Taurianova, e bilancio fu… con la grazia di Santu Roccu! Gastone Paperone: "Tanto c’è Roccu"
Tanto tuonò che piovve e bilancio fu. Nell’incredulità dei presenti, degli assenti, dei cani, dei gatti tra la lunghezza del Nilo e i papiri egiziani di Rocco Clyde Sposato, il quale imperterrito e seppur incalzato dal “lapsus freudiano” Biasi consegna quel voto numero nove” e consente al “Commissario” Gastone Paperone di restare in sella. Seduto con il suo…il suo, come si dice per non dire il solito “culo”, va bé, “portafortuna di serie”, almeno per un altro anno. Un optional naturale che colma ogni lacuna, sia di vuoto amministrativo assoluto che di incapacità a mettere due parole assieme se non per dire…ovvero per dire…che ne so, magari dire ad esempio, sì, dire qualcosa (anche a piacere)! È un commissario a tutti gli effetti e conosce pure bene le leggi della pubblica amministrazione, le conosce proprio bene, tanto quanto il vicesindaco ha il dono dell’appariscenza e della loquacità specie quando spiega il piano triennale delle opere pubbliche.
È stato anche un consiglio comunale colpito dal virus della dissenteria, come se tutti avessero bisogno di andare al gabinetto. Una “diarrea” continua che ha colpito duramente (solo) la maggioranza più l’intera giunta, l’unico a resistere è stato Pino Obama Falleti, anche se le sue difficoltà erano evidenti in quanto stava spesso in piedi, appoggiato fortemente sul pilastro, come se dovesse trattenere o parare qualcosa da dietro. Un consiglio comunale, dove il grande Flaiano avrebbe detto che qualcuno sposta di continuo la soglia del ridicolo.
Dopo vari battibecchi tra l’egiziano Rocco e l’australiano Roy, ecco che, il presidente del consiglio “Phantomas” Siclari che a un certo punto rivendicava la “fine dei preliminari” per passare ai punti degli ordini del giorno. Come se quei “preliminari” fossero stati l’inizio di un rapporto vero e proprio in un preludio di passioni tra il “lapsus freudiano” Biasi e il “lapsus del Nilo” Sposato. Interrotti da qualche “interferenza”, ma è stata solo un’evanescenza da fuoco di paglia. Tant’è che a un certo punto si sentiva in sottofondo parlare di “incerta sessualità”, “coppie di fatto” e “trans”, nello stesso momento in cui “Phantomas” Siclari chiedeva la fine dei “preliminari”. Quindi, se il presidente del consiglio Siclari sa qualcosa parli, oppure eviti di creare allusioni, disguidi e di misurare le parole. Ciò per dovere di onestà intellettuale e istituzionale (sti cavoli).
Ma tanto, al di là di ogni situazione, c’è “Roccu”! Sembra lo slogan di una famosa pubblicità, “per tutto il resto c’è Roccu”. Quando il consiglio comunale è entrato nel vivo (?), ecco che la dissenteria colpisce quando parla Roy (per distinguerlo tra i due Rocco), per poi rientrare quando c’era da relazionare (?), votare e ribadire la solita solfa ventennale del paradissesto. Tanto c’è Roccu.
A un certo punto, accade una cosa insolita, ed è l’unica nota di rilievo di tutto il consiglio comunale. Luigi Mamone si alza dalla sua poltrona e alza pure la testa. Guardate che questi eventi non accadono di frequente, sono situazioni straordinarie come il passaggio delle comete nel cosmo. Si alza da quella sedia, si incammina verso l’uscita dicendo tra sé e sé, “Tanto c’è Roccu”. L’unica nota preoccupante è stata che, poco dopo l’hanno visto smarrito e privo di orientamento nelle parti della Zaccheria. Camminava in mezzo alla strada e chi si fermava per chiedere se volesse un passaggio o se gli servisse qualcosa, lo stesso Mamone rispondeva, “Tanto c’è Roccu”.
Ora, cosa rimane di quel bilancio approvato? Rimane il ridicolo misto con il nulla. Rimane uno slogan vuoto di un sindaco vuoto che non riesce a riempire un contesto per il quale è stato votato. Rimane una grande incapacità di gestire la cosa comunale e di aver scelto in maniera errata e evidente la squadra che compone la sua giunta. Rimane un sindaco senza maggioranza, il quale viene retto da un consigliere eletto in una coalizione avversa e che lo regge solo per un rancore personale (e che durerà ancora a lungo), nei confronti di un ex sindaco. E per tale rancore, Gastone Paperone siede in quella poltrona da sindaco. Di quel consiglio comunale rimane una grande “scostumatezza” istituzionale che non ha eguali perché uscire fuori dall’aula mentre qualcuno fa il suo intervento è innanzitutto non avere rispetto per quel civico consesso e per il mandato che i cittadini hanno dato.
Ora, caro “Commissario” Gastone Paperone, hai una grande dote che pochi hanno, guarda che molti te lo invidiano (me compreso). Qualcuno che ne capiva più di me e di te, un ex ministro che ho avuto l’onore di conoscere e di fare altro, nei luoghi in cui si scrivevano i codici degli appalti, disse che nella vita ci vuole “culo e umiltà”. Tu il culo ce l’hai, devi solo mettere un po’ di umiltà a dire che non hai la maggioranza, ti dimetti o rivedi la tua maggioranza, fai un rimpasto (necessario, fisiologico e vitale) della tua squadra amministrativa, prendi una poltrona, ma di quelle comode a “Santu Roccu” e che non sia tra i banchi della minoranza né della maggioranza, ma al centro dell’aula consiliare. Da una parte la maggioranza, dall’altra la minoranza, di fronte la giunta e lui nel centro come un regista. Oppure dimettiti perché sì è vero che “Tanto c’è Roccu”, ma è pur vero che c’è un valore fondamentale cui non bisogna mai oltraggiare, la propria dignità. Tanto, se ti ricandidi vincerai di nuovo perché accadrà sempre qualcosa (per via del tuo oramai acclarato optional), che giocherà sempre a tuo favore e farti indossare quella fascia da sindaco in quel splendido (e orribile) maglione a rombi. Continuando a fare così, rischi di fare la fine della “volpe con la pancia piena” di Esopo, incastrata per la troppa ingordigia. Per il resto… “Tanto c’è Roccu”.