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Torna in patria il militare morto in Afghanistan

Torna in patria il militare morto in Afghanistan

| Il 01, Mar 2011

Il rientro della salma del capitano Massimo Ranzani è previsto per domani presso l’aeroporto di Ciampino

Torna in patria il militare morto in Afghanistan

Il rientro della salma del capitano Massimo Ranzani è previsto per domani presso l’aeroporto di Ciampino

 

(ANSA) ROMA – Il rientro della salma del capitano Massimo Ranzani, il militare morto ieri in Afghanistan, è previsto per domani alle ore 10 presso l’aeroporto di Ciampino. Lo fa sapere lo Stato Maggiore della DIfesa, aggiungendo che i rappresentanti degli organi di stampa accreditati dovranno presentarsi all’ingresso dell’Aeroporto Militare entro le ore 9.

L’ESPLOSIONE – Erano le 12.45 locali, nell’ovest dell’Afghanistan. Una pattuglia italiana stava tornado da una operazione di assistenza medica quando ad Adraskan, 25 chilometri a nord di Shindand, l’esplosione di un Ied – un ordigno rudimentale ma potentissimo – ha dilaniato un blindato Lince del 5/o reggimento alpini di Vipiteno, la Task force centre. Era il terzo mezzo della colonna. Questa volta ‘San Lince’ non ha retto.

LA VITTIMA – Il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, celibe, originario di Ferrara, era lì dal 12 ottobre, la sua seconda missione in Afghanistan. Chi è andato a trovare i genitori a Occhiobello, nel rodigino, è rimasto colpito per la forza con cui hanno reagito: “sono orgogliosi del loro figlio”. Una persona “buona, altruista”. Un altro “caduto per la pace”, ha detto l’ordinario militare mons. Vincenzo Pelvi. Toccherà a lui, per l’ennesima volta, celebrare i funerali solenni: una “via crucis”, ha detto, di morti in missione. L’Esercito ha promosso il caduto al grado di capitano. La salma sarà rimpatriata mercoledì.

I FERITI – Anche gli altri quattro occupanti del Lince, tutti alpini del 5/o reggimento, sono rimasti feriti. Subito soccorsi, sono stati trasportati all’ospedale militare da campo di Shindand. Hanno riportato traumi e fratture di vario genere, in particolare alle gambe: due di loro, con fratture a una gamba e a una caviglia, sono stati operati. Un altro sarà sottoposto ad un intervento agli occhi nell’ospedale di Kandahar. Soprattutto le lesioni di uno dei quattro preoccupano, ma “nessuno – assicura il ministro della Difesa La Russa – è in pericolo di vita”. “Le loro condizioni attualmente non preoccupano”, confermano da Herat, quartier generale italiano.

redazione@approdonews.it