Le persone finite in manette avevano legami con i clan della ‘ndrangheta. La pista battuta dagli agenti della Squadra Mobile di Roma è nata sulla base delle indagini avviate sull’omicidio di Angelo Di Masi, originario di Vibo Valentia
Traffico di cocaina dalla Calabria alla Capitale, cinque arresti
Le persone finite in manette avevano legami con i clan della ‘ndrangheta. La pista battuta dagli agenti della Squadra Mobile di Roma è nata sulla base delle indagini avviate sull’omicidio di Angelo Di Masi, originario di Vibo Valentia
ROMA – Trafficavano cocaina, dalla Calabria alla Capitale, per conto delle cosche. Sono cinque gli arresti eseguiti a Reggio Calabria dalla Squadra mobile di Roma, nel corso di un’importante operazione antidroga, nei confronti di altrettante persone con l’accusa di traffico di stupefacenti. A quanto si è appreso le persone finite in manette avevano legami con i clan della ‘ndrangheta.
Gestivano una fetta del mercato della droga a Roma e volevano importare a Roma il ‘sistema calabrese’, con “metodologie violente”: se i pusher alle loro dipendenze ‘sgarravano’ non esitavano in minacce, estorsioni ed erano pronti a sparare fino ad uccidere. E’ quanto emerso dalle indagini che hanno portato all’arresto di cinque persone, tutti calabresi, che trafficavano droga da Reggio Calabria a Roma. La pista battuta dagli agenti della Squadra Mobile di Roma – diretta da Renato Cortese – è nata sulla base delle indagini avviate sull’omicidio di Angelo Di Masi, un 44enne con precedenti originario di Vibo Valentia, ma residente a Velletri, ucciso il 19 gennaio 2011 a Roma. Alcuni degli arrestati hanno precedenti a Reggio Calabria, per associazione di stampo mafioso.
LA NOTA DIRAMATA DALLA QUESTURA
La Squadra Mobile romana, in collaborazione con gli omologhi Uffici di Reggio Calabria e Como, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. di Roma a carico di Domenico Antonio LAURENDI, Domenico VARANO, Giovanni PRATICO’, Massimiliano DATTILO e Cosimo PENNESTRI’, tutti reggini di età compresa tra i 30 e i 40 anni, ritenuti responsabili di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione.
Le indagini, originate dal complesso investigativo attivato a seguito dell’omicidio di Angelo DIMASI, avvenuto in Roma il 19 gennaio 2011 e coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, si sono incrociate con quelle della Squadra Mobile di Reggio Calabria e hanno consentito di rilevare che alcuni calabresi, corrieri dello spaccio, partivano da Reggio Calabria per consegnare hashish e cocaina a Roma, in particolare a un geometra, Romeo ONORI, romano di quasi 60 anni.
Nel luglio 2011, dopo che gli era stato consegnato un pacco per il successivo smercio della sostanza, i calabresi ne pretendevano il pagamento del prezzo, ma ONORI, trovando difficoltà a venderla, tergiversava, inventando situazioni che ne giustificavano il ritardo e la sua mancata presentazione agli appuntamenti prefissati.
La problematica emersa scatenava le ire degli arrestati, che si esprimevano nei confronti del romano, apparso in quelle occasioni in evidente difficoltà, minacciandolo di morte.
La situazione, che appariva di grave esposizione a rischio per l’ONORI, si risolveva il 25 luglio 2011 con l’arresto dello stesso: in quell’occasione ONORI, a bordo del suo veicolo, venne fermato nei pressi di via Palmiro Togliatti a Roma e trovato in possesso di poco meno di un chilo di hashish. Insieme a lui venne arrestato un altro calabrese e un albanese.
I fatti contestati agli odierni arrestati sono le cessioni maturate tra il febbraio e il luglio 2011, oltre all’estorsione a carico dell’ONORI. Si rappresenta, altresì, che l’arresto di DATTILO Massimiliano è stato eseguito dalla Questura di Como e che LAURENDI Domenico Antonio e VARANO Domenico erano già detenuti per altra causa.
Pennestrì Cosimo
Praticò Giovanni