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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Svimez: nel 2016 il Sud cresce ma rallenta nel 2017 Finito il sorpasso del Pil del Mezzogiorno: quest'anno crescerà dell'1,1%, contro l'1,4% del Centro-Nord. Più lavoro, ma la povertà resta e i giovani laureati emigrano

Svimez: nel 2016 il Sud cresce ma rallenta nel 2017 Finito il sorpasso del Pil del  Mezzogiorno: quest'anno crescerà dell'1,1%, contro l'1,4% del Centro-Nord. Più lavoro, ma la povertà resta e i giovani laureati emigrano
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Il Pil aumenterà dell’1,1% al Sud e dell’1,4% nel Centro-Nord quest’anno, ma il prossimo rallenterà a +0,9% nel Mezzogiorno e +1,2% al Centro-Nord. Sono le previsioni aggiornate di Svimez contenute nel Rapporto 2017: nel 2016 la crescita si è consolidata al Sud con il Pil che è aumentato dell’1%, più che nel resto del Paese (+0,8%), ma con gli attuali ritmi di crescita – stima il Rapporto – il Mezzogiorno recupererà i livelli pre-crisi nel 2028, dieci anni dopo il Centro-Nord.

Il principale driver della crescita meridionale nel 2017 dovrebbe nuovamente essere la domanda interna: i consumi totali crescerebbero dell’1,2% (quelli delle famiglie dell’1,4%) e gli investimenti al Sud del 2%. Nel 2016, Svimez rileva il recupero del settore manifatturiero, cresciuto cumulativamente di oltre il 7% nel biennio 2015-2016, e del +2,2% nel 2016, la ripresa del settore edile (+0,5% nel 2016), il positivo andamento dei servizi (+0,8% nel 2016).

Nel 2016 spesa pubblica ai minimi
La crescita del Pil nel 2016 e’ stata sostenuta nel Mezzogiorno dall’aumento sia dei consumi che degli investimenti, che hanno mostrato un segno più dopo sette anni di flessioni consecutive. I consumi finali interni sono aumentati al Sud dell’1%, quelli delle famiglie dell’1,2%, anche se nelle aree meridionali aumenta meno che nel Centro-Nord la spesa alimentare e quella per abitazioni.
La crescita degli investimenti (pari al 2,9% nel Sud), è stata elevata sia nell’industria in senso stretto (+5,2%), dopo anni di flessioni, sia soprattutto nell’edilizia (+8,7%). L’andamento e’ stato, invece, negativo nell’agricoltura (-3% dopo il +4,2% del 2015 che ha risentito dell’annata agraria eccezionale). Si conferma altresi’ la crescita dell’export, anche in un periodo di rallentamento del commercio internazionale. Terminata nel 2015 la fase di accelerazione della spesa pubblica legata alla chiusura della programmazione dei Fondi strutturali 2007-2013, per scongiurare la restituzione delle risorse comunitarie, nel 2016 c’è stata una severa contrazione della spesa pubblica in conto capitale. Nell’anno ha toccato nel Sud il punto piu’ basso della sua serie storica, appena 13 miliardi, pari allo 0,8% del Pil.

La Campania corre più veloce
La Campania ha registrato nel 2016 il più alto indice di sviluppo con una crescita del 2,4%, grazie soprattutto all’industria e del terziario; la Basilicata è la seconda regione del Mezzogiorno con un crescita che però rallenta da +5,4% del 2015 a +2,1% del 2016, mentre la Puglia ha molto frenato (+0,7%) rispetto al 2015, perchè è andata male l’agricoltura. La Calabria, il cui Pil si è attestato su +0,9%, ha vissuto un’annata agricola particolarmente negativa (-8,9%), mentre ha registrato un andamento favorevole nell’industria (+8,2%) e nei servizi (+0,7%); la Sicilia, che cresce dello 0,3%, sconta gli effetti negativi dell’agricoltura, dell’industria (-0,8%) e delle costruzioni (-0,5%); l’Abruzzo (-0,2%), registra un forte calo dell’agricoltura e dell’industria (-2,2%); il Molise regge (+1,6%), trainata soprattutto da costruzioni e servizi; la Sardegna esce nel 2016 dalla fase recessiva (+0,6%).

