Taurianova, per i giudici laziali il Comune andava sciolto senza se e senza ma Approdonews analizza la sentenza del Tar Lazio che ha rigettato il ricorso dell'ex sindaco Romeo - Seconda parte
I giudici del Tar Lazio menzionano che i profili di “concretezza”, “univocità”
e “rilevanza” per quanto riguarda l’intreccio con le consorterie criminali, “sono tutti sussistenti
nel caso di specie”, e quindi spiega questi “casi di specie” che sembrano avere
una direzione in cui il comune di Taurianova andava sciolto senza se e senza ma
(ed aggiungiamo, che si descrive ogni cosa senza ipocrisie). Intanto i giudici
escludono il fatto che il consiglio sia stato sciolto solo per la “rete di
parentele, affinità, amicizie e frequentazioni tra amministratori ed esponenti
delle locali consorterie”, ma che c’è ben altro e qui viene il bello,
spiegandolo in dodici punti.
Dal «radicato intreccio di rapporti e cointeressenze tra amministratori locali e
ambienti controindicati, anche attraverso la sottoscrizione di liste elettorali
(…)», menzionando “soggetti appartenenti alla precedente consiliatura già
sciolta nel 2009”, per la serie, non si può mai stare tranquilli, a Taurianova
la mafia è atavica e recidiva. Poi c’è “l’indebita ingerenza degli organi
politici sull’operato degli organi amministrativi”, quindi per affermare queste
cose, qualcuno avrà denunziato queste cose e quindi come tali dovrebbero essere
state già avviate le indagini di garanzia da parte della magistratura perché
trattasi di cose molto gravi. Così come le “astensioni da controlli in fase di
esecuzione delle opere” come anche nei “lavori affidati con la procedura di
somma urgenza in assenza di diligente attività di amministrazione”. Cioè nei fatti, l’amministrazione
Romeo ha la colpa di non aver vigilato sui lavori e sugli organi di
amministrazione che hanno fatto delle azioni, dove il Tar Lazio ammonisce solo
la parte politica, mentre ritiene esenti da colpe perché pressati da
“ingerenze” gli organi amministrativi. Romeo è per i giudici amministrativi
un “male oscuro”, una sorta di “morte nera” taurianovese che si aggira come
uno spettro distruttivo della città. In tutti questi dodici punti, l’unico punto
che riguarda la mafia e le consorterie criminali in cui trova applicazione
l’art. 143 del Tuel è nel punto “i)” dove si rammenta che c’è stata la
«revoca di costituzioni di parte civile in processi penali disposte dalla precedente
amministrazione straordinaria». E questo è stato un errore madornale che Romeo
ha pagato molto caro.
Ed arriviamo al nodo cruciale per la città, come per dire, non ci facciamo mancare
nulla, e questo punto è dedicato a chi magari gioiva per lo scioglimento di
Romeo, ma nei fatti inconscio derideva la città, ossia che «la complessa
situazione politico-amministrativa venutasi a creare all’indomani del primo
turno delle elezioni del maggio 2011, ove permanevano forti dubbi
sull’effettivo superamento di condizionamenti criminali, dato che la malavita
organizzata locale si era schierata proprio con i due raggruppamenti in
ballottaggio, con due “clan” che sostenevano il candidato poi eletto Sindaco
e un terzo che sosteneva l’altro». Al ballottaggio erano andati appunto Domenico
Romeo e Giuseppe Rigoli, nei fatti come si lesse nella relazione di
scioglimento del consiglio comunale, chi vinceva in ogni caso veniva sciolto
per infiltrazione mafiosa, applicando il concetto di “prevenzione” e non
“sanzionatorio” del Collegio amministrativo.
E poi vengono sciorinati dati di informativa di polizia tra componenti staff che
erano stati condannati, parentele storiche di fatti oramai vecchi e dimenticati
(ma non per chi ha voluto questo scioglimento), ma soprattutto anche attentati,
si ricordi un episodio che è rimasto ancora nell’ombra, diversi chili di
tritolo che hanno ucciso un cavallo di proprietà del sindaco e che se c’era
qualcuno nei pressi tra cui il sindaco Romeo stesso, poteva avere conseguenze
ben più gravi. Poi ci sono anche le note rosa sentimentali, dei rapporti
affettivi del sindaco e tanto altro ancora che sembra roba miscelata e
rifritta.
Questo consiglio comunale è stato sciolto per mere anomalie amministrative e per
rapporti parentelari con soggetti definiti come appartenenti alla criminalità
mafiosa. Ma che guarda caso a pagare è sempre la politica e mai chi attua le
azioni così come definiti per legge. Ci facciamo una piccola domanda, e sempre
che qualcuno sappia dare una risposta, e la facciamo ai giudici del Tar Lazio
ed anche agli organi di polizia che hanno prodotto queste informative: ma se il
sindaco viene accusato (ed anche sciolto) perché non controlla i suoi
dipendenti in quanto ci sono state delle anomalie amministrative, queste
“anomalie”, semmai ci sono state, chi li ha perpetrate?
Al di là di ciò che viene detto, la verità leggendo tutto il dispositivo e nella
sostanza è questa. Taurianova è un paese mafioso per parentela acquisita e nei
fatti, carte alla mano, dobbiamo dire inequivocabilmente che a Taurianova siamo
tutti un gran pezzo di mafiosi!
(2 – continua)