Taurianova, i tre “ribelli” della maggioranza passano al contrattacco, “la prima volta che si apre una crisi non per richieste prebende, ma per mancata agibilità democratica” "Vivere per la politica o vivere della politica. Cosa si chiede a chi su mandato elettorale svolge le funzioni di amministratore della cosa pubblica? Trasparenza, imparzialità e eguaglianza"
redazione | Il 01, Nov 2024
Dopo l’ultimo Consiglio Comunale in cui nei fatti si è sancita la fine della maggioranza uscita vittoriosa dalle urne nel 2020 con la presa di posizione “ribelle” di tre Consiglieri, Gallo, Bellantonio e Di Giorgio, dove sono rimasti coerenti con le loro intenzioni di voto, manifestando fermamente il loro “no” ad alcune “variazioni di bilancio” e sancendo nei fatti la rottura con il sindaco Biasi che nei fatti era in minoranza, ma ecco che il “colpo di teatro” arriva con l’ingresso del responsabile cittadino di Forza Italia Nello Stranges che dai banchi della minoranza (ricordiamo che Forza Italia sosteneva nel 2020 Daniele Prestileo come candidato a sindaco), tende una mano a Biasi facendo il suo ingresso a tutti gli effetti nella maggioranza, portandosi con sé un Consigliere Comunale, Vincenzo Papalia e l’assessore più discusso di queste ultime settimane, Maria Fedele alla quale da Fratelli d’Italia fino all’ex sindaco Fabio Scionti avevano chiesto chi un “passo indietro” e chi le dimissioni, ma lei non si è dimessa (sic!), ma ha aderito a Forza Italia. E il buon Nino Caridi che l’aveva fatta conoscere al “grande pubblico” già nel 2015 (ma questo e altro lo affronteremo nei prossimi giorni).
Arriva però la “riflessione” dei tre “ribelli” del gruppo consiliare che porta il nome di “Autonomia per la Politica” e lo fa iniziando dal sociologo tedesco Max Weber, ovvero l’intellettuale che si chiedeva nella sua idea predominante di “razionalizzazione”, il motivo sulla legittimazione del potere politico quando crea consenso tra la gente.
La frase menzionata dai tre è “che ci sono due modi di fare politica:
Vivere per la politica o vivere della politica. Cosa si chiede a chi su mandato elettorale svolge le funzioni di amministratore della cosa pubblica? Trasparenza, imparzialità e eguaglianza. Il rispetto di questi 3 principi garantisce il prestigio dell’amministrazione pubblica l’immagine di chi la rappresenta garantendo, nello stesso tempo, l’azione dell’amministratore pubblico”.
Continuano ancora nel loro comunicato che, “Partendo da questi tre principi fondamentali cui deve sottostare chi svolge ruoli nella cosa pubblica come gruppo “Autonomia per la Politica”, l’analisi che facciamo su quanto avvenuto nelle ultime due sedute del Consiglio Comunale è la seguente:
Come gruppo politico abbiamo più volte manifestato al Sindaco in confronti diretti, alla Giunta e ai colleghi consiglieri nelle due uniche riunioni di maggioranza (e questo la dice lunga sull’agibilità politica dei consiglieri). lo scollamento tra l’organo di indirizzo politico-amministrativo e i consiglieri chiedendo un maggior coinvolgimento nell’azione amministrativa. Ciò al fine di evitare in consiglio di dover votare atti di cui non si aveva piena contezza”.
E a proposito delle tante polemiche e della loro presa di posizione sulla variazione di bilancio, gli stessi scrivono, “Altresì avevamo chiesto di evitare variazioni di bilancio per quanto riguardava i settori degli eventi e della cultura, chiedendo che gli assessori al ramo programmassero con maggiore attenzione.
A quanto richiesto non è stato dato seguito per cui l’organo di indirizzo politico-amministrativo ha continuato il suo percorso di indipendenza elaborando atti di cui alcuni discutibili sotto il profilo formale e sostanziale. Atti che ci hanno costretto ad assumere, nel rispetto del mandato elettorale, posizione antitetiche rispetto alla giunta e che abbiamo dichiarato in consiglio”.
Ed ancora affermando anche una cosa gravissima, “Per tutta risposta il Sindaco invece di avviare un confronto sul piano politico con la sua maggioranza (e la prima volta che si apre una crisi politica non per richieste di prebende varie posto in giunta o staff, etc., ma per mancata agibilità politica di chi rappresenta i cittadini) avvia consultazioni con una parte della minoranza cercando maldestramente di disarcionare i suoi stessi consiglieri”.
La conclusione è sempre al vetriolo con spigolature vive e scenari diversi da quelli che Weber immaginava nel suo pensiero, “Il tutto per ottenere i voti necessari alla ratifica della famosa variazione per il pagamento del concerto per i festeggiamenti della Patrona cittadina. Considerato che la politica è l’arte del possibile si realizza questo sposalizio con il benestare, a suo dire, dei vertici dei partiti il cui fine è quello di raggruppare l’area di centrodestra che porta al passaggio di un assessore (Lista civica) e un consigliere dalla Lega al partito di Forza Italia”, e chiudono con una domanda, “Come mai se la motivazione è riunire il centrodestra, che bisogno c’era di pagare un prezzo, indebolendo la rappresentanza del suo partito?
La risposta non la diamo noi ma lasciamo questa riflessione alla città rimettendoci a fine mandato al voto elettorale che rappresenterà il giudizio supremo”.
Con buona pace di Weber…
(GiLar)