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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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Telecomunicazioni, clausola di salvaguardia nei call center Carchidi (Slc Calabria): "I poteri forti escono allo scoperto"

Telecomunicazioni, clausola di salvaguardia nei call center Carchidi (Slc Calabria): "I poteri forti escono allo scoperto"
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“Le dichiarazioni rilasciate da Asstel dimostrano che le preoccupazioni che avevamo
circa lobbisti e gruppi di pressione che lavoravano nell’ ombra a boicottare il comma
7 bis, non erano errate”. Ha tuonato Daniele Carchidi, Segretario Generale della
Slc Cgil Calabria, commentando il comunicato di Asstel, l’associazione datoriale
che rappresenta le maggiori imprese committenti nel settore delle Telecomunicazioni.
“Le affermazioni del Presidente Ravera dimostrano quanto i rappresentanti di Asstel
temano l’introduzione di regole nel settore. Una regolamentazione che tutelerebbe
i lavoratori più deboli nel mercato delle telecomunicazioni e che ovviamente ridurrebbero
i profitti delle grandi committenti, che da anni lucrano grazie ad un sistema illogico
che favorisce le gare al massimo ribasso a danno di lavoratori, stato ed utenti.”
Ha affermato il rappresentante della Slc.
“Le forze che mirano a non recepire una norma di dignità sono uscite allo scoperto,
attaccando frontalmente il comma 7 bis del DDL Appalti che è una norma di buon senso
operativa in tutta Europa da anni e che finalmente l’Italia si appresta a recepire”.
Ha dichiarato il sindacalista Cgil.
“È preoccupante che in questo settore le regole spaventino le imprese – ha perseguito
Carchidi – non ci aspettavamo sicuramente salti di gioia da talune aziende che, in
questi anni, hanno aumentato i profitti grazie alle gare al massimo ribasso ed alla
assenza di regole nel settore, ma di sicuro non credevamo in un attacco così sfrontato
e diretto”.
“Il Ddl Appalti andrà in votazione in Parlamento nei prossimi giorni, comprensivo
dell’emendamento relativo alle clausole sociali nei call center – ha concluso Daniele
Carchidi – la palla passa ai parlamentari che dovranno scegliere se tutelare l’occupazione
di 80 mila lavoratori o garantire il profitto di grandi aziende a discapito delle
casse dello Stato, dei lavoratori e degli utenti.”