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Trame: non lasciare solo chi lotta contro la mafia

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Grande partecipazione di pubblico alla manifestazione di Lamezia Terme. Protagonisti i padri delle vittime innocenti delle mafie

Trame: non lasciare solo chi lotta contro la mafia

Grande partecipazione di pubblico alla manifestazione di Lamezia Terme. Protagonisti i padri delle vittime innocenti delle mafie

 

 

 

LAMEZIA TERME -Antonio Bertuccio, Marcello Torre, Francesco Tramonte, padri rispettivamente di Carmen, Annamaria e Stefania, protagoniste ieri del primo incontro dedicato alle vittime innocenti delle mafie.  Nomi che ai più diranno poco ma che è giusto e doveroso ricordare, “non per dare spettacolo, ma – come ha detto Lirio Abbate – per trasmettere memoria e coscienza, per attivare responsabilità nei loro e nei nostri confronti: chi diserta – ha aggiunto – si deve guardare allo specchio e vedersela con la propria coscienza”.  Perché non esistono vittime di seria A e di serie B, esistono uomini che hanno sacrificato la loro vita, ai quali ognuno di noi deve riconoscenza oltre a rispondere su chi siano stati i mandanti ed esecutori dei loro delitti ancora impuniti.  Ma la giornata di sabato ha visto protagonisti anche altri eroi del nostro tempo: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Pio La Torre, Rocco Chinnici, Mario Francese, Ninni Cassarà, Calogero Zucchetto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Gaetano Costa, Antonino Montinaro, Nino Agostino, e la lista potrebbe proseguire quasi all’infinito, come nei titoli di coda del documentario “Uomini Soli ” presentato dagli autori Attilio Bolzoni e Paolo Santolini  qui a Lamezia.  E la solitudine è stata al centro del dibattito nell’incontro dedicato al libro di Antonella Mascali “Le ultime parole di Falcone e Borsellino”. Una solitudine ancora fortemente attuale, in un momento in cui si parla di trattativa Stato-mafia e si fanno tentativi di delegittimazione di magistrati che indagano sulle stragi degli anni ’92 e ’93, tacciati, ingiustamente,  come giustizialisti e politicizzati. E tra quei magistrati, era presente a TRAME il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che incalzato da un pubblico attento ha dichiarato: “non pretendiamo di fare processi politici o storici a nessuno. Rivendichiamo rispetto per il nostro lavoro e per il diritto-dovere di accertare la verità per stabilire eventuali responsabilità, penali e personali degli indagati nel procedimento”. Ed ha inoltre  sottolineato l’importanza ”delle autorevoli parole del Capo dello Stato nel riconoscere il ruolo delle indagini della magistratura per l’accertamento di tutta la verità evitando qualsiasi forma di strumentalizzazione” riferendosi alle recenti polemiche che hanno tentato di coinvolgere il Presidente Napolitano nella vicenda della presunta trattativa tra lo Stato e la mafia.

Redazione@approdonews.it