Taurianova, Falleti si sarebbe inviato lettere minatorie Riguardano eventi accaduti nel 2017 "per salvare la maggioranza". L'ex capogruppo del Pd in Consiglio comunale, allo stato attuale, non risulta indagato
Giuseppe Falleti detto “Pino”, uomo di punta del Partito Democratico taurianovese, attuale consigliere di maggioranza della coalizione capeggiata dal sindaco Fabio Scionti ed ex capogruppo del Pd, secondo la documentazione inserita nella memoria difensiva degli avvocati di Francesco Sposato, Guido Contestabile e Mariarosa Crucitti, rinviato a giudizio dal Gup di Reggio Calabria, così come richiesto dalla procura antimafia rappresentata dal PM Giulia Pantano per la bomba nell’auto del sindaco di Taurianova avvenuta nel 2017 (NdR, notizia che abbiamo dato ieri), sembra che, si sarebbe inviato egli stesso delle lettere minatorie, il tutto per consentire la durata della consiliatura, all’epoca in piena crisi politica e numerica. Il tutto è risalente dall’inchiesta per l’incriminazione dell’ex assessore Sposato sulla bomba al sindaco di Taurianova.
Pino Falleti all’epoca delle presunte lettere minatorie, era capogruppo in consiglio comunale del Pd, dimessosi per motivi ancora sconosciuti nel novembre del 2018, a marzo e settembre denunciò ai carabinieri di aver ricevuto delle lettere anonime a carattere minatorio, in tutto due e in una di queste c’erano pure minacce al sindaco Scionti, il quale risulta totalmente estraneo all’inchiesta in essere. Falleti non è allo stato attuale indagato, non ufficialmente, ma le prove della polizia giudiziaria in fase di indagine di un suo presunto coinvolgimento in merito alle lettere a sé stesso e al sindaco Scionti, rimangono.
Da ricordare che nella notte del 5 settembre del 2017 ci fu la bomba al sindaco, e da sottolineare pure che nel marzo dello stesso anno, precisamente il 16, sei mesi prima, fu incendiata l’auto dello stesso Falleti. Le lettere minatorie, hanno questa coincidenza mensile, 16 marzo e 25 settembre.
Nella memoria difensiva degli avvocati Contestabile e Crucitti, descrivono tali coincidenze, ovvero che “il 16 marzo 2017 e 25 settembre 2017, a ricevere atti intimidatori era Giuseppe Falleti, il quale alla prima data subiva l’incendio della sua autovettura e in data 25 settembre riceveva una lettera minatoria a casa”. E che dopo tale denuncia i carabinieri del Nucleo investigativo di Gioia Tauro aveva iniziato le indagini per capire cosa realmente stava succedendo e quindi, indagare in merito alle minacce ricevute dai due amministratori. Da sottolineare che Pino Falleti in fase di interrogatorio affermò che tali minacce avevano l’intento di far cadere l’amministrazione comunale.
I carabinieri, mettendosi subito al lavoro e attraverso di “verifiche incrociate” hanno accertato che la lettera anonima era stata inviata dalla stessa “presunta vittima”, il Falleti. Così scrivono gli avvocati Contestabile e Crucitti: “All’esito delle indagini, la polizia giudiziaria aveva accertato delle evidenti analogie tra la lettera del 25 settembre e quella del 23 febbraio: stesso carattere, stesse modalità di spedizione, stesso linguaggio”.
E che poi, attraverso gli approfondimenti investigativi rilevati presso l’Ufficio postale di Taurianova, hanno consentito di rendere più limpide le responsabilità penali del consigliere di maggioranza ed ex capogruppo Pd Pino Falleti.