Traffico di droga dalla Calabria alla Sicilia, 18 arresti. Quattro sono fuggiti alla cattura
redazione | Il 24, Lug 2012
Operazione “Itaca”: tra gli arrestati Vincenzo Bruzzese di Gioiosa Jonica, sarebbe il referente calabrese per l’acquisto – ULTIMI AGGIORNAMENTI
Traffico di droga dalla Calabria alla Sicilia, 18 arresti. Quattro sono fuggiti alla cattura
I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Siracusa nei confronti di esponenti di 4 diversi gruppi criminali. L’operazione denominata “Itaca” ha impegnato polizia e carabinieri
(ANSA) – SIRACUSA – Sono quattro i ricercati sin qui sfuggiti alla cattura nel blitz di polizia e carabinieri di Siracusa, scattato stamane all’alba e che ha portato alla luce un traffico di droga, cocaina e hashish, lungo l’asse Sicilia-Calabria. Diciotto le persone arrestate in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare del gip di Catania, su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia etnea. A quattro indagati il provvedimento è stato notificato in carcere dove erano detenuti per altri motivi. Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo la ricostruzione degli investigatori ad agire sarebbero stati quattro diversi gruppi che, tuttavia, agivano con una sorta di raccordo e, all’occorrenza, si davano manforte, specie quando i ripetuti sequestri di stupefacenti da parte delle forze dell’ordine creavano “problemi” di approvigionamento. Uno dei quattro gruppi, giudicato di maggiore spessore, era considerato diretta emanazione del clan Bottaro-Attanasio. Una delle figure di maggior spicco sarebbe stata quella di Giovanni Di Mari, 28 anni, che è anche accusato di detenzione di un fucile semiautomatico con la matricola cancellata. In stretto raccordo con questo gruppo principale – e con il suo consenso – agivano altri tre più piccoli. Uno avrebbero fatto capo a Carmelo Cassia, 63 anni, mentre gli altri due si sarebbero caratterizzati soprattutto per essere radicati in zone ben precise: il gruppo di via Italia 103, grosso agglomerato di edilizia popolare ai margini della città, e quello di via Algeri. L’indagine ha anche fatto emergere un collegamento con la Calabria. Tra i diciotto arrestati c’é anche Vincenzo Bruzzese, 42 anni, di Gioiosa Ionica, raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Sarebbe stato lui il referente calabrese per l’acquisto dello stupefacente.
Le diciotto persone arrestte da polizia e carabinieri nel Siracusano nell’ambito dell’operazione “Itaca” sono Vincenzo Bruzzese, 42 anni, Antonio Caccamo, 44, Giovanni Cantone, 31, Carmelo Cassia, 63, Concetto Cassia, 40, Daniele Cassia, 25, Stefano Davì, 26, Vincenzo Davì 30, Giovanni Di Mari, 28, Piero Di Mari, 29, Corrado Greco, 29, Marco Greco, 28, Pasqualino Micca, 36, Piero Monaco, 38, Dario Pincio, 33, Gaetano Petrolito, 28, Alessandro Salemi, 32 e Antonio Sigona, 25. Nell’inchiesta della Dda di Catania sono confluite due indagini, una di più ampio respiro Mobile di Siracusa e un’altra più recente – e concentrata su alcuni elementi del gruppo di via Italia 103 – dei carabinieri. Il lavoro è complessivamente andato avanti per circa due anni: polizia e carabinieri si sono avvalsi di riprese video, intercettazioni telefoniche e ambientali, monitorando per un lungo arco di tempo le attività dei gruppi. Importante anche il contributo di conoscenza dato da alcuni collaboratori di giustizia per quel che concerne le dinamiche dei movimenti dei gruppi sul territorio.
Ventidue arresti a Siracusa per un traffico di droga sull’asse Calabria-Sicilia. I provvedimenti restrittivi emessi dal Gip di SIracusa colpiscono esponenti di quattro diversi gruppi criminali, con collegamenti tra di loro. Diciassette degli arresti dell’operazione «Itaca» sono stati eseguiti dalla polizia, e i cinque restanti dai carabinieri.
L’indagine, durata circa due anni, ha evidenziato una vasta attività illecita svolta a Siracusa dal clan Bottaro-Attanasio e da altri associazioni minori. L’attività investigativa, supportata da intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese video, ha consentito di accertare come la droga smerciata nel capoluogo provenisse dalla Calabria. Importante anche il contributo fornito dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.