“Sulla Legnochimica di Rende solo parole e pochi fatti” Lo dichiara Domenico Miceli, consigliere comunale del M5s
Rende (Cs) – Ennesimo nulla di fatto nell’incontro tenutosi alla Cittadella regionale di Catanzaro nei giorni scorsi per quanto riguarda l’avvio delle operazioni di bonifica del sito dell’ex Legnochimica. D’altronde il Comune di Rende aveva già tentato ad aprile 2016 di inserire il sito nel Piano Regionale delle Bonifiche. La Regione ha risposto il mese dopo, ricordando che bisognava preventivamente iscrivere i terreni contaminati agli oneri reali (che, ricordiamo, incide in senso restrittivo sul diritto di proprietà e diminuisce la commerciabilità economica del bene, includendo nel suo valore di mercato il costo della bonifica) e costituire presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari il privilegio speciale immobiliare (che, ricordiamo ancora, comporta una preferenza del titolare del privilegio in sede di esecuzione forzata sui beni del debitore inadempiente).
Tutte azioni che, come M5S, avevamo chiesto al Comune di effettuare già da anni, ma che, nonostante non necessitassero di alcun finanziamento, non sono mai state intraprese. Perché? Per iniziare il percorso della bonifica è necessario avere anche un piano di Caratterizzazione, da sottoporre all’approvazione di una Conferenza dei Servizi. Le norme ambientali in materia specificano che soltanto dopo questa approvazione si possono avviare le procedura di analisi di rischio che porteranno al progetto operativo degli interventi di bonifica. Eppure i soldi per iniziare queste procedure, necessarie per legge ancor prima di parlare di bonifica, sembrano esserci.
Il Comune di Rende infatti ha finanziato l’anno scorso, rinnovandolo anche quest’anno, un assegno di ricerca presso l’Università della Calabria. Circa 50mila euro sono stati assegnati per studi sull’area e altri 50mila verranno impegnati, a seguito dell’incontro in Regione dei giorni scorsi, per l’istallazione di un impianto a pioggia che possa essere utilizzato nei casi d’emergenza. Soldi che sarebbero potuti servire per la redazione di un piano di caratterizzazione, considerando anche che i Vigili del Fuoco di Cosenza avevano ordinato l’uso di schiume, e non di acqua, per lo spegnimento di eventuali incendi, per evitare che gli agenti inquinanti percolino ulteriormente nel sottosuolo, contaminando le falde.
Dunque c’è anche la possibilità che l’accordo preso in Regione tra il sindaco Manna e l’assessore regionale alla Tutela dell’Ambiente Antonietta Rizzo sia addirittura dannoso per la nostra città. Situazione questa che ci lascia esterrefatti. Come Movimento 5 Stelle non arretriamo di un millimetro rispetto alle nostre posizioni: predisporre le operazioni iniziali per poter arrivare ad un piano di bonifica si può, ci sono i soldi per avviare queste procedure, alcune addirittura a costo zero, ma non c’è la volontà politica per farlo. Si preferisce tergiversare e prendere tempo, magari spacciando incontri inconcludenti come risolutivi della vicenda ed esaltando una azione amministrativa sterile o nulla come un grande successo. Purtroppo,al contrario delle dichiarazioni che leggiamo sui giornali, siamo ancora in alto mare e i cittadini di Rende lo sanno bene, costretti a continuare a respirare le acri esalazioni provenienti dalla zona industriale.