Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Terapia Di Bella, una nuova importante sentenza del Giudice del Lavoro di Foggia: “Asl paghi le cure Il Tribunale ha ordinato la distribuzione gratuita del multitrattamento alle ammalate e alla rifusione delle spese per le cure sostenute

Terapia Di Bella, una nuova importante sentenza del Giudice del Lavoro di Foggia: “Asl paghi le cure Il Tribunale ha ordinato la distribuzione gratuita del multitrattamento alle ammalate e alla rifusione delle spese per le cure sostenute
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Con un’importante ed innovativa sentenza del 27.12.2014 il Tribunale di Foggia
in funzione del Giudice del Lavoro, ha autorizzato la somministrazione gratuita a
carico dell’ASL di Foggia del multi trattamento conosciuto come “Terapia di Bella”.
Nel dispositivo, viene ripercorsa la ‘battaglia’ scientifica che ha portato alla
bocciatura della sperimentazione del metodo Di Bella nel 1998, ma viene precisato
che “l’efficacia terapeutica di un farmaco e la sua insostituibilità può essere
sempre provata nel caso concreto. Il fatto riguarda due donne madre e figlia, rispettivamente
di 65 e 37 anni, che a pochi mesi di distanza l’una dall’altra, avevano scoperto
di avere un tumore al seno. La più giovane, dopo il fallimento delle chemioterapie,
si è rivolta al figlio del medico modenese che ha iniziato a curarla. Dopo un anno
e mezzo i risultati sono stati visibili e alla fine dell’anno successivo le metastasi
erano pressoché scomparse, lasciando solo una piccola cicatrice al fegato, così
come hanno potuto constatare i medici dello Ieo di Milano che hanno dovuto prendere
atto, nonostante le loro certezze, della nuova situazione. Entrambe si erano sottoposte
alla cura con successo. Il magistrato del tribunale foggiano, con ampia e condivisibile
motivazione ha rilevato che se nei casi specifici è provata l’efficacia terapeutica
e l’insostituibilità della cura in questione a fronte della “palliatività”
delle cure tradizionali poste a carico del Servizio Sanitarie, il “MDB” potrà,
pertanto, risultare terapia farmaceutica da porsi a carico del SSN. Pertanto, la
Asl di Foggia è stata condannata a rimborsare le spese sostenute dalle due pazienti
perché, per il giudice, su di loro: “I farmaci associati alla cura con il metodo
Di Bella si sono rivelati efficaci e insostituibili, essendo fallite le prescrizioni
terapeutiche offerte dalla medicina ufficiale”. Inoltre una terapia farmacologica
è indispensabile se è efficace ed è insostituibile se, per le particolari condizioni
del soggetto, gli altri farmaci del prontuario dovessero risultare incompatibili
o concretamente inefficaci”. La sentenza spazza via le obiezioni anche rispetto al
giro d’affari dei ritrovati relativi alla terapia messa a punto dallo scienziato
modenese: “La cura Di Bella, ribadisce il magistrato, risponde al principio dell’economicità
poiché i farmaci di questa terapia hanno un costo inferiore rispetto a quelli del
circuito oncologico ufficiale”. Nella fattispecie, il giudice del lavoro ha, infatti,
ritenuto documentata l’efficacia dei farmaci e dell’intera terapia producendo
un miglioramento della patologia tumorale, mentre la terapia ufficialmente riconosciuta
è risultata essere stata inefficacie. La novità, rileva Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”, non è solo l’annosa questione della libertà
di cura ed il diritto all’assistenza da parte dello Stato, ma soprattutto che il
giudice del lavoro sia intervenuto a sancire il diritto al rimborso delle spese sinora
sostenute dalla paziente che risultano integralmente poste a carico dell’ASL di
Foggia. Lo “Sportello dei Diritti”, che ricordiamo è nato proprio a seguito
delle battaglie di Carlo Madaro, non può non plaudere a decisioni del genere che
vengono incontro agli ammalati restituendo speranza quando altre cure “certificate”
non portano ad una guarigione o ad un miglioramento delle condizioni di vita e pertanto
continuerà nell’attività di assistenza di tutti i cittadini che vorranno intraprendere
azioni giudiziarie in tal senso.