Taurianova, la Villa Comunale: quando “l’arte” incontra l’archeologia Un giardino immerso nel centro della città, dove l’incuria, l’abbandono e la strafottenza sono alleati del tempo (perduto)
L’arte ha sempre in sé qualcosa di misterioso, di affascinante, così come la storia dei popoli e delle civiltà che hanno colonizzato i luoghi nei tempi passati. Dalle colonizzazioni alle “invasioni barbariche”, quelle che hanno lasciato segni indelebili nel tempo.
Taurianova è stata ed è luogo di questi misteri “sedimentati” nel tempo. È “città d’arte”. Nel pieno centro tra Scilla e Cariddi, due mostri mitologici cantate dal sommo Omero insieme, alle gesta di Ulisse, tra sirene e ciclopi.
A Taurianova, invece, tra Radicena e Jatrinoli che non hanno nulla a che fare con la mitologia se non in quella della famosa Dea Lordazza. Erano due realtà cittadine che unite nel 1928 hanno dato vita alla Taurianova di oggi. Lì in quel confine c’è una villa comunale intitolata al carabiniere Antonino Fava, il militare ucciso per mano di quel cancro chiamato ‘ndrangheta, “Fulgido esempio di elette virtù militari e di altissimo senso del dovere spinto fino all’estremo sacrificio”, il 18 gennaio 1994 insieme al collega Vincenzo Garofalo.
La villa comunale è un luogo di colonizzazione barbarica, figlia dell’indifferenza, colpita da sventure sia dovuti all’inciviltà che alle scelte architettoniche, infatti dai resti dove l’archeologia n sta facendo opera di ricerca, a breve per i fans più sfegatate, ci sarà la presenza di Alberto Angela che farà una trasmissione anche per dire, «Vedete che i libri che pubblicate nei social vanno letti. Non è che prima pubblicate un libro di Yourcenar e poi in spiaggia gridate a vostro figlio “Totò arrassati i dicu ca ti mollu nu tumpuluni”».
Ma facendo una passeggiata in quel sito abbandonato così definito Villa Fava si notano con estrema visibilità alcuni resti dell’epoca romana biasiana, dalla particolarità degli spigoli vivi che si utilizzavano un tempo per esche contro l’idra, l’ippogrifo e i cerberi pianigiani. Che vengono delimitati da cordoli che a seguito delle famose battaglie colonizzatrici dei “barbari”, da come si vede nelle foto, sono sparsi in quel terreno arido figlio e testimone di battaglie sprecate nel tempo.
Tra le altre cose c’è l’arena centrale opera omnia della scienza moderna che cade (e decade), dalla fine degli anni novanta e per salutare il terzo millennio e forse nemmeno arrivare fino alla fine del novecento. È un’opera imponente in cemento armato, una volta contornata da palme, alberi tipici taurianovesi dove in quella scelta la scienza si ferma i perché. Perché? Da lì inizino gli infiniti e quindi, ci fermiamo pure noi, così come le colonne posizionate agli ingressi, dove solo ad osservarli molti turisti, esperti d’arte venuti per l’occasione, avevano scambiato la villa comunale per un luogo cimiteriale di sepolti nella nuda terra. E infatti, diversi si fermavano a pregare grattandosi di luce perpetua. Poi c’è il prato che giace, nel senso che è morto, secco e stecchito tra i cordoli con prismi a spigolo vivo, come avevamo detto opere di grande ispirazione architettonica. Però le cisterne piene d’acqua sono state posizionate mediante interramento. L’acqua c’è, non viene utilizzata ma c’è, vuoi vedere che arrivano ospiti di colpo e dobbiamo lavare i piatti e manca l’acqua, che figura facciamo? A meno che il non utilizzo dell’acqua e il metodo di essiccamento archeologico di tutta la villa non rientri nella cosiddetta “programmazione” che questo Sindaco, sta attuando da quando si è insediato. Lui programma, mica è come gli altri che fa, troppo bello così. Lui programma, tiè. Vi piacerebbe vedere la villa in ordine, pulita, con il prato verde, magari senza quell’obbrobrio di “baracca” lato corso XXIV maggio? Dove una volta era un chiosco oggi è una vergogna che nessuno ha il coraggio di demolire, però dietro c’è la vetrina della cultura dove ci sono libri da leggere (sic!). E magari manca quel libro che descrive come demolire una vergogna che né sindaci né commissari antimafia hanno posto rimedio. Magari sostituirlo con uno più nuovo, un altro meno pericoloso e più igienico, visto che è pure diventato un orinatoio, visto che nemmeno i bagni opera di Vespasiano, il nipote però, figlio della sorella illegittima.
Vi piacerebbe vedere quel bel prato verde di una volta, ma siete scemi? Qui si programma, mica pizze e fichi? Vi piacerebbe vedere i vostri bimbi giocare in quell’angolo senza quella terra nera, e senza quel pericolo che se vi cadono si fanno male, magari immersi in qualche verde? Oh, ma stiamo scherzando? Qui programmiamo ed elargiamo anche fino a 700mila euro in più per il decoro urbano, ovviamente se non lo vedete in tutta la città è perché anch’esso è in fase di programmazione (atavica). Perché Taurianova è Taurianova, tattattaratattàtàttà……