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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 28 GENNAIO 2025

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Terra trema ancora. Sciacallaggio e terrore

Terra trema ancora. Sciacallaggio e terrore

| Il 01, Giu 2012

Nella notte 23 nuove scosse, la più forte 2.9. Clini: “15 anni per mettere in sicurezza il suolo”

Terra trema ancora. Sciacallaggio e terrore

Nella notte 23 nuove scosse, la più forte 2.9. Clini: “15 anni per mettere in sicurezza il suolo”

 

 

(ANSA) ROMA – Sono state 23 le scosse di terremoto registrate nella notte nella zona dell’Emilia colpita dal violento sciame sismico che ha causato dal 20 maggio 17 morti, 350 feriti e 15.000 sfollati. Secondo i rilievi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), delle scosse avvenute dalla mezzanotte alle 5:20 di oggi tra Emilia e Lombardia, la più forte è stata a 00:42 con magnitudo 2.9 ed epicentro in prossimità dei comuni modenesi di Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro.

CLINI, 80MLN DA DIMEZZAMENTO CONTRIBUTO PARTITI – Gli interventi del governo per le zone terremotate dell’Emilia ammontano a 500 milioni di euro: “420 dalle accise sulla benzina e 80 dal dimezzamento del contributo ai partiti”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a Uno Mattina su Rai1. Clini ha quindi sottolineato anche il lavoro che si sta facendo in ambito Ue per “liberare dai vincoli dei patti di stabilità infrastrutture prioritarie per lo sviluppo e tra queste la rimessa in funzione dell’economia emiliana”. Clini ha parlato quindi della necessità della “messa in sicurezza dal rischio sismico per prevenire i danni anche sugli edifici storici” come avvenuto per la Basilica di Assisi “ricostruita contro il rischio sismico”. Per Clini “si può fare”. Per quanto riguarda l’Emilia e le sue industrie il ministro ha escluso qualsiasi delocalizzazione fuori dalla regione “altrimenti si spezzerebbe un network vitale”. In generale sulla messa in sicurezza del territorio anche dal rischio idrogeologico Clini è tornato sul piano da oltre 40 miliardi in 15 anni, un parte anche con risorse Ue.

VIA CONTA DANNI;CLINI, SERVE PIANO 15 ANNI

dell’inviato Leonardo Nesti

Un quotidiano, costante, sfibrante braccio di ferro, fra la paura e la voglia di rialzarsi in piedi. La Bassa modenese cerca di far prevalere la seconda, facendo appello ad una concreta razionalità e ad un secolare senso pratico che cerca di cacciare la paura laggiù dove deve stare, in fondo ad un angolo buio dell’animo umano e dello spirito collettivo. Ma la paura ci prova sempre, con mille espedienti. Basta chiudere gli occhi per rivivere quei tremendi secondi che martedì hanno distrutto case e capannoni, uccidendo 17 persone. Basta aprirli per rendersi conto che lo sciame sismico non dà tregua: sono tantissime le piccole scosse che continuano a registrarsi, alle 17 la terra è tornata a tremare con una certa intensità, con una scossa di magnitudo 4.0. Oppure, basta aprire le orecchie per sentire persone che si interrogano su leggende metropolitane, completamente infondate, ma che alimentano psicosi collettive su un nuovo, imminente, distruttivo evento sismico. Messe in giro ad arte, è il timore delle forze dell’ordine, da qualcuno con intenti criminali: la gente impaurita è più facile da derubare. La Procura di Bologna ha disposto accertamenti. Sospesa fra speranza e paura, dopo che il sisma di martedì ha già spezzato la voglia di ripartire dopo il terremoto del 20 maggio, la Bassa prova così a rialzarsi faticosamente in piedi. Sono cominciati i sopralluoghi su case e capannoni industriali. La gente, per il momento, non ha intenzione di rientrare in casa: le soluzioni alternative (campi, strutture coperte, alberghi) ospitano oltre 15mila persone, senza contare i tanti mini-campi improvvisati con le tende un po’ ovunque: aiuole, giardini pubblici, terreni agricoli. Dopo la strage di operai dei giorni scorsi, a lavoro non si tornerà prima che le verifiche saranno concluse e diranno con chiarezza quali capannoni rispettano le più recenti norme antisismiche e quali no. Poi, piano piano, le case agibili, quelle che sono state abbandonate per paura, torneranno a popolarsi, si comincerà a pensare alla ricostruzione e, eventualmente, a soluzioni abitative provvisorie. Il presidente della Regione Vasco Errani, che il consiglio dei ministri ha nominato commissario per la ricostruzione, ha passato la giornata a studiare, con i suoi collaboratori, le proposte da fare al governo: l’obiettivo, come ha annunciato ieri, è quello di rimanere il più possibile lontani dal concetto della ‘straordinarieta”, per dimostrare che qui le istituzioni sono solide e funzionano. Errani, insomma, vuol fare il ‘non-commissario’, che fa ‘soltanto’ da punto di riferimento nei confronti dello Stato per i Comuni del territorio, veri protagonisti della ricostruzione. Giovedì 7 giugno, intanto, come ha annunciato Errani, a far visita alle zone terremotate arriverà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ed è cominciata anche la stima dei danni per l’economia della zona, fondata, in particolare, sul biomedicale, la meccanica e l’agroalimentare. Solamente nel settore dell’industria, le aziende con strutture danneggiate non sarebbero meno di 500 con 12-13mila posti di lavoro a rischio. Stime tutt’ora in corso, che associazioni di categoria e sindacati temono che possano aumentare anche notevolmente. Muove i primi passi, intanto, l’inchiesta giudiziaria coordinata dalla procura di Modena sulle vittime dei crolli. Per ora si cerca di distinguere le morti accidentali, da attribuire solo al destino, da quelle invece in cui in ipotesi si possono profilare delle responsabilità. Per le vittime causate da morti accidentali potrebbe essere autorizzato presto il seppellimento, per gli altri sarà disposta l’autopsia. Al di là degli eventi, però, il terremoto emiliano ha riproposto al dibattito il tema della messa in sicurezza del paese: progetto rilanciato dal ministro dell’ambiente Corrado Clini. “Ho cominciato a parlare – ha detto – di un piano nazionale per la sicurezza del territorio non appena mi sono insediato. Un piano che duri quello che deve durare, ma almeno 15 anni. Una priorità, una grande infrastruttura per il nostro paese. L’evento sismico di questi giorni ne ha richiamato la necessità”.