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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 22 OTTOBRE 2024

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TitengoStretto non condivide la logica del “purchè non se ne parli” La libertà del pensiero, diritto inalienabile

TitengoStretto non condivide la logica del “purchè non se ne parli” La libertà del pensiero, diritto inalienabile

| Il 21, Ott 2024

L’incontro del 19 ottobre scorso presso il CSC Nuvola Rossa di Villa San Giovanni suscita polemiche, inopportuno il tema? Gli ospiti?
DL sicurezza e DL infrastrutture il tema. Il PM Stefano Musolino, L’avv. Arturo Salerni e il Prof Alberto Ziparo gli ospiti.
Personalità di spessore, invitate ad offrire un contributo estremamente qualificato sui temi proposti.
Chi era presente, ha constatato la correttezza delle relazioni e del dibattito, l’oggettività dell’approccio ed il rispetto dei ruoli in primo luogo da parte del Dr Stefano Musolino, che prima ancora di iniziare la sua relazione, ha precisato di non assumere alcuna posizione in merito alla questione ponte.
Una relazione quella di Musolino, che superando i tecnicismi della materia, si è soffermata sulla gestione del dissenso che è diverso dalla sua criminalizzazione, citando Aldo Capitini per sollecitare la riflessione sul valore della resistenza passiva e non violenta e l’importanza rivestita dalle catene umane di comunità sulle questioni pregnanti.
L’Avv. Salerni ha scorso il DL 1236 riferendo delle misure introdotte in materia di resistenza passiva: l’introduzione del reato di cui all’Art. 415-bis. del codice penale, denominato: rivolta all’interno di un istituto penitenziario; l’introduzione del reato di cui all’art.634 bis del codice penale: occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui; la ri-penalizzazione della fattispecie di blocco stradale; l’introduzione di un’ipotesi aggravata in caso di danneggiamenti effettuati in occasione di manifestazioni finalizzate al contrasto alla realizzazione di infrastrutture di interesse strategico.
Il Prof Ziparo ha riferito su questioni tecniche e strutturali dell’opera con il rigore della scienza.
Non riusciamo a individuare la radice della polemica, se non nel fatto che il dibattito sia stato organizzato da uno degli storici gruppi No ponte calabresi, che insieme ad altri, ha il merito di aver tenuto alta l’attenzione su un’opera che rappresenta un rischio reale e consistente per territori e cittadini e contribuito alla costruzione di catene umane di opinione. Ancora più strumentale la considerazione che la presenza di un magistrato di indiscutibile valore ed esperienza fosse inopportuna.
Forse chi afferma questo non è al corrente che all’incontro erano presenti anche rappresentanti della minoranza villese in consiglio comunale e di illustri riferimenti locali dei partiti da sempre favorevoli all’opera.
Al contrario crediamo che sia stata la presenza più appropriata, considerato il clima che si respira intorno ad un’opera sulla quale è stato posto il veto al dibattito pubblico, sottratto il dialogo ed il confronto con territori e cittadini, ignorate le osservazioni richieste sulla consistenza e la fattibilità del progetto, “difeso” dalla L 120/2024 e dalla Legge 153/2024 che avoca al Governo l’ultima parola sul progetto in caso di parere negativo del VIA/VAS o di opposizione da parte degli Enti.
L’inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi protesta in maniera non violenta è percepito come mirante a dissuadere dal dissenso civile, non ideologico, sul ponte. Sarebbero “terroristi della parola” i No Ponte, in spregio all’ art. 21 della Costituzione che nella libertà di espressione del pensiero individua un diritto che è il sale della democrazia.
Ci si dovrebbe forse assuefare al pensiero autoritariamente imposto, tacitare il dissenso civile e non violento o peggio accettare passivamente opere calate dall’alto senza porne in evidenza gli aspetti critici per i territori e per i cittadini? Si pretenderebbe forse di criminalizzare il pensiero critico e divergente in nome di una legislazione curvata sulla realizzazione di un programma elettorale e non sul reale interesse del Paese?
Nulla si più triste se fosse così, se si volesse disegnare una cittadinanza rassegnata ad una sospensione della democrazia ad un ordinamento liberticida e antidemocratico, al comandamento della propaganda e alla repressione del dissenso, “purchè non se ne parli”.