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To be (positive), or not to be (positive), that is the question! Ma quanti siete, da dove venite? Un tampone

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C’è una situazione preoccupante nella Piana di Gioia Tauro e c’è una situazione altamente preoccupante a Taurianova. In pochi giorni siamo passati dalla saltellante pubblicazione dei bollettini comunali sulla situazione Covid a un susseguirsi quotidiano dove si è passati dai 44 (?) attuali positivi ai 218 di ieri (e secondo nostre fonti sarebbero, molti, ma molti di più).
Nei fatti manca anche il senso di responsabilità al di là delle elucubrazioni da social dove tra “virologi” ed esperti di calcolo delle probabilità nonché studiosi della strategia del fungo sott’olio e dei peperoni arrostiti, si mischia con l’ignoranza in azione…
Lo ribadiamo fortemente e senza la paura né il timore di risultare impopolari o peggio, essere presi per allarmisti dell’ultima ora in quanto abbiamo sempre cercato in questi due anni di mantenere alta l’attenzione in merito alle responsabilità umane le quali sono anche figlie della propria coscienza, ma abbiamo capito che questa manca e non solo, è colpevolmente carente.
Certamente, e ne siamo consapevoli che, l’economia non si debba fermare, ma al contrario occorre fermare la corsa del virus il quale implacabilmente contagia con una velocità fuori dal normale.
E allo stesso tempo vogliamo e ci teniamo a ricordare che, la terra non è piatta, Marylin Monroe, Elvis Presley, Michael Jackson e vi diamo anche un’ulteriore notizia, anche Adolfo Hitler, sono tutti morti!
C’è un allarme preoccupante in tutta Italia, le feste quelle con assembramenti, tipo concerti o festività di gruppo, sono state annullate ed anche vietate in molte regioni italiane. Ma ci chiediamo, è possibile che un senso di responsabilità collettiva deve per forza sempre essere imposto per legge?
Purtroppo c’è anche una politica muta, una sorta di “Club dei Bernardo (il muto di Zorro)”, dove parla solo nei consigli comunali e come ogni sipario che si abbassi, alla fine restano solo le briciole di qualche applauso, in questo caso solo di circostanza. Tranne qualche comunicato dove si ribadiscono le condizioni per i quali occorre trovare un espediente per un attacco, ma che poi si rivela un colpo caricato a salve, lasciando nell’aria un odore di quella polvere da sparo al profumo di “finocchi di timpa”.
Se la condizione dell’ignorare diventa abitudine allora occorre forzare la mano e la capacità delle idee, anche feroci perché la salute è il bene primario di ogni individuo, certo anche l’economia, ma noi ci chiediamo, se ci sono tanti positivi e per forza di cose devono stare a casa in quanto positivi, come faranno ad andare nei ristoranti o nei locali al chiuso? Non sarebbe utile invece isolarlo, con un sacrificio di responsabilità e quindi stare tranquilli tutti quanti per il futuro? Intanto restiamo in attesa delle contromisure dell’Amministrazione Comunale su cosa intende fare in merito a questa crescita esponenziale dei contagi se non sarebbe il caso di fermarsi e… magari anche riflettere!
Siamo in piena quarta ondata se si pensa che dal 1 al 12 dicembre in tutta la Piana di Gioia Tauro, c’erano 750 positivi (sic!), e quindi il “business to business” e chi se ne fotte o le pratiche festaiole, che senso ha?
La verità è una ed è collettiva, c’è una grave mancanza di responsabilità da parte di tutti, e questo al di là della battaglia dei vaccini o meno, su chi si vuole o non si vuole vaccinare, non c’è senso di prevenzione, ma di più, quella prevenzione è carente anche se si è positivi con i tamponi kit fai da te, o magari in qualche tampone rapido in qualche farmacia o in un laboratorio privato. C’è irresponsabilità perché il rimedio fondamentale per debellare un virus è “tracciarlo”, ma come si fa se gli stessi positivi sono essi stessi veicoli impazziti? Come macchine da autoscontro in un “luna park”?
Certo… “Anna avrebbe voluto morire. Marco voleva andarsene lontano. Qualcuno li ha visti tornare. Tenendosi per mano…”. Ma, consapevoli del fatto che le nostre parole finiranno come neve al sole, la gente è stanca, da due anni che vive con queste restrizioni, non c’è più pace. Ci sono i vaccini che tra prima e terza dose, sembra come quando un medico ti prescrive la Tachipirina se hai febbre alta, poi finito l’effetto, la febbre si rialza e allora devi prendere un’altra Tachipirina…e così prima dose, seconda, terza, quarta, quinta e retromarcia…
La situazione è grave ma non seria, ecco prendiamo così, citando Flaiano, ma speriamo che in tanti, tutti quanti noi, respingiamo con forza due fattori fondamentali, l’irresponsabilità di non comunicare se si è positivi e l’indifferenza perché sarebbero dei “crimini” prima ancora che contro la salute, un crimine contro la propria coscienza. Mai come in questo momento è di grande attualità la frase di Luther King, quando affermò che la vita inizia a finire quando si diventa silenziosi sulle cose che contano. Come la pandemia…
(GiLar)