Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Sulla:” Un disastro chiudere 400 scuole in Calabria”

Sulla:” Un disastro chiudere 400 scuole in Calabria”

| Il 19, Ott 2010

”In questa fase difficile per la Calabria, il solo pensiero di chiudere quattrocento scuole  non dovrebbe farci dormire”.  E’ quanto asserisce il consigliere regionale del Pd Francesco Sulla, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale

Sulla:” Un disastro chiudere 400 scuole in Calabria”

” Un disastro chiudere 400 scuole in Calabria”, secondo il quale “La programmazione della rete scolastica calabrese, che si sta avviando sulla base degli indirizzi dettati dal Consiglio regionale

 

Sulla:” Un disastro chiudere 400 scuole in Calabria”, secondo il quale “La programmazione della rete scolastica calabrese, che si sta avviando sulla base degli indirizzi dettati dal Consiglio regionale, sta subendo motivate  e puntuali critiche,  soprattutto da parte degli enti locali calabresi, di cui non si può non tener conto.  L’ascolto dei bisogni del territorio è prioritario. La scelta arbitraria e non concertata, specie quando mira a cancellare diritti fondamentali, rischia d’ innescare reazioni pericolose”.

Argomenta Sulla: “Quando si discute della cancellazione di centinaia  di scuole in Calabria, occorre una  premessa: senza scuola, soprattutto in tante realtà dell’entroterra, non ci può essere legalità né salvaguardia dell’identità. E senza questi due requisiti lo sviluppo economico e sociale  va a farsi friggere.  Ancora una volta – aggiunge Sulla –  il rischio è che, mentre in tanti si riempiono la bocca di legalità, contemporaneamente si calpesta il diritto allo studio, mettendo a rischio l’esistenza di circa quattrocento scuole che, se da un giorno all’altro dovessero scomparire, vorrebbe dire, automaticamente,  mettere in discussione l’esistenza di altrettanti nuclei urbani. In particolar modo,  è la voce dei piccoli comuni quella più preoccupata. Perché il  dimensionamento che si ha in animo di attuare,  penalizzerebbe soprattutto queste realtà locali e le fasce di popolazione residenti che già vivono gravi difficoltà sociali ed economiche legate alle loro particolari caratteristiche insediative”.

 

 

 

Spiega il consigliere regionale: “E’ un dato di fatto che la nostra regione è caratterizzata proprio dalla numerosa presenza di enti locali di piccole dimensioni, localizzati nelle aree interne e montane, e che la chiusura delle scuole in tali contesti aggraveranno i fenomeni di spopolamento, incidendo pesantemente sulla qualità di vita delle comunità che invece necessitano di politiche di sostegno e rivitalizzazione. Quello sulla programmazione scolastica, peraltro, è un primo importante bacino di prova sul corretto e intelligente utilizzo dell’autonomia regionale, considerato che la Corte Costituzionale ha sottolineato che quello della chiusura o dell’accorpamento degli istituti scolastici nei piccoli Comuni costituisce un ambito di sicura competenza regionale il cui apprezzamento è demandato agli organi regionali e  che non sussistono dubbi in ordine alla facoltà spettante alle Regioni e agli enti locali di prevedere misure volte a ridurre, nei casi in questione, il disagio degli utenti del servizio scolastico.”

Ed ecco la proposta di Sulla: “Credo ci siano i tempi perché il Consiglio regionale possa rimodulare la sua proposta attraverso una condivisione più ampia e partecipata del sistema delle autonomie locali, anche in considerazione che, per il prossimo anno scolastico, è previsto unicamente un tetto di risparmio su scala nazionale e che la materia non è stata ancora definitiva,  nel senso che si sta ancora cercando un punto di approdo condiviso in sede di Conferenza Unificata. Confido pertanto – conclude l’esponente del Pd –   sulla sensibilità dell’assessore alla Pubblica istruzione, Mario Caligiuri,  che ha già avuto contatti con i sindaci anche al fine di scongiurare ciò che sta avvenendo, ossia che la maggior parte dei Consigli comunali si determinino negativamente sulla programmazione della rete, aprendo a possibili ricorsi giurisdizionali che potrebbero avere effetti negativi sulla necessità di una intelligente interlocuzione tra regione e sistema delle autonomie”.