Taurianova, il miracolo di “Santo Roccu” Tra veleni, Testamento biologico e bagattelle
Prefazione “Chi aspetta di essere malato per curarsi è simile a chi si mette a scavare un pozzo mentre è tormentato dalla sete”
Ci risiamo. Dopo un mese si riprende, ecco un nuovo consiglio comunale, venerdì prossimo. Ci saranno le solite schermaglie, riflettori accesi, armi affilate, chi con messe in piega fresche di parrucchiere, e chi con cere lucidanti per affrontare le interpellanze poste al terzo punto dell’ordine del giorno. A meno che non si inventeranno qualcosa (loro, i furbi del terzo millennio), che ne so, un’indisposizione, una protesta per la fame nel mondo oppure un’uscita collettiva dall’aula consiliare, dopo averle rinviate per votazione all’ultimo punto, e magari per un’improvvisa dissenteria di gruppo e cumulativa. Lasciando sempre quella (povera) minoranza “con il …bip… rotto e il cesto senza ciliegie (che tradotto in italiano fa un po’ senso). Ma, considerando che si svolgerà di mattina, può darsi che ci sarà una (positiva) speranza: chi diavolo ci va, in una mattina di fine luglio ad assistere allo “sconvolgente” e quasi “imbarazzante” fascino del consiglio comunale? Chi, invece di andare al mare, vorrà vedere, uno per tutti, il seducente assessore Luigi Mamone forte delle sue camice con il “bottone in canna”? E quindi, la speranza che si discutono c’è!
Improvvisamente, mentre scrivo, sto assistendo a un qualcosa di straordinario, un’emozione come un brivido che percorre tutta la schiena in un tracciato anatomico senza opere di urbanizzazione né primaria né secondaria, un’esplosione di gioia come quelle che si assistono di solito quando da bambino ricevi il palloncino alle feste o la bicicletta con le rotelle. Mi tremano le mani sulla tastiera, in un vibrar di ticchettio come un picchio in calore. Reggetevi forte: C’è la pubblicazione della gara di appalto per la via Tiberio Condello! Datemi un pizzicotto (ma non troppo forte) perché non ci credo. Ovvero, c’è un casino nei social perché si sta facendo una strada urbana (sic!). Anticipo io quello che magari leggendo, vi passa per la testa, sì, siamo esattamente “combinati male”, proprio così come state pensando! Mancava solo che si festeggiasse perché arriva l’acqua nei rubinetti di casa oppure, “Da domani i vostri bisogni non li farete più in mezzo ai campi, perché abbiamo pubblicato la gara di appalto per portare gli allacci fognari vicino casa”, e ancora, “ai primi mille allacci regaleremo un set di maxrotoloni di carta igienica, uno per pulirvi e l’altro (per la Tiberio Condello) per piangere”. Chidi pili (N.d.R.).
Parliamo di cose serie (oddio…). In questi giorni abbiamo assistito a un miracolo, uno di quei miracoli della letteratura (scrivente), nata dalle influenze di Dante, Petrarca e del “dolce stil novo”, sfociando poi in un rinascimento post moderno. Due comunicati stampa (record) del consigliere comunale, ex maggioranza Marianna Versace, all’indirizzo del collega Rocco Sposato, altrimenti detto “Santo Roccu”. E lo definirei “Il miracolo di Santo Roccu”: Marianna Versace sa scrivere e scrive pure bene! Non è quella “Marianna che va in campagna” dei primi tempi, non è quella dei commenti, diciamo, “coloriti” nel social, è una letterata di grande spessore “miracolante”, quasi un’allieva del grande Tullio De Mauro che se non la fermano riscriverebbe una nuova “Divina Commedia”. Attenzione però, lei scrive cose serie e preoccupanti, nei fatti parla di “pressione” al “Santo FF”, da parte di chi, dal sindaco Scionti? Cioè, il “Santo FF” dello “sbandamento”, se non rientra sulla retta via, subirà uno “spodestamento” (che fa pure rima)? Non dà credito ai pettegolezzi, ma riporta un pettegolezzo (sic!). Oscar Wilde al cospetto, si sentirebbe uno scolaretto (e anche questo fa pure rima). Inoltre, nella contro-risposta al “Santo FF”, scrive, oltre ovviamente a fare una dichiarazione ambiziosa che “spodesta” Fabio Scionti dalla carica di sindaco, ovvero, apprendendo con immenso stupore che la Versace rappresenta “la stragrande maggioranza dei taurianovesi”. Oltre al suo “modo un po (con apostrofo N.d.R.) focoso” che saranno pure fatti suoi, scrive una cosa grave, “(…) limito solo farle sapere che il mio silenzio, nella maggior parte dei consigli comunali, è dovuto a due semplici motivi: il primo è che ritengo quel luogo ormai svuotato del suo ruolo istituzionale e privo di ogni benché minima forma di garanzia democratica”. Pressioni del sindaco e civico consesso senza garanzia democratica. Mi fermo preoccupato lasciando gli obbligati chiarimenti al sindaco Scionti e al presidente del consiglio comunale Siclari.
Ma stavolta, parliamo davvero di cose serie. All’ultimo punto dell’Odg c’è un argomento importante, di una delicatezza e sensibilità umana per come doveva essere trattato, e non all’ultimo punto. Ovvero il “DAT (Disposizioni anticipate di trattamento) per il testamento biologico approvato con una legge del 2017 (n. 219). La legge è composta da 8 articoli e sancisce il diritto costituzionale a sospendere le cure, e a farlo anche attraverso un testamento biologico. In pratica riconosce il diritto a decidere per sé nel caso in cui a un certo punto si sia impossibilitati a farlo. E che a seguito della “Circolare Minniti (1/2018)” dev’essere istituito (non obbligatoriamente) un apposito registro, “ma solo di registrazione delle DAT ricevute in un apposito elenco, dopo averne verificato i presupposti di consegna”, ovvero i maggiorenni capaci di intendere di volere. Si potranno esprimere con le DAT delle scelte, fornendo indicazioni sui trattamenti sanitari con cui potrai essere o non essere sottoposto, nel caso eventuale e futuro in cui non fossi in grado di esprimere le scelte, attraverso il cosiddetto diritto al consenso informato. Considerando sempre che non si possono esigere “trattamenti sanitari contrari alle leggi”. Considerando che tutto questo sia un passo avanti nella modernizzazione sociale di un paese, e soprattutto di un contesto nato in uno Stato laico, ripeto, laico (senza influenze bacchettone da religiosismi vari), decidere rispettando la legge e nel pieno diritto costituzionale cosa decidere per se stessi in un eventuale futuro in cui non abbiamo nulla per poterci definire ancora esseri umani, ciò è un atto di civiltà democratica. Mi sarei aspettato una spiegazione in merito alla questione da parte del sindaco anche attraverso il suo Staff (in virtù degli emolumenti da “reddito di cittadinanza”), perché si tratta di un argomento serio e di grande spessore etico e umano. E che spero venga affrontata in sede di civico consesso venerdì prossimo. Così è se vi pare.