Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 09 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

Lamezia: territorio e ambiente beni comuni

Lamezia: territorio e ambiente beni comuni

| Il 21, Dic 2012

Lettera aperta sul PSC al Sindaco Speranza a firma di Nicolino Panedigrano, Giuseppe Moraca, Ernesto Palma, Antonello Cristiano, Franco Sesto, Giuseppe Gigliottii, Giuliana De Fazio, Felice Lentidoro, Carlo Cristiano, Armando Caputo, Maurizio Esposito, Salvatore Regio, Vincenzo Perri, Aldo Cristiano 

Lamezia: territorio e ambiente beni comuni

Lettera aperta sul PSC al Sindaco Speranza a firma di Nicolino Panedigrano, Giuseppe Moraca, Ernesto Palma, Antonello Cristiano, Franco Sesto, Giuseppe Gigliottii, Giuliana De Fazio, Felice Lentidoro, Carlo Cristiano, Armando Caputo, Maurizio Esposito, Salvatore Regio, Vincenzo Perri, Aldo Cristiano

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

“Caro Sindaco e cari Consiglieri, crediamo che abbiate visto tutti la bellissima pagina di storia, più che di spettacolo, scritta l’altra sera da Roberto Benigni sulla nostra Costituzione. Durante quella trasmissione uno dei passaggi più lirici, se non il più lirico, è stato l’illustrazione dell’art. 9 della Costituzione che tutela il nostro territorio ed il nostro paesaggio. E noi vogliamo partire proprio da lì per chiedervi di arrestare il percorso di adozione del nuovo PSC.

Indipendentemente dal fatto se alla fine il Sindaco sarà o meno candidato alle prossime elezioni politiche anticipate e se quindi questa esperienza amministrativa sia o no alla fine, sarebbe comunque “cosa buona e giusta” fermare un percorso di costruzione del PSC, contro cui si sono finora levate una serie di voci di dissenso di partiti, movimenti, singoli cultori di urbanistica, che non sempre hanno trovato il dovuto ascolto.

Ma non c’è solo la Costituzione da invocare. La tutela del territorio e del paesaggio e lo stop al consumo del suolo agricolo, inteso come patrimonio culturale ed economico, sono anche punti cardinali del disegno di legge varato dal Governo Monti. E la promozione di un ordinato sviluppo del territorio e dei tessuti urbani, sia storici che contemporanei, e la riqualificazione dell’esistente, intesa come salvaguardia e valorizzazione delle qualità ambientali, architettoniche, culturali e sociali del territorio, sono i pilastri della Legge Urbanistica 19/2002 della Regione Calabria.

Questo a voler parlare dei riferimenti “esterni”, ma questi principi sono anche tutti previsti dalla stessa Relazione Illustrativa del PSC e dai programmi elettorali del Sindaco. Le scelte pianificatore di questo PSC a noi sembrano, invece, orientate verso un’idea di sviluppo, che incentra la fonte e il motore della crescita economica sul consumo di suolo e sulla edificazione indiscriminata, ignorando che al contrario l’eccesso di edificazione determina scarsa appetibilità del recupero e della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, che così è destinato a degrado e perdita di valore.

Una prassi urbanistica di stampo neoliberista, questa, che attribuisce priorità agli interessi individuali e fa sì che a determinare la programmazione del territorio siano, più che quelli pubblici, gli interessi della proprietà fondiaria, rendendo anche più arduo il contrasto all’immancabile rischio di condizionamenti mafiosi. Per di più, mentre normativa e cultura urbanistica sono orientate verso lo stop al consumo di suolo agricolo, la facoltà concessa da questo PSC di edificare su mini aree agricole, e peggio ancora su dei loro coacervi, fa avvicinare sempre più il valore dei suoli agricoli a quello edificatorio e così impedisce il riaccorpamento dei fondi, ostacolando lo sviluppo degli investimenti in agricoltura.

Ne viene fuori un modello di Piano, che, consentendo il dilagare dell’edificazione verso la campagna, abbandona nei fatti la cultura, ormai patrimonio comune, del recupero dei centri storici e della riqualificazione delle periferie e degli ambiti di insediamenti abusivi, che verranno così lasciati ad un progressivo e inevitabile degrado. Riteniamo, perciò, di poter in qualche modo ergerci a portatori di interessi diffusi e, appellandoci al principio di partecipazione dettato dalla Legge Urbanistica Regionale, Vi chiediamo, con queste sintetiche considerazioni, di sospendere l’adozione del PSC per consentire un reale confronto sulle questioni sinora poste. Il tutto nella ferma convinzione che Territorio ed Ambiente siano Beni Comuni e che la loro salvaguardia sia un dovere civico.

Nicolino Panedigrano, Giuseppe Moraca, Ernesto Palma, Antonello Cristiano, Franco Sesto, Giuseppe Gigliottii, Giuliana De Fazio, Felice Lentidoro, Carlo Cristiano, Armando Caputo, Maurizio Esposito, Salvatore Regio, Vincenzo Perri, Aldo Cristiano.