Taurianova e il debito di (quasi) 700 mila euro, dietrofront? E meno male che c’è il Testamento biologico
Prefazione “Lei non può immaginare quanto io non sia irremovibile nelle mie idee”. Parte seconda
Dal “Non posso, non devo e non voglio” di Sposato, passando per le astensioni dell’ex “ipotesi relax” Caridi e del “dandy” Romeo, fino alla retromarcia finale, il passo è stato breve. Sono trascorsi appena cinque giorni e quello che (forse) era una certezza, oggi a distanza di qualche giorno, è diventato un serio dubbio che “scarnifica” le coscienze (riferendoci alle loro “libertà”, tanto care al presidente del consiglio comunale Fausto Siclari, l’uomo del “tutto a posto”). Certo, ci sono pure i ritardatari (oppositivi), quelli con il fuso orario intercontinentale che a distanza di qualche giorno dal tanto polemico civico consesso, e proprio quando la notizia è stantia come l’acqua che ristagna in un fondo di pozzo, si emana una nota stampa per dire, “Questo Sindaco è incompetente e ha deliri di onnipotenza perché non rispetta una sentenza del Tar”. Anche questo, mio malgrado, è parte di quell’acqua che ristagna, così come altre cose, quando non si sta al passo con i tempi. Ci scommettiamo che il prossimo comunicato stampa, sarà il due novembre per dire che l’ora solare è stata ripristinata il 27 ottobre?
Che ci sia stata una leggerezza è fuori di ogni ragionevole dubbio. Che ci sia stata “arroganza” nel perseguire una “retrotopia” come amava definirla Bauman, è oramai cosa ben consolidata. Ma ci sono le redenzioni ed è su questi che l’umiltà poggia le sua fondamenta. Si dice (ma io non ci credo) che domani è stata convocata la conferenza dei capigruppo (che segue un’aspra riunione di maggioranza di questi giorni), per stabilire una nuova data del Consiglio Comunale, da farsi urgentemente (quasi sicuramente, ma io non ci credo, venerdì prossimo in prima convocazione serale, ma siccome gli ultimi saranno i primi, ci sarà sicuramente una seconda convocazione alle 5 di mattina), e portare all’ordine del giorno la delibera approvata con il debito di quasi 700 mila euro a favore dei fratelli Zerbi. Ovvero, revocare la delibera del 16 ottobre u.s. ed “eseguire” quanto stabilito dalla sentenza di maggio del Tar (stranamente non impugnata al Consiglio di Stato, e non si comprende il perché), in cui “ordina” di inserire tale debito nelle spese ordinarie e non nelle “spese passive”. Com’era giusto che fosse. Ora, io non sarò, qualora fosse vero, tra quelli che dirà “ve l’avevo detto”, “questa amministrazione è incompetente, arrogante, agisce a discapito della Giustizia, non mangia il cotechino e detesta il formaggio negli arancini”, come sicuramente l’opposizione per il suo ruolo farà, qualora fosse vero, nel prossimo Consiglio. Giustamente, le “occasioni di parvenza” sono queste ed è giusto giocarsele tutte fino in fondo. Una cosa vorrei dirla, ovviamente un sindaco si affianca di esperti, ha un motore amministrativo, ci sono anche degli avvocati pagati dal Comune, ci sono dei tecnici, c’è un segretario comunale, possibile che tra tutte queste figure, nessuno che gli abbia detto che sta facendo una “stravaganteria”? Ecco, questo è il mio “dubbio cartesiano” perché riguarda la condizione esistenziale di uno stato qual è un’amministrazione. E in virtù di ciò, penso, e lo dico seriamente, se qualora fosse vero il dietrofront, qualche testa dovrà cadere, inevitabilmente e non ci saranno più scusanti!
Nello scorso Consiglio, è stato approvato un documento, il DAT ovvero la dichiarazione anticipata di trattamento, il cosiddetto “Testamento biologico”. Così come stabilito dalla Legge 219/2017 dove all’art. 1 dice, “….nel rispetto dei princìpi di cui agli articoli 2, 13 e 32 della Costituzione e degli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”. L’approvazione di questo strumento ci porta avanti come un atto di straordinaria civilizzazione evoluta, così come un grande passo avanti per il rispetto dell’essere umano quando non è più capace di gestire le sue decisioni. Sancendo un principio laico, fuori da ogni dogma e pregiudizio cattolico (fuori luogo), ovvero il consolidamento civile dello Stato laico in cui noi oggi viviamo nel rispetto della Costituzione e di quei principi che hanno avuto la meglio dalla breccia di Porta Pia in poi. E questo rende orgogliosi un sindaco, un’amministrazione e un civico consesso che seppur, formato da cattolici praticanti e quindi credenti, hanno avuto il coraggio di affermare quei principi laici che la nostra Carta costituzionale ci impone, avulsi da influenze (retrograde e bacchettone) del mondo cattolico. Dare una possibilità morale, concessa dalla legge, di “autodeterminazione preventiva”, in quanto conosciuta e altresì compresa da ognuno di noi, con le finalità di poter rimanere protagonisti unici della nostra vita, anche nel momento in cui le forze e l’intelletto ci abbandonino. Il testamento biologico è il nuovo grande mezzo a nostra disposizione per far sì che nessuno, nemmeno un medico, possa mai più decidere cosa sarà di noi, e contro ogni “accanimento terapeutico”.