Sud, con clausola salvaguardia mezzo punto Pil in meno nel 2018-19
Secondo le stime Svimez, l’eventuale attivazione della clausola di salvaguardia relativa all’aumento delle aliquote Iva nel 2018 per circa 15 miliardi colpirebbe soprattutto l’economia meridionale: nel biennio 2018 – 2019 il Pil del Sud perderebbe quasi mezzo punto percentuale di crescita (0,47%), due decimi di punto in piu’ rispetto al calo di Prodotto presunto nel Centro-Nord (0,28%).

Più 101mila occupati nel 2016, ma ancora -308mila sul 2008
Nella media del 2016, secondo le stime Svimez, gli occupati aumentano rispetto al 2015 al Sud di 101mila unità, pari a +1,7%, ma restano comunque di 380mila al di sotto del livello del 2008. Nel 2017 è prevista una crescita dell’occupazione dello 0,6%. Lo stima Svimez nel nuovo Rapporto presentato oggi. L’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato in termini relativi è più accentuato nel Mezzogiorno nel 2016, grazie al prolungamento della decontribuzione, ma l’incremento degli occupati anziani e del part-time contribuisce a determinare una preoccupante ridefinizione della struttura e qualità dell’occupazione. Il dato più eclatante è il formarsi e consolidarsi di un «drammatico dualismo generazionale»: in Italia rispetto al 2008 sono ancora un 1,9 milioni i giovani occupati in meno. Per quel che riguarda i settori, nel 2016, aumenta l’occupazione nell’industria (+2,4%), mentre diminuisce nelle costruzioni (-3,9%). Significativo incremento nel turismo (+2,6%).

Dieci meridionali su 100 sono poveri assoluti
Nel 2016 circa 10 meridionali su 100 sono in condizione di povertà assoluta, contro poco più di sei nel Centro-Nord. Lo denuncia Svimez nel Rapporto 2017, spiegando che l’incidenza della povertà assoluta al Sud, lo scorso anno, è cresciuta nelle periferie delle aree metropolitane e, in misura piu’ contenuta, nei comuni con meno di 50mila abitanti. Lo denuncia Svimez nel Rapporto 2017. Al Sud il rischio di povertà è triplo rispetto al resto del Paese: in Sicilia al 39,9%, in Campania al 39,1%, in Calabria al 33,5%. La povertè deprime la ripresa dei consumi, e, in questo contesto, le politiche di austerità hanno determinato il deterioramento delle capacità del welfare pubblico a controbilanciare le crescenti diseguaglianze indotte dal mercato, in presenza di un welfare privato del tutto insufficiente al Sud.

«Basta austerità, più margini per investimenti»
Lo Svimez propone una strategia mirata a rivedere la Politica di coesione, a conquistare maggiori margini di flessibilità del bilancio, abbandonando le politiche di austerità e rivedendo il Fiscal Compact con l’obiettivo di rilanciare gli investimenti pubblici ed assumere il Mediterraneo come orizzonte strategico. In occasione della presentazione del Rapporto 2017, Svimez passa in rassegna le decisioni del governo per il Mezzogiorno, «piu’ decisive», ma ancora insufficienti: gli esoneri contributivi per le assunzioni, il credito d’imposta per gli investimenti e altri strumenti agevolativi, Industria 4.0. Importanti le Zone economiche speciali e la destinazione di una quota della spesa centrale in conto capitale alle regioni meridionali, anche se sarebbe necessario un Fondo di riequilibrio territoriale in cui riversare le risorse.

