Taurianova, l’ultimo consiglio dell’anno con lo smartphone in mano Bagarre in aula, ma i punti vengono approvati lo stesso
L’ultimo Consiglio comunale dell’anno, tenutosi ieri pomeriggio, è stato particolarmente movimentato. Tra litigi, scontri, indifferenza generale della maggioranza, impegnata a giocare con il telefonino, e il consigliere Caridi che sparito di colpo è riapparso al momento del voto, i punti all’odg sono stati tutti approvati, come ormai da consuetudine, con i soli voti dei consiglieri di maggioranza, che mai hanno aperto bocca, tanto da essere stati definiti dal consigliere Sposato, i «muti di Zorro».
L’assise, che ha registrato l’assenza di Biasi per motivi di salute e Nicolosi per impegni professionali, si è aperta con le domande di Lazzaro al sindaco, relative al dimensionamento scolastico che vede la presidenza dell’Istituto d’istruzione superiore “Gemelli Careri” rimanere ad Oppido, e ai 1000 euro spesi per il verde pubblico, rimaste però senza risposta, e con gli “attacchi” della Morabito, circa le spese, a suo dire, non oculate della maggioranza che hanno portato al dissesto. Interrotta da Siclari, (“siamo qui per discutere di cose serie e non per fare il comizio”) perché gli argomenti non erano pertinenti con l’ordine del giorno, la Morabito ha spostato l’attenzione sulle buche, sulle strade prive di illuminazione, sul fallimento dell’appalto Consip, sui mancati servizi offerti dall’Avr e sul problema della potabilità dell’acqua. Argomento quest’ultimo, subito ripreso dalla Perri, che ha accusato l’Amministrazione di non aver mai effettuato le analisi dell’acqua per 3 anni, nonostante i 5 interventi compiuti, in barba all’articolo 6 del regolamento comunale per la concessione dell’acqua potabile.
Discussione che ha acceso i toni, e che ha visto Sposato prendere ancora una volta le distanze dalla maggioranza. “La mia posizione in quest’aula – ha sottolineato – si discosta completamente dalla maggioranza, anche se l’ho appoggiata in passato, e soprattutto, mi discosto da qualsiasi consigliere di maggioranza”. La seduta è continuata con la comunicazione del sindaco Fabio Scionti, circa il prelevamento di 13.950 euro dai fondi di riserva, per sbloccare l’iter necessario per la consegna delle case popolari. Argomento questo, ripreso dal consigliere Scarfò, che ha invitato il sindaco a snellire la parte burocratica. Un acceso scambio di opinioni, si è registrato sul terzo punto, relativo alla proposta di modifica degli articoli 7 e 20 bis, dello Statuto comunale, da parte di Siclari, necessaria a suo dire, per poter finalmente procedere alla nomina delle Commissioni consiliari. “Una modifica che sa di presa in giro, inutile e dannosa”, ha commentato la Morabito, trovando l’appoggio di Sposato. Attaccato da tutta l’opposizione, il presidente del Consiglio, ha quindi ritirato la proposta.
Il trambusto è scoppiato dopo la relazione dell’assessore Mamone, sugli ultimi 3 punti, tutti inerenti a ratifiche di variazione di bilancio, nello specifico per il pagamento degli stipendi dei dipendenti comunali, le opere effettuate sulla caserma dei carabinieri, le luminarie, la mensa scolastica, il servizio scuolabus, i libri di testo e i lavori all’acquedotto e alla rete idrica. Il primo a prendere la parola è stato il consigliere Scarfò, che ha sostenuto che si tratta di variazioni di bilancio ridicole, dal momento che il problema nasce nel momento in cui si è dichiarato il dissesto, che poteva essere benissimo evitato. !A quest’ora – ha incalzato – avremmo potuto usufruire dei finanziamenti pre dissesto. Ad oggi, grazie ai vostri errori di valutazione, non ci possiamo più permettere di costruire, dal momento che l’imposta di costruzione è passata da 175 euro a più di 600 per metro quadro”.
A Scarfò hanno fatto subito eco la Perri, Lazzaro e la Morabito, chiedendo lumi sui 30.000 euro spesi per la gestione degli acquedotti e della rete idrica, con la Perri, che insisteva nel voler sapere se riguardavano «forse un impianto di clorazione dell’acqua, perché fino ad oggi è stato fatto a casaccio?». All’invito di Mamone e Siclari, di rivolgersi agli uffici competenti per avere tutte le risposte, si è scatenato il putiferio, con urli e schiamazzi tra lo stesso presidente del Consiglio e la consigliera di minoranza, accusata di fare inutili allarmismi e minacciata di venire accompagnata fuori dall’aula dai Vigili. “Non fare il mercato del pesce – l’ha ammonita Siclari – e se vuoi fare un comizio vai su piazza Italia”. Il battibecco, culminato con la sospensione della seduta, ha visto la Perri prendersela con l’assessore Loprete, definito l’assessorino, reo di ridere allo scompiglio generale. Dopo 10 minuti di schiamazzi, calmati i toni, si è passato ai voti circa le ratifiche, che sono passate con i soli voti della maggioranza, dal momento che la minoranza ha votato contrario e il solo Sposato si è astenuto.