Taurianova, al cimitero di Jatrinoli non si “riposa” in pace(?) Problemi di incuria, abbandono, acqua e tutto ciò che non si comprende come mai, da anni, è una “lacuna” perpetua
“Nostalgia della vita in me riaffiora e fa triste la tomba che mi onora”, questa frase, è un epitaffio scritto nella tomba del poeta “dolce” Sandro Penna. Uno dei più grandi poeti italiani del novecento presto dimenticato o forse, raramente (e ingiustamente) ricordato.
La frase che abbiamo ricordato per l’occasione riguarda la parte finale, l’onore dei morti, del loro riposo e del rispetto dei luoghi. Quei cimiteri freddi per condizione, tetri come l’aria che si respira, ma luoghi sacri, quelli del riposo eterno.
A Taurianova ne abbiamo due luoghi cimiteriali nelle due zone quando una volta la città era “divisa” in Jatrinoli e Radicena, prima del 1928.
Il problema non è da oggi, ma risiede nel tempo quasi come una condizione stagnante che non si riesce a farla uscire dal pantano dell’indifferenza cui si è creata, ed è quella condizione che a Taurianova c’è un cimitero di serie A qual è quello di “Radicena” e uno di serie B, appunto “Jatrinoli”.
È inutile girarci sopra e senza ledere la sensibilità di nessuno, avulso da polemiche come da condizioni di campanilismo, considerando pure che dopo il “cesaricidio” al sindaco Fabio Scionti, è come se i problemi di Taurianova sono rimasti solo ai taurianovesi, a partire dalle strade, dai problemi sociali, dalle ataviche condizioni dell’acqua potabile. Da un incontro avvenuto stamani con il commissario prefettizio Surace, la quale è stata cordiale e disponibile, ha rassicurato che appena ci saranno gli ultimi analisi che dovrebbero arrivare nell’arco di un paio di giorni e saranno come si spera “in regola”, emanerà l’annullamento dell’ordinanza. Oltre a parlare anche di altre problematiche che pian piano si cercherà di porre rimedio.
Tutto tace, ma come abbiamo sempre scritto, a Noi che vogliamo bene a Taurianova, ripetiamo, Noi che vogliamo bene a Taurianova, la voce come le azioni non sono venute meno, sia con il primo cittadino che con la gestione prefettizia. E la firma la mettiamo solo nei pezzi che scriviamo, sperando nell’azione propositiva e non “distruttrice” e “avvelenante”.
Oltre al sempre problema dell’acqua che molto spesso abbiamo trattato in merito ai disagi di chi va a fare visita ai cari defunti, dove in alcuni casi dovevano portarsi al seguito le borracce come nei deserti per poter riempire i vasi dei fiori, in quanto quel pozzo ancora non si perché non si è fatto. Anche se per anni c’era chi illudeva le persone che è quasi fatto, manca poco, ma alla fine abbiamo scoperto che tra arrampicarsi qua e là, erano più i mazzi di carte cui giocava che le parole accompagnate dai fatti. Lasciamo perdere…
Il problema è che in uno dei campi del cimitero di “Jatrinoli” dove vengono sepolti nella cosiddetta “nuda terra”, c’è uno scempio irriguardoso dei luoghi che non fa onore a un contesto sacro. Fosse ovunque, dicono create dai cani randagi che non si comprende perché in un campo sì, mentre negli altri due esistenti nel cimitero non accade, poi croci divelte e una sorta di “stato di abbandono” che ripetiamo, non fa onore né al luogo né a chi “riposa” e che dovrebbe quantomeno “stare in pace” e non alla mercé dello scempio.
Ci chiediamo, così da umili cittadini che un giorno saremo quello che oggi “loro” sono, come mai il cimitero di Radicena è un tenuto come un gioiellino, mentre quello di Jatrinoli è una “cloaca” con immense problematiche? Dottoressa Surace, se può “indagare”, così ci toglie questo atavico dilemma!