Terranova Sappo Minulio ha un nuovo gonfalone
redazione | Il 29, Ott 2011
Alla cerimonia di ufficializzazione il prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta
di TERESA COSMANO
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Terranova Sappo Minulio ha un nuovo gonfalone
Alla cerimonia di ufficializzazione il prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta
Nuovo emblema araldico per il comune di Terranova Sappo Minulio. Si è svolta in una gremita sala consiliare, alla presenza di un nutrito gruppo di amministratori e del prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta, la cerimonia di ufficializzazione del nuovo gonfalone della città. Proprio Varratta ha consegnato direttamente nelle mani del primo cittadino Salvatore Foti, il decreto del Presidente della Repubblica che riconosce al Comune il proprio gonfalone e le miniature originali, oltre che dello stendardo, anche dello stemma e della bandiera. «Oggi – ha affermato il prefetto – si scrive una nuova pagina di storia. Finalmente è stata ristabilita la verità storica sui segni distintivi di questo comune». Una verità rimasta per molto tempo nascosta, ben 27 anni. Tanto infatti ci è voluto, per «legittimare la storia autentica del comune di Terranova», come ha spiegato Agostino Formica, deputato di Storia Patria per la Calabria, che attraverso un minuzioso lavoro di ricostruzione di documenti storici, coadiuvato dall’omologo Giovanni Quaranta, anch’esso presente alla cerimonia, è riuscito a risalire al vero simbolo araldico della città.
«Terranova ha vissuto per tutti questi anni – ha sottolineato Formica – con una carta di identità fasulla. Nel 1984 lo stemma civico è stato disintonizzato dal vero stemma storico. Un gonfalone del tutto inventato. Dopo vari studi possiamo affermare che il vero simbolo della città è San Martino. Osservando il vecchio gonfalone, si nota un cavaliere con un aureola rossa, simbolo questo che in araldica indica un santo, ma che nella vecchia blasonatura viene descritto invece come un semplice cavaliere. E’ evidente che all’epoca – ha continuato – non sono stati fatti i dovuti studi, ma ci si è soffermati ai dispacci del fondo “Voci di vettovaglie di Calabria Citra”, conservati nell’archivio di Stato di Napoli. Bastava fare una ricerca più approfondita per ritrovare il libro di Paolo Gualtieri, parroco di Terranova, di molto anteriore alle Voci di vettovaglie, nel quale viene specificato più volte che il simbolo della città è proprio San Martino, oppure ancora soffermarsi ad osservare lo stemma di Taurianova, cui Terranova ne è stata frazione nel 1928, per ritrovare raffigurato ancora il Santo». Nel corso della cerimonia, della descrizione dell’araldica, dell’iter burocratico per ottenere il nuovo gonfalone e delle differenze tra il vecchio ed il nuovo stendardo, si è occupato Giovanni Quaranta.
Lo studioso ha spiegato che i due gonfaloni hanno in comune lo scudo, la forma sannitica moderna e i rami di quercia e alloro, mentre si differenziano per la corona e per il colore della dicitura, in argento nel vecchio e d’oro nel nuovo. «L’argento – ha sottolineato Quaranta – si usa per i comuni, mentre l’oro per le città e Terranova è diventata tale il 28 luglio del 2005». Il deputato di Storia Patria ha poi affermato che in Calabria, «vi sono moltissimi comuni, che si ritrovano con stemmi totalmente sbagliati rispetto alla loro storia o addirittura utilizzano gonfaloni senza alcun decreto di concessione, come Polistena e Maropati». Visibilmente emozionato il sindaco Foti, si è detto orgoglioso di essere riuscito a ridare a Terranova la sua vera blasonatura, «un obiettivo che mi ero prefisso fin dalla mia elezione. Ad oggi posso affermare che la mia amministrazione è riuscita a raggiungere quasi tutte le mete che si era posta. Di questo nuovo traguardo – ha continuato – devo ringraziare Formica e Quaranta, grazie ai quali Terranova si può di nuovo fregiare del suo antico stemma». Il primo cittadino ha poi annunciato che presto, anche il palazzo municipale verrà intitolato a San Martino.
t.cosmano@approdonews.it