Taurianova, arriva l’almanacco sammartinese 2015 Ideato e scritto da Domenico Caruso, il “Calandàriu sammartinotu” per ogni mese dell’anno registra la storia, i detti popolari, le poesie e gli eventi del nostro passato
di Domenico Caruso
«Il tempo, che io rappresento, è il più grande tesoro dell’uomo. Si può ritenere fortunato chi sa spenderlo bene! Sono stato concepito per una breve riflessione su tre importanti problemi: la storia e il sentimento religioso della nostra gente, la Patria e l’emigrazione. Oggi, purtroppo, assistiamo a un’inquietante caduta di valori. Ma tra le mura domestiche abbiamo imparato a scoprire la gioia dello Spirito, come pure l’amore per la Terra d’origine. Gli stessi sentimenti, nel secolo scorso, hanno indotto amici e parenti ad immolare la loro esistenza per servire la Patria».
Con questa introduzione l’almanacco si presenta al popolo di S. Martino di Taurianova.
Emblematico è l’episodio del Caporal Maggiore Giuseppe Chirico, partito cantando per il fronte e mai più ritornato.
Pertanto, nella ricorrenza del Centenario del primo conflitto mondiale (1914/18), l’omonimo nipote Giuseppe Chirico (titolare dell’Agenzia Pratiche Automobilistiche e Centro Revisioni di S. Martino) ha inteso onorare con detta pubblicazione il proprio nonno e i combattenti di tutte le guerre.
L’almanacco viene diffuso anche negli Stati Uniti da Joe Chirico che ha lasciato in giovane età la sua Terra per trasferirsi a Brooklyn (NY), dove possiede il rinomato Ristorante “Marco Polo”.
Da me ideato e scritto, il “Calandàriu sammartinotu” per ogni mese dell’anno registra la storia, i detti popolari, le poesie e gli eventi del nostro passato.
Le illustrazioni dello Zodiaco sono state eseguite dall’artista Adriana Caruso; le foto antiche (a partire dal 1913, con la piazza del paese dopo il sisma del 1908) sono del mio genitore Rocco Caruso.
In sintesi, sfogliando il calendario si possono riscoprire lo sviluppo del nostro paese, il “Flagello” del 1783 che sconvolse l’intera Calabria, l’assalto delle terre del 1950, il Solenne Parlamento del 1283, la probabile origine di Papa Leone II, l’appartenenza del Convento di S. Lucia.
“Dulcis in fundo”, è ancora suggestivo il detto che accompagnava i nostri avi alla solennità del Natale:
«Sant’Andrìa (30 nov.) portau la nova,
ca lu sei (6 dic.) è di Nicola,
l’ottu è di Maria, lu tridici (13 dic.) è di Lucia,
lu vintunu (21 dic.) San Tomasi canta
ca lu vinticincu è la Nascita Santa».