Terremoto nel Partito democratico calabrese I sindaci di Civita e Frascineto si autosospendono
I sindaci di Frascineto, Angelo Catapano, e di Civita, Alessandro Tocci, si
auto sospendono dal Partito Democratico. È questa la determinazione a cui
sono arrivati i due amministratori delle cittadine arbëreshe, contigue
territorialmente, che mercoledì 10 agosto hanno fatto sapere, attraverso
una conferenza stampa, tutte le problematiche e le cause che hanno portato
alla rottura definitiva con i democrat. All’origine del dissapore c’è la
mancanza di dialogo e, sottolineano, l’assenza della politica nella
gestione del governo nazionale e della conseguente adeguatezza del governo
regionale alla miope politica che vuole estromettere i piccoli comuni dalla
compagine amministrativa italiana.
Catapano e Tocci non mancano di lamentare come i due comuni, che in prima
istanza avevano rigettato l’attuazione della legge regionale 14 sui rifiuti
(Ato Aro), si trovino oggi impossibilitati a discutere col governo
regionale a seguito dell’ultima lettera perentoria a firma del responsabile
del procedimento, il quale intima, senza discussione di causa, il
commissariamento entro 30 giorni in materia di raccolta di rifiuti. Tenendo
presente che i due comuni svolgono la propria attività in house (che
prevede la raccolta, lo spazzamento, ecc.), con la nuova imposizione della
legge regionale si arriverebbe alla costituzione di un unico ambito
territoriale ottimale a livello provinciale, il quale prevede la gestione
dei suddetti servizi attraverso un’unica società che dovrebbe gestire
l’intero ciclo, il tutto a discapito delle casse del comune e dei cittadini.
I sindaci, inoltre, lamentano chiaramente l’essere rimasti fuori dalle aree
interne, cosa che risulta essere fortemente contraddittoria per i piccoli
comuni che, quotidianamente, vivono uno spopolamento sempre più evidente.
Manca inoltre una strategia sulle politiche culturali in merito alle
minoranze. Questo per Catapano e Tocci sta provocando l’esclusione dai
bandi per la cultura 2016, tanto che su 300 domande, 86 sono stati i comuni
che hanno partecipato e 77 le domande finanziate, di cui 55 associazioni e
accademie e solo 20 i comuni. «Ci rifiutiamo -dicono- di pensare che i
progetti presentati dai comuni siano inferiori a quelli presentati dalle
accademie o associazioni».
A tutto ciò si aggiunge la mancata attivazione dell’Ospedale Spoke di
Castrovillari, situazione che continua a pesare sul territorio e sui
cittadini, che a distanza di diversi anni vedono notevolmente diminuita la
capacità dell’offerta dei servizi ospedalieri.
«Occorre -aggiungono- avere rispetto per le nostre comunità, cosa che i
nostri politici dovrebbero dare di diritto».
Alla luce di tutto ciò, quindi, la richiesta è che «al governo regionale ci
sia la politica e non più i tecnici».