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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Togliete quella “Vineda” intitolata ad Emilio Argiroffi La storia va rispettata con onestà così come gli uomini che la fanno

Togliete quella “Vineda” intitolata ad Emilio Argiroffi La storia va rispettata con onestà così come gli uomini che la fanno
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«Non starò più a pensare parole che non trovo. Per dirti cose vecchie con il vestito nuovo. O raccontarti il vuoto che al solito ho di dentro. E partorire il topo giocando coi ricordi. Giocando coi miei sogni, col tempo», cantava Francesco Guccini, ma è solo una mia (non) polemica costruita per sentimento (e non ad arte), così, per non scrivere cose scontate. Perché ogni volta che si parla di Emilio Argiroffi c’è sempre la diatriba dietro alla porta, come se ancora il suo spirito non trovi pace, ciò si è potuta constatare nell’ultima volta che parlai di lui e si aprì un dibattito serio, piacevole anche con toni aspri però educati, con una serie di risposte più o meno interessanti da parte di molti “attori protagonisti (e non)”.

Ma, dopo tanto rimembrare tra gli scorci della memoria, ecco che scopro lo “scorcio” o la “vineda”, in italiano “viuzza”. Insieme alle motivazioni sul perché l’ex sindaco di Taurianova e il già senatore della Repubblica Emilio Argiroffi non trova “pace”. I fatti. L’altra sera, così d’estate, come tante (ah dimenticavo, vorrei anticipare, prima del racconto, la mia ignoranza nell’ignorare una “Via”), incontro casualmente un assessore taurianovese, un giovane molto attivo, dallo sguardo simile ad un spadaccino nato dalla penna di Dumas, la persona giusta, quindi, a cui chiedere lumi per soddisfare il mio dubbio, “Come mai non c’è una via intestata a Emilio Argiroffi? Visto che sono state intestate vie a chi poteva essere, ma non è stato però poteva diventare (e per eventi del fato non è potuto diventare, ma chissà…)”.

Lo stesso, con aria decisionale come se io in quel momento avesse detto una emerita baggianata (ed in effetti l’ho detta, colpa della mia “ignoranza di non sapere”), “Ma che dici? C’è una via e sta di fronte al nuovo palazzo municipale”, e dopo avermi tacciato, va via con un’aria non più da spadaccino di Dumas ma da “Conte Attilio” del Manzoni. Io resto basito, di stucco, tant’è che l’amico che stava con me, accorgendosi del mio silenzio freddo e inerme, così per consolarmi mi dice, “Andiamo a verificare se è vera la cosa?”, io dico di sì senza esitare, anche se ancora tramortito e gelido da quella risposta. Difficilmente mi faccio trovare impreparato in quanto affilo bene le mie “armi” sui fatti, ma questa volta ho capito che (forse) la vecchiaia sta incombendo. Non sapevo che Emilio Argiroffi avesse una via a Taurianova!

Arrivando a piedi nei pressi del palazzo municipale per verificare la notizia (per mera consolazione) e verifico la cosa, eccome se la verifico! Oltre a pensare tra me e me tante di quelle “belle paroline” a chi, ovvero al “genio (molto incompreso ed incomprensibile)”, che ha fatto la toponomastica a Taurianova, verifico che quella via non è altro che una viuzza di soli tre numeri civici (sic!), Cioè nei fatti, una “Vineda”, ovvero “Vineda Emilio Argiroffi”!!! Giuro che, avrei voluto che lo “spadaccino del re”, mi avesse detto: no, non esiste una via per Argiroffi e noi non vogliamo farla nemmeno morti, invece di quella vergogna di “stracqualora” di paese! Io non so chi l’ha scelta, sarà una di quelle arche di scienza, dove la genialità si perde tra meandri dell’energia dei buchi neri (o giù di lì).

Emilio Argiroffi è morto il 28 maggio del 1998, è stato per ben tre volte senatore della Repubblica tra le fila del Partito Comunista Italiano (che tra mille fusioni, scissioni e unioni, ora quell’eredità ufficiale ce l’ha l’attuale Partito Democratico). Ma è stato anche Sindaco della città dal 1993 al 1997 in un momento molto particolare per la città dove pochi anni prima decine di morti venivano ammazzati per strada; dove un consiglio nel 1991 è stato sciolto per mafia con un decreto scritto apposta per Taurianova. Dove in quel periodo si aveva paura anche di uscire da casa e dove la parte politica (in parte) andava a braccetto con i presunti boss (così era stato scritto nella relazione di scioglimento). Argiroffi fu, dati alla mano, l’unico sindaco di Taurianova degli ultimi venti anni che ha lasciato un bilancio attivo senza lasciare debiti, ma con soldi da spendere (e che furono spesi). Poi con il trascorrere degli anni, più spese del dovuto che ahimè si pagano le conseguenze e chissà ancora per quanto (dati, delibere e atti tra Corte dei conti e commissari prefettizi). Così per dire che qualcuno, un ex sindaco (oramai), disse che “Argiroffi avesse lasciato solo poesie”, ma aveva omesso di dire, “Ed io solo debiti”.

Ed a proposito di poesia per conoscere meglio Argiroffi, ce lo dice Renato Guttuso, «Lascia commossi e sbigottiti con le sue canzoni, i suoi colori, le grida, i profumi, le invettive, la passione, la sensualità – ed ancora – Poche volte,in questi ultimi anni, mi sono emozionato, e sentito coinvolto, come ascoltando la poesia di Argiroffi. L’ho riletta poi, da solo, ed ho provato la stessa emozione … Ho una vecchia consuetudine con la poesia, e so riconoscerla quando è autentica. Sono grato ad Argiroffi di avermi comunicato tanta passione e tanta speranza».

Mentre scrivo entra nella Redazione un altro assessore(ssa), a cui chiedo, ma chi ce l’ha la delega alla Cultura e lei mi dice che se l’è tenuta il sindaco Fabio Scionti. Ovvero, la stessa cosa me la disse quella sera il personaggio di Dumas. Oltre a dire che lei lavora in silenzio, io l’ho rispettata e mi tacciai con un timido sorriso (senza far rumore però, non si sa mai). Poi, l’altra sera durante la manifestazione di “Miss Mondo”, ascolto le parole della presentatrice che dichiara, “Conosco personalmente il sindaco Scionti ed è una brava persona”, e fidandomi della presentatrice chiedo a Scionti ovvero (e mi scuso), al sindaco Fabio Scionti (sempre per non lesa maestà), se cortesemente potesse cercare tra le vie (decenti) della città una consona alla figura del fu “personaggio” che ha fatto tanto (bene o male non sta a me giudicare) ed è stato quel che è stato!

Ps. Chiedo scusa all’assessore (cui mi lega amicizia e stima), se l’ho paragonato al personaggio di Dumas, ma gli spadaccini (detti pure moschettieri) a lui associati, sono quelli del re, che difendono la patria, amano la giustizia, la libertà e fanno rispettare le leggi alla luce del sole. E non del cardinale Richelieu, ecco quei spadaccini sono la parte “grigia” che lavora sottobanco, gestisce, raggira e “infetta” la città quando hanno in mano il potere.