Talarico: “Ogni atto di intimidazione, all’indirizzo di amministratori pubblici, è un chiaro tentativo criminoso di impedire il cambiamento”
redazione | Il 15, Feb 2012
L’intervento del presidente del consiglio regionale nella seduta della Commissione contro la ‘ndrangheta
Talarico: “Ogni atto di intimidazione, all’indirizzo di amministratori pubblici, è un chiaro tentativo criminoso di impedire il cambiamento”
L’intervento del presidente del consiglio regionale nella seduta della Commissione contro la ‘ndrangheta
REGGIO CALABRIA – “La sistematica azione di intimidazione nei confronti di amministratori pubblici in Calabria non può più essere considerata come fenomeno che interessa episodicamente questo o quel comune. Il ripetersi di attentati, di atti di violenza, di minacce, nei confronti di amministratori di enti locali e delle istituzioni sono da inquadrarsi come questione a parte e meritevole di particolare attenzione, all’interno della questione mafiosa che condiziona lo sviluppo della nostra regione e rende vana ogni iniziativa legata alla crescita sociale, civile, ed economica, sia ordinaria che straordinaria. In un quadro del genere ogni atto di intimidazione, all’indirizzo di amministratori pubblici, è un chiaro tentativo criminoso di impedire il cambiamento. I fenomeni, a cui negli ultimi tempi stiamo assistendo sempre più frequentemente, indicano che ogni qual volta un’amministrazione si muove per rompere quel circolo vizioso che ha finora reso difficile ogni azione di modernizzazione, di trasparenza, di sana amministrazione e di crescita, si mettono in moto meccanismi rivolti a condizionare l’azione amministrativa e ad impedire che cambino mentalità e abitudini.
Queste manifestazioni, se si aggiungono alle difficoltà proprie dell’amministrare nei nostri comuni, possono costituire un enorme ostacolo a quello sviluppo sociale civile ed economico da tutti noi auspicato.
Come uscire da questa situazione? Intanto non lasciando soli gli amministratori e le amministrazioni degli enti locali, dei comuni, grandi o piccoli che subiscono questi particolari episodi di violenza.
Se è vero che i fenomeni denunziati negli ultimi tempi e che non riguardano solo i comuni ma anche associazioni di volontariato, la Chiesa, le associazioni culturali, altro non sono se non la negazione radicale di ogni forma di legalità, è anche vero che più è debole il destinatario di questi messaggi criminali più il rischio aumenta. Diventa allora un’esigenza irrinunciabile costruire una strategia che punti al rafforzamento delle amministrazioni sotto il tiro della mafia, attraverso la messa a punto e l’attivazione di azioni mirate e capaci di diventare punti di resistenza e di garanzia sul fronte della legalità democratica.
Va da sé che le azioni, che andremo ad individuare e che ci impegniamo a discutere in un apposito Consiglio regionale, non possono essere isolate rispetto all’azione che già efficacemente svolge la magistratura con l’ausilio delle forze dell’ordine e che va potenziata e qualificata sempre di più.
Solo così possiamo porre riparo a questa situazione che richiede la ricostruzione di un tessuto connettivo che metta insieme la presenza dello Stato, autorevole ed efficace, e lo sforzo delle istituzioni calabresi a qualsiasi livello. Da qui bisogna partire con un supplemento d’impegno di tutti, con il concorso dei cittadini in primo luogo, nella consapevolezza che bisogna sconfiggere le insidie sempre in agguato che sempre più frequentemente condizionano il nostro agire quotidiano. Gli attentati agli amministratori pubblici sono un’emergenza nell’emergenza. Fare rete per aprire canali di contaminazione positiva significa diventare più forti, incoraggiare anche i cittadini a riappropriarsi della loro comunità. E’ una sfida difficile e complicata, ma dobbiamo avere la capacità di rimettere tutto in discussione, tutti insieme. Ne va del nostro futuro”.
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