Tentata truffa, coinvolto ex sindaco Marco Cascarano Obbligo di dimora per l'attuale consigliere comunale di Cinquefrondi. Analogo provvedimento per Girolamo Carere, titolare di un'azienda agricola
Il 23 giugno scorso i Carabinieri della Compagnia di Taurianova hanno eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura, P.M. Dott. Daniele Scarpino, nei confronti di:
– CASCARANO Marco, classe 1979, Consigliere Comunale di Cinquefrondi e impiegato;
– CARERE Girolamo, classe 1980, titolare di azienda agricola;
poiché ritenuti responsabili del reato di tentata truffa aggravata in concorso.
Il provvedimento cautelare scaturisce da una attività investigativa svolta dalla Stazione Carabinieri di San Giorgio Morgeto, sotto il costante coordinamento della Procura di Palmi, avviata nel maggio 2017 a seguito del rinvenimento a San Giorgio Morgeto di un mazzo di fiori e dei proiettili calibro 12, nonché di un messaggio di condoglianze, posizionati sul parabrezza di una autovettura parcheggiata in strada e di proprietà di un commerciante locale. Pochi giorni dopo lo stesso uomo ha trovato sul portone di ingresso di un suo famigliare un altro allarmante messaggio intimidatorio.
L’articolata indagine, svolta attraverso analisi tecniche, accertamenti e riscontri investigativi al fine di chiarire il movente degli atti intimidatori, ha consentito di escludere la matrice estorsiva connessa alla conduzione dell’esercizio commerciale ed anzi ha portato gli investigatori a ricostruire uno scenario diverso, nel quale gli indagati, amici della vittima, hanno intenzionalmente compiuto le minacce al fine di intimorire il commerciante ed ingenerare in lui un pericolo immaginario.
Infatti, approfittando del timore causato dall’evento, i due hanno raccontato alla vittima circostanze false e ingannevoli, tentando di convincerla a pagare 3.000 euro in contanti, da suddividere in rate mensili, che poi loro avrebbero dovuto consegnare a terzi soggetti inesistenti, al fine di risolvere bonariamente la situazione di pericolo, in realtà da loro stessi creata. L’uomo non ha ceduto alle pressioni e non ha quindi consegnato agli indagati il denaro ingiustamente richiesto, i quali, invece, dovranno rispondere del reato di tentata truffa aggravata.