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Tepco, in mare 15.000 tonnellate di acqua radioattiva

Tepco, in mare 15.000 tonnellate di acqua radioattiva

| Il 04, Apr 2011

Ad annunciarlo la Kyodo

Tepco, in mare 15.000 tonnellate di acqua radioattiva

Ad annunciarlo la Kyodo

 

(ANSA) TOKYO – La Tepco, il gestore dell’impianto nucleare di Fukushima, ha reso noto che da domani potrebbe riversare nell’oceano Pacifico 15.000 tonnellate di acqua radioattiva. Lo riferisce la Kyodo. Il governo giapponese va in pressing sulla Tepco, il gestore dell’impianto nucleare di Fukushima, perché blocchi la falla del pozzo di contenimento del reattore n.2 che riversa acqua altamente radioattiva nell’oceano. “Dobbiamo assolutamente fermare l’infiltrazione di acqua contaminata il più presto possibile: con questa forte determinazione, abbiamo chiesto alla Tepco di agire in fretta”, ha detto il capo di gabinetto, Yukio Edano. In mancanza di una svolta immediata, ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa, l’accumulo di materiale radioattivo “avrà un pesante impatto sull’oceano”. Due operai della centrale nucleare di Fukushima, scomparsi dal giorno del sisma/tsunami dell’11 marzo, sono stati ritrovati morti, sempre nello stesso sito. Sulla base di quanto riferito in conferenza stampa dalla Tepco, il gestore dell’impianto, i due, di 24 e 21 anni, sarebbero deceduti per le ferite multiple riportate associate a tracce di annegamento. Le analisi fatte dai medici legali hanno ipotizzato la morte poco piu’ di un’ora dopo il terremoto, avvenuto alle ore 14.46 dell’11 marzo, cui e’ seguito il devastante tsunami. I loro corpi sono stati trovati mercoledi’ e poi ripuliti e decontaminati, visto che l’impianto continua a rilasciare forti dosi di radiazione in quella che e’ la peggiore crisi nucleare del Giappone. La Tepco ha reso noto di aver individuato la perdita al reattore n.2 della centrale di Fukushima dalla quale c’é la fuoriuscita di acqua radioattiva che si riversa poi in mare. La compagnia, dopo diverse verifiche, ha spiegato di aver trovato acqua radioattiva in uscita da un pozzo di calcestruzzo lesionato, parte del reattore n.2. Le radiazioni, misurate in 1.000 millisievert/h, creano problemi anche alla messa a punto di interventi efficaci che, secondo l’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, prevedono un’iniezione di cemento per tappare la perdita. Allo stesso tempo, l’Agenzia ha spiegato che sono in corso accertamenti per verificare l’integrità delle condutture degli altri reattori.

