TAURIANOVA – Il prossimo 4 aprile, alle 10.30, presso la chiesa Matrice di Taurianova, saranno commemorati in occasione del 40° anniversario dall’eccidio, l’Appuntato Stefano Condello ed il Carabiniere Vincenzo Caruso con una Santa Messa in loro suffragio, officiata dal Cappellano Militare Don Aldo Ripepi. I due militari sono stati assassinati il 1 Aprile 1977 in contrada Razzà, Agro di Taurianova. Seguirà la deposizione di una corona di alloro presso Piazza Condello – Caruso, intitolata ai due Carabinieri caduti. Alle ore 12, sempre in Contrada Razzà, luogo dell’omicidio dei militari, verrà deposto un cuscino di fiori sulla lapide posta in loro memoria. Alla cerimonia saranno presenti i famigliari dei due carabinieri assassinati, i massimi vertici della magistratura del distretto reggino, le massime autorità civili, militari e religiose della Provincia, nonché una rappresentanza degli istituti scolastici.
I FATTI – Il 1° aprile 1977, l’Appuntato Stefano Condello, 47enne, ed i Carabinieri Vincenzo Caruso, di 27 anni, e Pasquale Giacoppo, di 24 anni, iniziavano il loro turno quotidiano di lavoro; all’epoca i tre militari erano in servizio all’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Taurianova. Una volta usciti dalla caserma, i tre militari, percorrendo la Statale 101- bis in direzione di contrada Razzà di Taurianova, notavano ben quattro autovetture ed una vespa parcheggiate sul lato della strada nei pressi della masseria di un pericoloso pregiudicato. Il Carabiniere Caruso riconosce in una delle auto l’appartenenza ad un noto pregiudicato della zona, il quale, alla luce di alcune notizie acquisite dall’Appuntato Condello, era noto anche per aver favorito dei latitanti. Condello e Caruso decidettero di lasciare il Carabiniere Giacoppo a presidio del mezzo di servizio e si incamminarono sulla mulattiera in direzione della masseria. Una volta giunti sul posto, si resero conto che due noti pregiudicati tra tutti quelli presenti erano armati di pistole. Nacque una colluttazione, durante la quale l’Appuntato Condello ed il Carabiniere Caruso riuscirono a disarmare i malviventi, pur essendo comunque investiti da una pioggia di colpi di lupara e di pistola esplosi in loro direzione dagli altri pregiudicati presenti. Condello rispose al fuoco, ma venne ferito alle spalle; Caruso lo raggiunse riuscendo a colpire gli aggressori del commilitone, ferendoli mortalmente. Al sopraggiungere di altri malviventi, anche il carabiniere Caruso finisce per soccombere sotto gli incessanti colpi d’arma da fuoco.
Il Carabiniere Pasquale Giacoppo, che aveva udito gli spari, decidette di avvicinarsi ai colleghi, ma percorrendo la mulattiera trovò tre individui armati di fucile con i quali ingaggiò un altro scontro a fuoco, per fortuna senza conseguenze per la propria incolumità, determinando la fuga dei malviventi. Il militare, giunto sul posto, trovò i suoi due commilitoni stesi a terra esanimi; l’uomo si diresse verso il mezzo per dare l’allarme, ma il collegamento radio non funzionante lo costrinse a far rientro in caserma per chiedere aiuto e quindi lanciare l’allarme. Le indagini fecero piena luce sull’eroico comportamento dell’Appuntato Condello e del Carabiniere Caruso: quel giorno i Carabinieri avevano sorpreso in quella casa colonica ben undici mafiosi, che stavano tenendo una riunione di ‘ndrangheta. Si trattava di esponenti delle più potenti famiglie della Piana di Gioia Tauro che si stavano confrontando per gestire i rispettivi spazi di potere e spartirsi appalti e tangenti.
Con sentenza del 21 luglio 1981, la Corte d’Assise del Tribunale di Palmi condannò i responsabili a pesanti pene detentive, ed in particolare a trent’anni di reclusione per omicidio continuato ed aggravato in concorso Avignone Giuseppe, Albanese Girolamo, Zinnato Vincenzo, Lombardo Domenico, Furfaro Francesco, D’Agostino Domenico, Cianci Domenico e Cianci Damiano.
La proditoria azione dei militari ha determinato la concessione della:
– Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria dell’Appuntato dei Carabinieri Stefano Condello, con la seguente motivazione:
CAPO EQUIPAGGIO DI AUTORADIO, NOTATE ALCUNE AUTOVETTURE – DI CUI UNA APPARTENENTE A PERICOLOSO PREGIUDICATO – CHE SOSTAVANO NELLE ADIACENZE DI CASOLARE ISOLATO, DOPO AVER LASCIATO ALL’ESTERNO DIPENDENTE CARABINIERE, VI SI INTRODUCEVA SENZA ESITAZIONE E, AFFRONTATO DA DUE MALVIVENTI, INGAGGIAVA VIOLENTA COLLUTAZIONE, RIUSCENDO A DISARMARLI DELLE PISTOLE CHE IMPUGNAVANO. RAGGIUNTO DA COLPI DI FUCILE DA CACCIA DA PARTE DI ALTRI MALFATTORI SOPRAGGIUNTI, SOSTENEVA, CON L’ARMA IN DOTAZIONE, CRUENTO SCONTRO A FUOCO FERENDO GRAVEMENTE UNO DEGLI AGGRESSORI. BENCHE’ COLPITO IN PARTI VITALI, NON DESISTEVA DAL SUO FERMISSIMO, EROICO COMPORTAMENTO, FINO A QUANDO, STREMATO, SI ACCASCIAVA AL SUOLO OVE VENIVA BARBARAMENTE FINITO. ESEMPIO LUMINOSO DI ATTACCAMENTO AL DOVERE SPINTO FINO ALL’ESTREMO SACRIFICIO”. RAZZA’ DI TAURIANOVA (RC), 1° APRILE 1977.
– Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria del Carabiniere Vincenzo Caruso, con la seguente motivazione:
“COMPONENTE EQUIPAGGIO DI AUTORADIO, LASCIATO DI VIGILANZA ALL’ESTERNO DI CASOLARE ISOLATO NEL QUALE SI ERA INTRODOTTO PER CONTROLLO UN GRADUATO CAPO SERVIZIO, INTERVENIVA SUBITO PER DARE MAN FORTE AL SUPERIORE, FATTO SEGNO A NUMEROSI COLPI DI ARMA DA FUOCO DA PARTE DI PREGIUDICATI, INGAGGIANDO CON ESSI, CON CORAGGIO E CONSAPEVOLE ARDIMENTO, UN CRUENTO CONFLITTO A FUOCO. BENCHE’ GRAVEMENTE FERITO PERSISTEVA NELL’AZIONE UCCIDENDO DUE MALFATTORI FINO A QUANDO, PRIVO DI FORZE, SI ACCASCIAVA STREMATO AL SUOLO, DOVE VENIVA BARBARAMENTE FINITO”. RAZZA’ DI TAURIANOVA (RC), 1° APRILE 1977.