Tensione fra gli operai del porto di Gioia Tauro Assemblea davanti all’entrata dello scalocontro i turni massacranti della Cig
Tensione ieri mattina al porto di Gioia Tauro. Una cinquantina di persone, tutti dipendenti della Mct, la società che gestisce il terminal portuale, ha inscenato un’assemblea improvvisata, per denunciare la situazione che sono costretti a sopportare. A quanto risulta, ben 180 lavoratori, che avevano usufruito della cassa integrazione a partire dal mese di febbraio, hanno appreso della decisione dell’azienda di collocare nuovamente in cassa le stesse persone. Il problema è che questo ammortizzatore sociale riduce gli stipendi anche di 7000 euro in un anno, creando enormi problemi finanziari ai lavoratori e alle loro famiglie, come molti hanno lamentato. Ulteriore motivo di tensione è stata la decisione dell’azienda di mettere in cassa integrazione solo i lavoratori del piazzale, e non i dipendenti degli uffici, scelta osteggiata dai manifestanti.
Presenti alla vertenza diversi sindacalisti, tra i quali Mimmo Laganà della Filt Cgil, Daniele Caratozzolo e Mimmo Macrì del Sul. Laganà ha tentato di smorzare i toni e ha invitato gli scioperanti a tornare al lavoro, ma egli stesso è cosciente che la situazione attuale vada oltre quanto concordato con l’azienda, sia in termini di numero di operatori interessati dalla cassa, sia di durata della stessa.
Nel primo pomeriggio, si è svolta una riunione con il capo del personale Roberto Gastaldo, il quale ha garantito che il mese prossimo saranno interessati dall’ammortizzatore sociale solo 91 dipendenti.
Rimane il problema della diminuzione dei volumi, scesi in questa settimana a soli 28 mila container. Se la situazione non migliorerà entro luglio – afferma Gastaldo – occorrerà decidere se continuare con la cassa integrazione o se far scattare gli esuberi.
I lavoratori ieri sono tornati a lavoro, ma l’atmosfera rimane molto tesa al porto di Gioia Tauro, e continuerà ad esserlo anche nei prossimi mesi.
(Fonte: Il Quotidiano del Sud)