Tabularasa 2016, etica e valori come antivirus del malaffare Ospiti l'avvocato Umberto Ambrosoli e il giornalista Antonino Monteleone
Politica e imprenditoria come piattaforme di trasformazione della ‘ndrangheta in holding criminale della zona grigia, dove l’unico antidoto è l’esempio positivo dei singoli. Questo in sintesi il filo conduttore del tema trattato a Tabularasa dal titolo “La corruzione e la memoria sull’asse Milano-Reggio”. Giusva Branca e Raffaele Mortelliti hanno intervistato sull’argomento Umberto Ambrosoli, avvocato e saggista, (figlio di Giorgio, il commissario liquidatore della Banca Privata Italiana assassinato l’11 luglio 1979 su mandato del banchiere Michele Sindona), e il giornalista reggino inviato della trasmissione di La7 “Piazza Pulita”, Antonino Monteleone, autore, insieme a Felice Manti, del volume “O mia bella madu’ndrina”. Proprio dal contenuto del testo si è partiti per descrivere l’infiltrazione delle ‘ndrine nelle regioni del Nord. “Per un periodo a Milano è passata l’idea che la ‘ndrangheta fosse composta da quattro cafoni con la coppola e lupara – spiega Monteleone -, con l’unico obiettivo di custodire il manuale dell’affiliazione. E’ impossibile pensare questo per un’organizzazione criminale che vanta un fatturato tra i 40 e i 70 miliardi di euro. L’insediamento in terra lombarda, come in altre regioni del Nord Italia, rappresenta quel salto di qualità della ‘ndrangheta dai colletti bianchi. Di coloro che frequentano gli ambienti della grande finanza e che sono in grado di trasformare il capitale illecito in fiume di denaro lecito che fa gola a molti”.
A confermare tale metamorfosi è lo stesso Umberto Ambrosoli: “Investire i fondi nell’economia legale è uno dei canali preferiti dalla criminalità per ripulire il denaro sporco. Sanità, edilizia, turismo e ristorazione in Lombardia sono i settori principali presi di mira. Le difficoltà di molti imprenditori che non riescono ad accedere al sistema creditizio, li ha spinti a scendere a patti con la ‘ndrangheta”. Monteleone ha poi messo in luce la raffinatezza delle menti criminali. “Si potrebbe quasi parlare di “invasione fiscale”, un sistema di riciclaggio di denaro sporco attraverso rimborsi fiscali e sovrafatturazioni. Persino il nome ‘ndrangheta, che l’ha etichettata per secoli, è cambiato trasformandola in una massoneria sofisticata composta da imprenditori, politici, e professionisti vari”. Se non è bastata a cambiare il sistema la norma antiriciclaggio n. 231 del 2007, Ambrosoli indica la strada che conduce all’affermazione della legalità. “Tanti cittadini, imprenditori, magistrati e professionisti come mio padre hanno lottato contro un sistema più grande di loro, rifuggendo da quel “piagnisteo deresponsabilizzante” che ci rende pessimisti. E’ dagli esempi positivi nella società e dal pensiero ottimista che può nascere una nuova cultura di etica e valori”.
La satira sul “cattivo giornalismo” sarà lo speciale appuntamento di stasera, mercoledì 20 luglio (Arena dello Stretto, ore 21), a Tabularasa. Ospiti Vittorio Lattanzi ed Enea Lanciani, in rappresentanza della redazione di Lercio.it, il sito satirico italiano che crea ad hoc notizie false di taglio umoristico. Il talk sarà anticipato dalle sonorità del “SUN(DJ)SET”. Mentre a chiudere la serata ci penseranno i “Mezzo Preti”, il duo composto da Francesco Adessi e Annaluisa Giansante con la loro musica folk-rock.