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TAURIANOVA (RC), SABATO 23 NOVEMBRE 2024

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Tilde Minasi sull’attuale condizione in Calabria e nel Reggino "Oggi non si tratta più di parteggiare per una parte politica rispetto ad un'altra, ma di andare dritti su una strada che non può e non deve essere caratterizzata dai silenzi complici di coloro che siedono su scranni strategici"

Tilde Minasi sull’attuale condizione in Calabria e nel Reggino "Oggi non si tratta più di parteggiare per una parte politica rispetto ad un'altra, ma di andare dritti su una strada che non può e non deve essere caratterizzata dai silenzi complici di coloro che siedono su scranni strategici"
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Decidere di intervenire (da cittadina in primis e solo in seconda battuta
da ex rappresentante istituzionale) in merito a ciò cui quotidianamente si
assiste nasce soltanto dalla necessità di riflettere sulle attuali
condizioni dei nostri territori in una fase economica drammatica.
La riflessione, inoltre, viene ancor più spontanea nel momento in cui, al
di là dei ruoli e degli incarichi, si è ancora improntati all’ascolto ed
alle esigenze delle varie categorie produttive e sociali reggine e
calabresi, che, insieme alla cittadinanza in generale, pagano lo scotto più
alto di quello che potrei, in sintesi, definire distacco dai problemi reali.
Non è certo mio intento aprire fronti di polemiche con qualsivoglia
esponente politico che occupi incarichi importanti nei diversi palazzi,
bensì mi preme insistere su un’assunzione di responsabilità corale che
parta dagli spazi politico – istituzionali e si irradi però a quegli Enti
che, per differenti motivi, incidono con il loro operato sul contesto socio
economico della nostra realtà.
Le varie rassicurazioni che giungono da più parti probabilmente non vengono
manifestate a seguito di un confronto con chi vive determinate situazioni,
altrimenti ci si renderebbe conto di quanto la parola tranquillità resti
solo un termine aleatorio al quale non può corrispondere un analogo
sentimento da parte dei calabresi e dei reggini.
Giusto per riferirci alle ultime notizie di cronaca, viene da chiedersi
come potrebbero, infatti, essere serene le maestranze delle ex officine
Omeca, con lo stabilimento, unica eccellenza industriale del reggino,
venduto ai giapponesi nonostante le parole di incoraggiamento del premier?
E come dovrebbero riuscire a lavorare le piccole e medie imprese che stanno
soccombendo per seri problemi di accesso al credito e senza l’appoggio
finanziario delle strutture che dovrebbero garantirle e supportarle? Non
può esserci alcun “job act” se mancano le realtà che dovrebbero assumere
personale e della riforma tanto osannata resterà, appunto, solo un ‘act’.
Qualcuno ha recentemente passeggiato sulla via commerciale della città dove
tra poco saranno più le saracinesche abbassate e i locali pronti ad essere
affittati che gli esercizi aperti al pubblico? La delegazione calabrese,
salvo qualche rara eccezione, presente al Parlamento sta cercando di
tutelare la regione affinché le venga riservata una giusta attenzione e non
un posticino da cantuccio come se fossimo parte di un’altra nazione?
E chi è che dal territorio sta difendendo Reggio e la Calabria (la quale,
ad esempio, attende ancora una svolta “governativa” nel delicato settore
sanitario) ponendo così gli interessi dei territori al di sopra della
comoda collocazione da partito e da poltrona?
E l’elenco potrebbe continuare ancora a lungo, anche alla luce di quelle
infrastrutture le cui potenzialità e le cui capacità di generare introiti
economici ed occupazionali non vengono minimamente considerate dai vertici
governativi, ad esclusione di qualche dichiarazione di circostanza in base
alla quale, parafrasando, “se non cresce il Mezzogiorno non cresce
l’Italia”: locuzione che, con nostra amarezza, concretizza il famoso detto
“verba volant”.
Oggi, quindi, non si tratta più di parteggiare per una parte politica
rispetto ad un altra, ma di andare dritti su una strada che non può e non
deve essere caratterizzata dai silenzi complici di coloro che siedono su
scranni strategici, anzi che al contrario necessita della collaborazione di
ogni ambiente istituzionale, sociale, politico e statale affinché si
compiano degli step condivisi e basati sulla reale intenzione di creare
prospettive serie e strutturate.
Tutto ciò però necessita anche di una non rassegnazione da parte dei
cittadini i quali devono pretendere di veder tutelati i loro diritti in
quanto imprescindibile condizione per la realizzazione dei propri obiettivi
all’interno dei luoghi che vivono e non al di fuori dei confini calabresi.
Tilde Minasi