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Taurianova, Festa Zaccaria: anche quest’anno è fatta!

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Anche per il 2019, nonostante le molteplici difficoltà sia economiche, organizzative che di “indifferenza” sia per menefreghismo e sia per la famosa scuola di pensiero, molto in voga dalle nostre parti, ovvero lo “sciacquatrippismo”, la Festa della Zaccaria (o Zaccheria, la sostanza non cambia), si è svolta con l’ottima musica di Pino Gerace (della Zaccheria), dell’ottimo cibo della storica rosticceria Larosa che da oltre quarant’anni è stato un punto di riferimento per diverse generazioni che poi, ad oggi, si sono perse (alcuni fortunatamente anche se ancora residenti nel Rione). Però la festa è stata luogo di passione, divertimento, balli e intrattenimento con della bellissima gente che quantomeno hanno riempito il piazzale Infantino. Nonostante le già difficoltà menzionate, c’era la data che ha penalizzato perché in contemporanea c’era la Varia a Palmi, le Frecce Tricolori a Reggio Calabria e Irene Grandi a Gioiosa Ionica per la festa di San Rocco (ma noi il Santo Roccu protettore dei sindaci e della conservazione delle poltrone ce l’avevamo ieri sera seduto al tavolo, a divertirsi e cenare insieme ad altri. L’umiltà). Ma la festa c’è stata!
Ovviamente c’è l’amaro in bocca per chi non ha partecipato specie quelli, ovvero gli scienziati dell’infinito, i pensatori “carbonari”con la “gargialora” larga che non sono venuti e poi i “nobili”, ovviamente essendo una festa spartana, con umili risorse senza tante pretese, ma che si differenzia dalle altre perché chi ha soldi mangia e chi non ha mangia lo stesso. Tant’è che alla fine, dopo l’umile offerta richiesta che equivale a un panino di altre realtà più aristocratiche, la pancia si riempiva con dell’ottimo cibo di una tra le migliori rosticcerie della Piana e, con la mano sapiente di signore (nel vero senso del termine) che con sacrifici si sono messe a disposizione per friggere le cosiddette “zzippuli” nonostante il caldo torrido. A friggerle oltre a loro, c’era ad aiutarli anche qualche fantasma, così come a servire le vivande, alla Zaccaria (o Zaccheria, tutto può accadere).
Qualcuno, anzi più di uno ha chiesto di alcuni assenti, visto che quel Rione ha avuto un sindaco sempre presente e sempre disponibile, ma ha un vicesindaco nata e cresciuta nel Rione, sempre assente e sempre poco disponibile, tranne la presenza di un’edizione. A tale spiegazione di questa domanda, siamo stati in difficoltà, almeno chi scrive, visto che segue le dinamiche politiche ho pensato, “Vuoi vedere che dovevamo fare richiesta ufficiale al cerimoniale della presidenza della Repubblica”, chiedere il nulla osta ai Reali d’Europa nonché dare ampie garanzie sul percorso che doveva tracciare con il suo passo felpato che non tocca terra, ma la sfiora. Tutto ricoperto da petali di rosa perché le principesse dalle ali dorate con cristalli di diamanti sospesi nell’aria tra gli infiniti delle stelle e il cielo che fa da sfondo, non poteva degnarci della sua presenza, così, “alla carlona” o meglio, “alla grillona”? “Salvata” anch’essa dal Santo Roccu presente ieri sera, che le ha consentito ancora oggi a non poggiare i piedi per terra, ma quando di solito arriverà quel giorno che si dovranno poggiare per terra, farà male, eccome se farà male, come uscire da un sogno e affrontare la realtà. In ogni caso, a scanso di equivoci, i presenti hanno mangiato e bevuto anche in abbondanza, ugualmente. Però Raffaele Loprete è stato disponibile, ma il prossimo anno la data va studiata senza pretese. Della maggioranza sindaco compreso, niente all’orizzonte, nemmeno l’ombra (però quando venite per i voti Noi ve li daremo, eccome se ve li daremo).
La Zaccheria, quella originale, antica che non dimentichiamo per chi non la conosce è quella adiacente alla Via Francesco Sofia Alessio, poi le diramazioni sono state secondarie e chi è andato a vivere è stato accolto senza pregiudizio, e sono andati anche a scuola che ripetiamo, le scuole, ovvero l’istruzione e quindi il sapere, sono nella parte originale del Rione. Quindi, in definitiva, non basta dichiararsi della Zaccheria e poi far finta di nulla, snobbare ed essere indifferenti perché non avrebbe senso, anzi si fanno solo figure barbine. Però l’umiltà, l’accoglienza e la semplicità del Rione, supera e perdona tutto perché le cattiverie ed il rancore sono pari a zero.
Cchiù zzippuli pe tutti!
(GiLar)