Taurianova, verso le comunali c’è ancora fumata nera. Topo Gigio resta l’unico candidato Il Comune "liquida" Fabio Scionti, la città va avanti con il Commissario e per il resto regna ancora l'incertezza
La vita è fatta di piccole cose, di semplicità le quali sommate tutte insieme formano azioni importanti le quali producono consenso ed apprezzamenti. Non c’è bisogno di rincorrere il prestigio, la grandezza (che poi quasi sempre sfocia in megalomania e in una narcisa condizione di superiorità come facevano i nobili di un tempo, oramai “decaduti”). Occorre sempre iniziare, partire e ripartire dal basso. Come ci disse un grande maoista che di cognome faceva Tse-tung, in una sintesi del suo pensiero affermò che, la storia è scritta, nella sua operosità, dalle persone semplici, quelle umili, ma sono sempre i padroni a raccontarla. Gli operai comunali insieme a quelli dell’Avr stanno lavorando con grande operosità, il paese è pulito, diversi lavori stanno andando avanti, con le stesse difficoltà di sempre però non c’è un sindaco ma un commissario prefettizio, la dott.ssa Surace. Addirittura il piazzale del cimitero di Radicena è stato pulito dagli operai comunali addetti del cimitero, e a tal proposito si propone al Commissario se non sarebbe il caso di introdurre un orario continuato dalle 8 alle 15, visto che nessuno c’ha mai pensato? In alcune realtà è così ed è pure apprezzato.
Particolarità queste che dovrebbero far riflettere alla politica locale, specie quella che ambisce a gestire la città sapendo che c’è un buco ancora da sanare e che ha creato la bancarotta comunale. In altre parole, la fascia tricolore è solo un addobbo di parvenza o rappresenta un reale valore morale ed operoso per la città? La scelta dovrebbe ricadere su queste cose e non su altro. Già un altro commissario prefettizio aveva dato in poco tempo grandi risposte ed è stato il prefetto Luisa Latella nel 2007 con tre “atti di indirizzo” in pochi mesi stravolse la vita amministrativa di una città negli anni che seguirono. Mentre la politica dell’epoca diceva che era tutto a posto, lei nero su bianco affermò il contrario.
Mentre tutto scorre nel tempo, ci ritroviamo quasi a dover fare i conti con il mese di febbraio che sta volgendo al termine e, inesorabilmente si avvicinano quelle elezioni di primavera, in quel maggio mese delle profumate rose sanciranno il nuovo primo cittadino di Taurianova. Quello che oggi regna è solo l’incertezza, c’è un margine di fondo che disegna improbabili scenari di orizzonti apocalittici e tempestosi. Nessuno si sbilancia, altri vorrebbero essere chiamati (da anni oramai) per essere candidati alla guida della città (ma i sogni in questi casi si infrangono negli scogli dell’indifferenza), alcuni non si sbilanciano e qualcuno prende tempo (troppo direi e inutilmente perché lo scorrere in tensione è dannoso). È il caso, quest’ultimo, che riguarda l’ex sindaco, quello uscente, ovvero Fabio Scionti.
L’atteggiamento dell’ex “marchese” sembra quello descritto in quel luogo che vive nelle parole di Paolo Conte, “Quella musica continuava, era una canzone che diceva e non diceva. L’orchestra si dondolava come un palmizio davanti a un mare venerato”. Incertezza o tattica? In due riunioni svolte chi ha partecipato ne è uscito più confuso che persuaso, alla seconda riunione convocata dall’ex sindaco, c’è chi il giorno dopo per la confusione dell’incertezza ha avuto attimi di smarrimento finanche a non riconoscere nemmeno i parenti. Sarà il preludio del “dramma della bandiera bianca” della riunione che si terrà venerdì prossimo?
Intanto Fabio Scionti con la Determina n. 103 del 17/02/2020 è stato “liquidato” dal Comune con la “liquidità di fine mandato” da sindaco della città, e che gli tocca per legge, pari a 9.761,06 chiudendo il suo primo mandato (e forse l’ultimo?). Un atto d’amore verso la città non quello di devolvere parte per restaurare il busto di Gemelli Careri? Lo so, sto delirando.
Ma quali sono le sue titubanze a ricandidarsi? La paura di perdere al primo turno e non riuscire ad andare al ballottaggio? Forse non avendo più quella squadra che l’ha portato alla vittoria si stanno disgregando alcune certezze? È pur vero che nel 2015 quella squadra l’ha fatto andare al secondo turno, ma se non fosse per alcuni voti donati da un’altra coalizione quelle elezioni le avrebbe perse. Forse c’è pure una questione lavorativa che in un certo qual modo lo sta facendo riflettere? In quel 19 novembre del 2018, avevamo scritto (e anche criticato) che lo stesso era rientrato a tempo pieno nel suo lavoro, era il due luglio dello stesso anno (registro decreti n. 7178 del 04/07/2018), alla Regione forte di un decreto regionale (registro decreti n. 7577 del 13.07.2018), che lo inseriva come “componente della Segreteria Tecnica – Ufficio Programmi Nazionali”. Visto pure che nel novembre del 2019 era stato confermato come “Componente della struttura ausiliaria del Dipartimento della Programmazione Nazionale” con protocollo n. 13830 del 11/11/2019, ovvero 23 giorni prima della sfiducia a sindaco della città. Sono piccole cose (piccole per modo di dire) che fanno o lo fanno riflettere? Staremo a vedere, intanto dall’altra parte c’è il buio assoluto, non c’è ancora nessuna ufficialità di candidati, nessuno si espone né sappiamo nulla di quanto sta accadendo, solo voci che lasciano il tempo che trovano.
Il problema di chi va a sedersi a fare il sindaco è soprattutto finanziario, di quel buco da 12 milioni di euro che prima o poi dovrebbe essere sanato, visto che nei fatti il Comune è in “bancarotta”, visto pure che l’attuale Commissario prefettizio ha dovuto in questi giorni attingere a delle “anticipazioni di liquidità” (prot. n. 3 del 18/02/2020) che poi saranno messe nel bilancio di previsione 2020 che dovrà essere approvato entro la fine di marzo (prot. n. 4 del 18/02/2020).
Diciamo che la situazione per chi siederà in quella poltrona non sarà solo la parvenza di indossare una fascia tricolore nelle processioni o nelle cerimonie ufficiali, ma anche di rimboccarsi le maniche per creare i presupposti che dovrebbero favorire la rinascita di una città che oramai “d’arte” ne è rimasta ben poco.