Taurianova, smantellate le cosche Zagari-Fazzalari e Avignone. Arrestate nella notte 11 persone OPERAZIONE “SPES CONTRA SPEM”, dei carabinieri. ECCO I NOMI
Questa mattina, alle prime luci dell’alba, a Taurianova e Cinquefrondi, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica – Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo Dott. Giovanni Bombardieri, nell’ambito dell’operazione denominata “Spes contra Spem”, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione GIP – nei confronti di 11 persone, ritenute responsabili – in particolare – a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione illegale di armi anche da guerra, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, sostituzione di persona, tutti aggravati dal metodo e le finalità mafiose, avendo preso parte o comunque favorito la ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali operanti in Taurianova, denominate cosca ZAGARI-FAZZALARI e cosca AVIGNONE.
I soggetti destinatari della misura cautelare, tutti originari di Taurianova, sono:
ALESSI Antonino, classe 1989;
AVATI Francesco, classe 1982;
AVIGNONE Domenico, classe 1975
CANNIZZARO Giuseppe detto Enzo, classe 1970;
CARIDI Annalisa, classe 1970;
DE RACO Giuseppe, classe 1964, sottoposto agli arresti domiciliari;
LAFACE Claudio, classe 1964;
LAFACE Giuseppe, classe 1986;
LEVA Rocco, classe 1975;
PEZZANO Marzio, classe 1970;
ZAGARI Pasquale, classe 1964.
Sono inoltre indagati in stato di libertà:
A., classe 1966;
A., classe 1971.
M., classe 1972;
G., classe 1980.
La complessa e articolata attività investigativa, convenzionalmente denominata “Spes contra Spem”, è stata avviata dalla Compagnia Carabinieri di Taurianova nel giugno 2020, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Calabria – D.D.A., P.M. Dott.ssa Giulia PANTANO, e supportata da attività tradizionali e specialistiche compresi servizi di osservazione e pedinamento, il tutto rafforzato dalle testimonianze di alcuni imprenditori vittime di estorsione.
La genesi dell’indagine è rappresentata dalla raccolta di alcune dettagliate informazioni, resa possibile dalla capillarità dei Comandi Stazioni profondamente inseriti nel tessuto sociale del territorio, che hanno fatto ipotizzare che alcuni imprenditori erano vittime di vessazioni ed estorsioni da esponenti della criminalità organizzata locale.
Lo sviluppo delle investigazioni, capillarmente coordinate dalla DDA reggina, ha permesso di riscontrare le prime informazioni acquisite nonché identificare alcuni vittime che, una volta sentite, hanno ammesso le vessazioni e le richieste estorsive subite da parte, in particolare, di due storici referenti mafiosi di zona, AVIGNONE Domenico e ZAGARI Pasquale, quest’ultimo tornato a Taurianova dopo una lunghissima detenzione ed un periodo di sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale nel Nord Italia.
Proprio Pasquale ZAGARI, avvalendosi della fattiva collaborazione di partecipi e gregari, come l’AVATI Francesco, ALESSI Antonio e LEVA Rocco, era tornato nel suo paese di origine da capo e reggente, referente mafioso per la risoluzione di qualsivoglia questione, anche privata, da vecchio ‘ndranghetista mai ravvedutosi realmente, che chiede il “pizzo” o cui ci si affida per la risoluzione di contrasti privati, tentando di ristabilire quel controllo egemonico del territorio scalfito dalle recenti operazioni di polizia. ZAGARI Pasquale era l’unico esponente di rilievo della famiglia ad essere libero da vincoli giudiziari, atteso che gli altri fratelli ZAGARI Giuseppe cl.’63 e ZAGARI Carmelo cl.’69 sono detenuti, il primo condannato con sentenza definitiva alla pena dell’ergastolo ed il secondo condannato anche dalla Corte di Appello di Reggio Calabria nell’ambito procedimento penale c.d. “Terramara Closed” (esecuzione risalente al 2017) perché ritenuto appartenente ad associazione di tipo mafioso, unitamente alle sorelle, ZAGARI Italia cl.’59 (moglie dell’ergastolano VIOLA Marcello cl.’59) e ZAGARI Rosita cl.’75, entrambe condannate per concorso esterno nell’ambito dello stesso procedimento “Terramara Closed”, ed al cognato Fazzalari Ernesto, marito di quest’ultima, anch’egli già condannato con sentenza definitiva alla pena dell’ergastolo per plurimi omicidi, e catturato dopo una ventennale latitanza nel 2016. Anche ZAGARI Pasquale, uno dei principali protagonisti della faida di ‘ndrangheta di Taurianova nei primi anni ’90, era stato condannato all’ergastolo, pena però poi rideterminata in 30 anni di reclusione, conclusi con un periodo di sorveglianza speciale nel Nord Italia.
ZAGARI Pasquale aveva anzi avviato un apparente percorso di “riabilitazione sociale”, partecipando a dibattiti, convegni e incontri, come testimone di redenzione, pentendosi del suo passato criminale, e contro l’ergastolo ostativo, in ultimo proprio a Taurianova, nel settembre 2020.
In realtà, proprio nei primi permessi rilasciati durante la sorveglianza speciale una volta uscito dal carcere, ZAGARI era ritornato a Taurianova per compiere le sue attività delittuose, insieme a nuove leve della criminalità organizzata.
In particolare, per come acclarato dalla complessa indagine, con la fattiva collaborazione di altri indagati, medianti gravi minacce, anche evocando esplicitamente i morti della faida di Taurianova e la sua capacità di risolvere i problemi con la violenza, ha costretto imprenditori e cittadini a dazioni in denaro, sia per rafforzare la cosca di appartenenza e sia per il mantenimento delle famiglie in carcere, o li ha costretti ad abbandonare i locali utilizzati per l’attività commerciale svolta, o ancora si è intromesso nella compravendita di terreni, chiedendo somme di denaro non dovute per autorizzare l’acquisto o comunque coartando la loro volontà nelle scelte imprenditoriali e private, in favore di altri soggetti a lui vicini. ZAGARI, da storico ‘ndranghetista, ha anche offerto e imposto la sua protezione mafiosa, non richiesta, alle vittime, in cambio di aiuti economici e favori, il tutto per tentare di ristabilire il controllo egemonico del territorio e ottenere l’assoluto riconoscimento di “capo”. Proprio a causa della violenza e insistenza delle sue pretese, nell’ottobre 2020 è stato arrestato in flagranza dai Carabinieri di Taurianova, in occasione dell’ennesima “visita” ad una delle vittime, in realtà vicenda rientrante in un più ampio piano delinquenziale.
In tali gravi fatti entrano in gioco anche altri soggetti, come PEZZANO Marzio, DE RACO Giuseppe, CANNIZZARO Giuseppe, i quali, benché apparentemente estranei a contesti mafiosi, si erano rivolti a vario titolo proprio a ZAGARI Pasquale per risolvere forzatamente in loro favore le controversie in corso con alcune delle vittime delle condotte estorsive (anche al fine di ottenere il rilascio dei locali utilizzati per le attività aziendali), così divenendo veri e proprio mediatori, partecipi e “mandanti” delle azioni delittuose, ricercando e ottenendo quell’aiuto “mafioso” che rafforza e fortifica la criminalità organizzata nel territorio, in sostituzione dello Stato. Una richiesta illecita di aiuto che però si è ritorto contro di loro, essendo stati destinatari di misura cautelare quali concorrenti in estorsione aggravata dal metodo e finalità mafiose.