Tilde Minasi (Lega) sul rientro dei calabresi fuori sede La presidente Santelli, che ha gestito sino ad oggi con piglio deciso il contenimento del contagio da Covid, non è insensibile alle richieste di aiuto che si sono fatte più insistenti negli ultimi giorni
“Non passano certo inosservati gli appelli di nostri numerosi corregionali che chiedono di poter rientrare in Calabria poiché, a causa di diversi motivi, si trovano a dover affrontare, in altre regioni, il periodo di quarantena imposto in tutta Italia senza poter avere, però, i mezzi per sostentarsi in questa fase di stallo particolarmente gravosa soprattutto per lavoratori precari, stagionali, o in attesa di ammortizzatori sociali. Un piano, tra l’altro, quello della gestione e del coordinamento dei cittadini calabresi domiciliati nelle regioni più colpite dal Covid, che la Lega aveva già approntato quasi un mese addietro e pensato proprio per evitare l’esodo indiscriminato da un lato, e non abbandonare i calabresi dall’altro, gestendo in maniera ordinata i singoli casi. Il problema non è assolutamente sottovalutato dagli uffici regionali e dalla politica, dal momento che il dibattito sulla questione è vivo, così come il confronto, affinché si trovino soluzioni e si riesca a dare la giusta attenzione ai fuorisede. Il dramma dell’emergenza sanitaria ha avuto un iter veloce, inaspettato e ha riguardato persone ed attività, motivo per il quale si sono dovute approntare azioni mirate a tutto tondo, in modo da non tralasciare le esigenze di ampissime fette di popolazione. La regione sta lavorando, quindi, anche nei confronti di chi chiede, legittimamente, di poter rientrare in Calabria perché ormai allo stremo, in particolare dal punto di vista economico. La presidente Santelli, che ha gestito sino ad oggi con piglio deciso il contenimento del contagio da Covid, non è insensibile alle richieste di aiuto che si sono fatte più insistenti negli ultimi giorni, anche in considerazione del fatto che tanti di coloro che si stanno rivolgendo alle istituzioni regionali, hanno mantenuto saldo il principio di non allontanarsi dai luoghi dove si trovavano per non far viaggiare, insieme alle necessità espresse, il pericolo di una trasmissione verso i loro cari, come invece è accaduto con le ormai note fughe dei primi weekend di marzo. Ma, anche a fronte di un comportamento irreprensibile e attento al bene comune, settimane senza lavoro o senza una remunerazione costante stanno minando ogni certezza. Ovviamente, il rientro dovrà essere gestito nella massima sicurezza, con direttive precise, sia per i diretti interessati sia per le comunità che li accoglieranno, e sono sicura che la governatrice non si sottrarrà (come ha fatto d’altronde negli ultimi mesi lavorando su tutti i fronti di questa imponente emergenza sanitaria) nel rispondere, in modo esaustivo, ai bisogni di chi necessita aiuto a migliaia di chilometri da casa, favorendo i ricongiungimenti familiari che, in questo caso, non si configurano solo come una questione affettiva, bensì di sopravvivenza”.