifestato con la creazione di un assessorato dedicato per il porto, riteniamo che bisogna adottare una “nuova politica” quella del “fare senza demandare” almeno per quanto di competenza. Siamo anche convinti che le vecchie logiche della politica non appartengono a questa legislatura e per questo ci siamo permessi di evidenziare quei pochi ma “essenziali e inderogabili punti” di competenza locale che riteniamo indispensabili per impedire l’involuzione del porto container: 1) Revisione del piano di riorganizzazione di Medcenter che punti al riassorbimento degli esuberi al termine dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali; 2) Sblocco del Piano Regolatore Portuale e la riorganizzazione degli spazi portuali in funzione del loro reale utilizzo in rapporto con l’occupabilità. In tale riorganizzazione rientrerebbe anche la collocazione spaziale di un eventuale bacino di carenaggio e la possibilità di nuovi insediamenti imprenditoriali; 3) Nomina immediata del Presidente dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro affinchè si possa programmare il rilancio e dare il giusto indirizzo allo sviluppo del porto valorizzando e promozionando le sue eccellenze a livello internazionale; 4) Istituzione di una cabina unica di regia che accorpi le competenze di ASI ed Autorità Portuale in modo da rendere “europei” i tempi ed i modi per la concessione degli spazi nel retroporto; 5) Impegno al mantenimento di tutti i diritti acquisiti per tutti i lavoratori nella malaugurata ipotesi di licenziamenti collettivi e conseguente riassorbimento in altre realtà produttive; 6) Istituzione di un tavolo permanente per portare la vertenza del Porto di Gioia Tauro e del suo retroporto a livello nazionale. Basta con la quasi utopistica ZES e più pragmaticità sulla valutazione dei Progetti di investimento, vedi LCV Capital Management per la realizzazione di auto. Serve la garanzia dei diritti acquisiti, del lavoro e nuova occupazione. Non possiamo e non intendiamo continuare ad attendere risposte. I lavoratori e la Calabria aspettano i fatti ed è su questo che ribadiamo la proposta di unità di tutte le parti interessate: Politica locale, Associazioni Datoriali e Parti sociali. Il SUL c’è ed è pronto a fare la sua parte.