Terza veglia delle Sentinelle in Piedi a Reggio Calabria Ieri mattina il silenzio della rete civica, aconfessionale ed apartitica che da ormai un anno in tutta Italia anima una particolare veglia per promuovere la famiglia naturale, ha riempito piazza Italia
Ieri mattina, il silenzio delle Sentinelle in Piedi ha nuovamente riempito piazza Italia e la città di Reggio Calabria. La terza veglia delle Sentinelle in Piedi, la rete civica, aconfessionale ed apartitica che da ormai un anno in tutta Italia anima una particolare veglia per promuovere la famiglia naturale, si è svolta in un clima di assoluta serenità ed ha visto l’attenzione e la partecipazione di molti passanti incuriositi alla vista di tante persone schierate in maniera ordinata, in rigoroso silenzio e con un libro in mano.
Il silenzio delle Sentinelle diventa così un megafono su tematiche troppo spesso sconosciute, a volte persino nascoste, come quella della diffusione di progetti improntati alla teoria ideologica detta del gender. È questa una teoria che nega l’esistenza biologica di uomo e donna e la loro complementarietà in natura, poiché, secondo questa teoria, maschio e femmina sarebbero solo delle costruzioni culturali imposte dalla società sin dall’infanzia. Sulla scia di questa teoria, e sostenuti dalle indicazioni dell’OMS e dell’Unione Europea, in quasi tutta Europa, ed ormai anche in Italia, si stanno moltiplicano i progetti educativi all’interno delle scuole, spesso tenendo all’oscuro i genitori sui contenuti proposti. Sono, infatti, notizie di cronaca attuale quelle che ci raccontano di progetti i quali, dietro il nome di “prevenzione al bullismo omofobico” o di “educazione sessuale”, promuovono invece questa teoria che viene diffusa nelle aule anche attraverso strumenti e materiale didattici molto discutibili, come la pornografia o perfino la masturbazione infantile proposti attraverso il gioco. Le scuole diventano così dei campi di rieducazione attraverso i quali, con un vero e proprio lavaggio del cervello, si vuole attuare una rivoluzione antropologica che mira a dare al bambino ed al ragazzo una visione materialistica dei piaceri slegandoli dai sentimenti, ma soprattutto si mira a decostruire la realtà di natura, ovvero della complementarietà fra maschio e femmina. Il fine è chiaro, se maschio e femmina sono solo degli stereotipi, allora sono degli stereotipi anche i ruoli di mamma e papà, ed in questa prospettiva si vorrebbero sdoganare le adozioni alle coppie con tendenze omosessuali e pratiche come quella dell’utero in affitto. Una pratica, quest’ultima, che ridurrebbe l’essere umano a semplice oggetto del desiderio, una merce da sottoporre alle regole del mercato. Un’aspettativa che il nuovo mondo della finanza attende con impazienza.