Taurianova, “l’ultima campagna elettorale, si è distinta per non avere riportato il terreno della discussione su quello di un confronto” La riflessione sulla consistenza del tessuto associativo di Mimmo Petullà
L’ultima campagna elettorale, a Taurianova, si è distinta per non avere riportato il terreno della discussione su quello di un confronto – sistematico e pienamente dialettico – intorno alle questioni culturali e sociali del territorio. Una considerevole corresponsabilità è da attribuire all’associazionismo, che ancora una volta ha lasciato cogliere una diffusa e inequivocabile assenza, consolidando in questo modo l’attitudine a evadere dal terreno della scena pubblica cittadina. La noncuranza ha in questo caso comportato la perdita di una democratica e fondamentale occasione, che avrebbe potuto contribuire ad animare e arricchire il dibattito politico – al di là, ovviamente, delle sue implicazioni partitiche – favorendo una maggiore e più critica attenzione sulle scelte concernenti le politiche sociali della città. Pensare a questo punto di riempire il vuoto con il consueto stile, vale a dire inscenando eventi svariati e prestazioni dal più visibile ed emozionale impatto – divenuto, a onor del vero, ostinatamente normale – rischia di apparire, per certi aspetti, inopportuno. D’altra parte è sufficientemente evidente che, la maggioranza delle organizzazioni sociali non siano di per sé esperienze generatrici di spirito civico, dal momento che il loro impegno continua a muoversi in uno spazio prevalentemente segregato e idealizzato, lontano dalla possibilità di mobilitare dal basso la vita della comunità. Un quadro situazionale, questo, che nemmeno la presenza della Consulta delle associazioni ha modificato, nonostante le competenze di coordinamento rappresentativo e le modalità di azione che la contraddistinguono. Ciò nonostante risulta difficile immaginare a un possibile venir meno di tale organismo, se non correndo il rischio d’impoverire taluni meccanismi del già debole processo di socializzazione – esponendo, di conseguenza, il tessuto partecipativo della società civile a un’ulteriore frammentazione – mentre sono da auspicare sforzi orientati a riguardare dinamiche e a valorizzare potenzialità. Sarebbe ancora prima da intendere come un segnale interessante – per di più rispetto al passato – quello d’ipotizzare percorsi di riflessione volti a ripensare Taurianova alla luce del rinnovato ruolo che potrebbe assumere il più ampio e variegato settore associativo, a condizione che il punto di partenza sia la condivisa costruzione di spazi e di ruoli decisionali sulle fondamentali linee di attuazione della politica amministrativa.