Torluccio (Uil Fpl) parla della corruzione nel sistema sanità La politica dei tagli ha prodotto solo una riduzione dei servizi ai cittadini
“I dati sulla corruzione e frodi nella sanità sono una conferma di quanto
stiamo dicendo ormai da mesi. Una politica dei tagli inutile che ha
prodotto solo una riduzione dei servizi ai cittadini e condizioni
lavorative a dir poco proibitive a causa del blocco del turn over, alla
mancanza di investimenti, alla riduzione dei posti letto, al mancato
miglioramento
dell’informatizzazione e delle nuove tecnologie digitali; nulla, invece è
stato fatto per ridurre il cancro della corruzione ed eliminare sperperi e
sprechi in sanità.” Lo dichiara in una nota il *Segretario Generale Uil Fpl
Giovanni Torluccio* che continua: “Nessuna azione concreta è stata adottata
contro i centri di potere troppo spesso corresponsabili di fenomeni
corruttivi e di condizionamenti impropri, compresi quelle della criminalità
organizzata, sempre più diffusamente infiltrata – ad esempio negli
appalti di servizi e nell’edilizia sanitaria.
Niente è stato fatto per abbattere i tempi di attesa che oltre a generare
disagi e disuguaglianze tra i cittadini ha creato effetti corruttivi. Più
volte la Uil Fpl ha dimostrato con dati certi come in molte Regioni i tempi
di attesa per visite ed esami diagnostici strumentali siano persino
peggiorati contribuendo tra l’altro a creare cittadini di serie A i quali
usufruiscono di esami in tempi brevi in regime di Libera Professione (molto
spesso nelle stesse strutture ospedaliere) a costi uguali o poco superiori
ai ticket sanitari e cittadini di serie B, meno abbienti, costretti ad
aspettare mesi per effettuare un esame con il Servizio Sanitario Nazionale
o costretti a rinunciare, pur avendone bisogno, ad almeno una prestazione
sanitaria.
Il solo fatto che *3 milioni di cittadini italiani* hanno rinviato il
ricorso all’assistenza sanitaria a causa delle crescenti difficoltà
economiche dimostra il fallimento della politica portata avanti dal Governo
Renzi sulla sanità.
La stessa Corte dei Conti ieri ha affermato che la spending Review è stata
un parziale insuccesso. Il contributo dalla revisione di spesa come hanno
fatto notare non deriva solo da efficienza e razionalizzazione ma anche da
operazioni assai meno mirate di contrazione, se non di soppressione, di
prestazioni rese alla collettività. Anche su questo versante la nostra
categoria con forza, già nell’estate 2015 annunciò le possibili
ripercussioni della spending sia sul piano occupazionale che sui servizi,
in particolare l’art.9 ter del decreto legge 78/2015, convertito con Legge
125/2015 riguardante la rinegoziazione del 5% dei contratti ai fornitori
del SSN. Dicemmo che non si sarebbe prodotto un reale risparmio per lo
Stato, visto che a rimetterci sarebbero stati soprattutto i lavoratori
attraverso riduzioni dell’orario contrattuale, l’impiego della cassa
integrazione, del contratto di solidarietà o persino con i licenziamenti.
Di fatto questo è avvenuto, hanno “risparmiato” da una parte, ma aumentato
i costi dall’altra attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali,
oltre a scatenare un ondata di proteste dei lavoratori che si sono visti
decurtare i loro stipendi, ed ovviamente anche dei cittadini in virtù di
una riduzione dei servizi”.