Tagli ai ministeri per 30 mld. Domani al Cdm il decreto Sviluppo
redazione | Il 14, Giu 2012
Sforbiciata in 3 anni. Parte degli interventi nella spending review
Tagli ai ministeri per 30 mld. Domani al Cdm il decreto Sviluppo
Sforbiciata in 3 anni. Parte degli interventi nella spending review
(ANSA) ROMA – Trenta miliardi nel triennio 2012-14 da ottenere con tagli ai ministeri: è questo, secondo quanto si apprende, uno degli obiettivi ai quali sta lavorando il governo nell’ambito della manutenzione dei conti. Una parte di questi interventi potrebbe essere anticipata nel prossimo decreto legge sulla spending review
ARRIVA AL CDM IL DECRETO SVILUPPO – Il decreto contenente “misure urgenti per la crescita” è il primo punto all’ordine del giorno del consiglio dei ministri convocato per domani alle 9. Ne dà notizia un comunicato di Palazzo Chigi.
Rimessa nel cassetto l’ipotesi di una manovra, il governo è al lavoro per l’attuazione delle misure proposte martedì sera dal Commissario Enrico Bondi al premier Mario Monti e agli altri membri del Comitato interministeriale per la spending review, che consentiranno di risparmiare già quest’anno 5 miliardi, più altri 8-9 nel 2013. Ma alle sforbiciate del super-Commissario il presidente del Consiglio intende affiancare misure più ‘pesanti’, a partire dalla cessione di asset pubblici. Tra i tagli chiesti da Bondi anche quelli alle scorte, che magari non porteranno grandissimi risparmi, ma sarebbero un segnale di etica pubblica. Monti ha oggi ribadito che non ci sarà alcuna manovra, dopo che questa ipotesi era stata stoppata dal vertice con ABC. La novità annunciata dal premier, è piuttosto la vendita di asset pubblici: “abbiamo predisposto dei veicoli, fondi immobiliari e mobiliari attraverso i quali convogliare in vista di cessioni, attività mobiliari e immobiliari del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale”. Niente manovra, ha detto Monti, ma comunque avanti con la “disciplina” che si traduce nei tagli ottenuti con la spending review sulla base della relazione di Bondi. Il mandato del Commissario è quello di fare risparmi nelle spese per l’acquisto di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione: il ministro Piero Giarda ha quantificato in circa 100 miliardi la spesa “potenzialmente aggredibile”. E Bondi ha identificato risparmi per cinque miliardi, ed ha anzi aggiunto che sarebbe in grado di raggranellare di più. Questa somma consentirebbe di evitare l’aumento dell’Iva a ottobre (spesa quantificata in 3,8 miliardi), di avere 200 milioni per la copertura del decreto Sviluppo e un altro miliardo per il Sisma dell’Emilia. Ma sul primo punto la decisione definitiva sarà presa nei prossimi gironi. I cinque miliardi di Bondi arrivano dalla classica razionalizzazione della spesa, e non intacca i servizi ai cittadini. Molte delle azioni possono essere effettuate per via amministrativa mentre quelle che richiedono norme di legge finiranno in un decreto da varare a fine giugno. Per l’anno in corso, quindi, ci saranno risparmi su tutti gli acquisti i cui contratti saranno stipulati da luglio in poi, mentre grossi risparmi, nel 2013, giungeranno per esempio dai tagli agli affitti di sedi i cui contratti di locazione scadono a fine anno. E qui entrano i ministeri con proprie sedi sul territorio. Ad essi Giarda ha chiesto di portare venerdì in Consiglio dei ministri un supplemento di informazioni sulla revisione della spesa di loro competenza. Non porteranno enormi risparmi, ma sono un pallino di Bondi, i tagli alle scorte di politici e personalità. Su questo il Commissario ha chiesto una “ricognizione” per poi intervenire. Si tratta di un atto di “etica pubblica”: parola di Bondi che a Parma si presentò a bordo di una Fiat Punto. E che ha sottolineato come, dai primi riscontri, sembra che godano di una scorta anche personalità che non corrono alcun rischio per la propria sicurezza.