GIAPPONE: AMB.ITALIA, PAESE CE LA FARA’ MA HA BISOGNO DI NOI – Il Giappone nonostante ”l’immane tragedia che lo ha colpito”, sta mostrando ”una tale compattezza, che riuscira’ in tempi rapidi a risollevarsi”, ma questo non significa che ”non abbia bisogno di aiuto”: ”tocca ora all’Italia, alle sue imprese, alle sue famiglie, ai suoi giovani, capire che e’ il ricco Giappone oggi ad avere bisogno di noi”. Cosi’ l’ambasciatore italiano a Tokyo, Vincenzo Petrone, in un intervento sul Sole24ore fa un bilancio della situazione del Giappone post terremoto, ora alle prese non solo con la ricostruzione ma anche con i rischi di contaminazione legati ai danni subiti dalla centrale nucleare di Fukushima. ”Lo shock di Fukushima – scrive Petrone – sta dando al Giappone e alla sua leadership politica e industriale il coraggio delle grandi scelte e delle riforme che il paese ha rinviato ma non ignorato”. E’ opinione comune, spiega ancora il diplomatico, ”che la ripresa sara’ rapida” e che ”vedremo un Giappone piu’ forte, piu’ dinamico, piu’ moderno. Fondamento di questa ripresa sara’ , ancora una volta, la fiducia che i giapponesi ripongono nelle loro istituzioni e nelle loro ziende”. E se e’ vero che ”il debito pubblico ha raggiunto livelli molto preoccupanti”, sottolinea Petrone, e’ anche vero ”che la pressione fiscale rimane bassa, certamente inferiore a quella di qualsiasi paese europeo, inclusa l’Italia”. Lo yen inoltre ”non solo non ha perso valore – ricorda l’ambasciatore – ma ha addirittura raggiunto livelli record rispetto al dollaro. I capitali non sono usciti dal Giappone”. E quello che ci si aspetta dopo la crisi di Fukushima e’ che vengano ”moltiplicati gli investimenti per il risparmio energetico e la produzione di energia pulita e rinnovabile”. Tutto questo non significa che il Giappone ”non abbia bisogno di aiuto – conclude il diplomatico – e’ un paese al quale dobbiamo veramente molto”, ora ”tocca all’Italia” capire che ”ha bisogno di noi”. PRIMA VISITA PREMIER IN ZONE DEVASTATE DA TSUNAMI – Il primo ministro giapponese Naoto Kan si è recato per la prima volta in tre settimane nella regione del nord-est del Giappone devastata l’11 marzo da un forte terremoto seguito da uno tsunami. Kan è arrivato da Tokyo con un elicottero militare nel piccolo porto di Rikuzentakata (prefettura di Iwate), particolarmente colpito dalla doppia catastrofe: circa 1.000 persone sono morte e altre 1.300 risultano ancora disperse. Il premier incontrerà in seguito nella prefettura di Fukushima le squadre di soccorso che stanno intervenendo nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Naoto Kan aveva annullato il 21 marzo scorso una prima visita prevista nel nord-est del paese per il maltempo. Il 12 marzo, il giorno dopo il terremoto e lo tsunami, Kan aveva sorvolato in elicottero la centrale nucleare di Fukushima per rendersi conto dei danni che aveva subito. Kan era stato in seguito criticato da alcuni parlamentari secondo i quali il sorvolo delle zone colpite aveva ritardato le operazioni di intervento, in particolare il rilascio controllato di vapore radioattivo per far abbassare la pressione nel reattore.

CANE SALVATO IN MARE A TRE SETTIMANE DA TSUNAMI – Un autentico miracolo: un cane e’ stato salvato in mare al largo della costa di Kesennuma, nella prefettura di Miyagi, a seguito del ritrovamento da parte della guardia costiera giapponese mentre era sul tetto di una casa spazzata via dallo tsunami generato dal sisma dell’11 marzo. Lo ha riferito la stessa guardia costiera che ha provveduto anche a diffondere immagini e un video dell’operazione avvenuta venerdi’ pomeriggio, non senza complicazioni. Il cane, infatti, rintracciato da un elicottero impegnato nel primo giorno della maxi-ricerca dei dispersi che sta mobilitando quasi 30.000 militari tra giapponesi e americani, e’ stato avvicinato da una scialuppa di salvataggio a quasi 2 km al largo di Kesennuma, in pieno pomeriggio. L’operazione si e’ conclusa dopo un’ora visto che l’animale, molto spaventato, ha cominciato a fuggire dai soccorritori saltando sugli altri detriti galleggianti, costituiti in gran parte da legname alla deriva. L’offerta di cibo lo ha poi alla fine tranquillizzato, mentre biscotti e salsiccia datigli in seguito sulla motovedetta lo hanno definitivamente rassicurato. Considerando la durissima prova, l’animale e’ stato trovato in buone condizioni, mentre sul collare scuro non sono stati trovati indizi sui proprietari, come numeri di indirizzo e di contatto, ma gia’ in molti si sono offerti di ‘adottarlo’. Un altro salvataggio eccezionale in mare, dopo l’uomo di 60 anni aggrappato al tetto di casa tratto in salvo a 15 km dalla costa appena tre giorni dopo lo tsunami. Sempre per quanto riguarda il migliore amico dell’uomo, ha commosso il mondo intero l’episodio che ha visto un cagnolino rimasto per ore tra le macerie di Mito, citta’ della prefettura di Ibaraki duramente devastata, a vegliare un compagno ferito. Secondo il racconto degli uomini della protezione civile, l’ animale avrebbe accettato di andare via solo dopo il recupero del compagno.

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