Anticipazioni Svimez, Soriero:  Importante riconoscimento del Ministro De Vincenti  alla Calabria che prova a rialzare la testa

La Calabria (+0,9% del Pil nel 2016) prova a rialzare la testa. E’ questo il segnale positivo emerso, nell’ambito del contesto meridionale, caratterizzato da una crescita del prodotto e dall’aumento sia dei consumi che degli investimenti privati, dalle Anticipazioni del Rapporto annuale Svimez presentato oggi a Roma.

E’ importante riflettere su alcuni dati dell’economia calabrese illustrati dal Presidente Adriano Giannola e dal vice direttore Giuseppe Provenzano: il recupero di alcuni settori, segnatamente dell’industria, che in Calabria vede un andamento favorevole pari a +8,2% tra 2015 e 2016, l’incremento degli occupati in agricoltura del 13,2% e un primo sussulto anche nel settore delle costruzioni (+1,8%).Non dimentichiamo certo le condizioni difficili del contesto che ancora è segnato da un reddito pro capite troppo basso, 16.848 euro, e da un elevato rischio di povertà, pari al 33,5%, ma i segnali di un’inversione di tendenza vanno colti subito, innanzitutto per responsabilizzare al massimo le classi dirigenti calabresi. Proprio il Ministro della Coesione Territoriale e del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, concludendo la presentazione delle Anticipazioni, ha tra l’altro sottolineato che “Dalla Calabria viene un buon segnale di miglioramento dopo anni di grandi sofferenze. Il Sud ha risorse e potenzialità notevoli su cui il Governo e il Parlamento concentreranno una specifica e duratura attenzione”. E’ quanto dichiarato da Giuseppe Soriero, del Comitato di Presidenza della Svimez.

SOTTOSEGRETARIO BIANCHI: RAPPORTO CONFERMA EFFICACIA POLITICHE GOVERNO. TURISMO SETTORE CHIAVE

Roma – “Il Sud cresce, cambia verso e fa da traino al Paese. I dati
Svimez fotografano una situazione per il Mezzogiorno che dimostra l’efficacia dell’impegno
del Governo. Come emerge dal rapporto, ora serve una buona legge di bilancio in modo
da evitare che vengano attivate le clausole di salvaguardia, con il conseguente aumento
delle aliquote Iva nel 2018 per circa 15 miliardi, perché andrebbero a colpire soprattutto
l’economia meridionale. In questo momento è necessario realismo politico e responsabilità,
evitando fughe in avanti che sarebbero deleterie per l’equilibrio del Paese”. Così
Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato di Alternativa Popolare, commentando
i dati del Rapporto Svimez 2017.

“Come conferma lo stesso rapporto, – evidenzia il sottosegretario – il Governo è
intervenuto in maniera più decisa a favore delle imprese meridionali con provvedimenti
efficaci come il credito d’imposta per gli investimenti e la decontribuzione per
le nuove assunzioni. È necessario continuare con le riforme e mettere in campo provvedimenti
come il decreto Sud, che con la creazione delle zone economiche speciali e la norma
Resto al Sud che prevede un plafond di 1,3 milioni di euro per incentivare l’imprenditoria
giovanile under 40, aiutando la crescita dimensionale delle imprese e indirizzando
gli investimenti di industria 4.0 soprattutto al Mezzogiorno”.

E conclude: “Il dato sul lavoro nel turismo, che segna un +2,6%, conferma che il
settore è un importante volano per l’economia del Mezzogiorno. Nonostante la crisi
le nuove attivazioni di contratti di lavoro sono avvenute nella maggior parte dei
casi nel turismo. Infatti, nel 2016 le attivazioni al Sud di contratti nel settore
hanno rappresentato il 18% del totale, il dato più alto rispetto agli altri settori
industriali e dei servizi. Questo ha un effetto positivo sia sul piano sociale che
demografico, evitando che i giovani vadano via e favorendo l’aumento della natalità”.