Transatlantic Trends 2012
redazione | Il 20, Set 2012
E’ una indagine annuale che analizza l’opinione pubblica negli USA e nell’Europa. Le interviste sono state condotte dalla TNS Opinion tra il 2 e il 27 giugno 2012 negli USA, Turchia e Russia oltre in 12 paesi dell’unione europea: Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Lo studio è una ricerca congiunta del “German Marshall Fund of United States (GMF) e della Fondazione San Paolo; ha partecipato alla ricerca anche la “Fundacao Luso-Americana, della BBVA Foundation, della Communitas Foundation del Ministero degli Affari Esteri di Svezia e delle Open Society Foundations”
di MAURIZIO COMPAGNONE
Transatlantic Trends 2012
E’ una indagine annuale che analizza l’opinione pubblica negli USA e nell’Europa. Le interviste sono state condotte dalla TNS Opinion tra il 2 e il 27 giugno 2012 negli USA, Turchia e Russia oltre in 12 paesi dell’unione europea: Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito. Lo studio è una ricerca congiunta del “German Marshall Fund of United States (GMF) e della Fondazione San Paolo; ha partecipato alla ricerca anche la “Fundacao Luso-Americana, della BBVA Foundation, della Communitas Foundation del Ministero degli Affari Esteri di Svezia e delle Open Society Foundations”
Roma – Il 12 Settembre presso la Sede del Senato di Piazza Minerva 38, si è svolto un interessante Convegno dal titolo: “America al voto con l’ipoteca della crisi” nell’occasione è stato presentato il rapporto: “Transatlantic Trends 2012” realizzato dal German Marshall Fund of the United States
e dalla Fondazione Banca San Paolo.
In una sala gremita di alte personalità, Ambasciatori, Consoli, Diplomatici e alti funzionari delle amministrazioni dello Stato, oltre alla presenza di numerose testate estere tra cui l’importante testata giornalistica brasiliana “La Gazzetta italo brasiliana” è stato sviscerato in ogni suo tassello il rapporto “Transatlantic Trends 2012”, dai numerosi relatori presenti:
– Ettore Greco: Direttore Istituto Affari Internazionali
– Luca Remmert: Vice Presidente della Fondazione Banca San Paolo
– Pierangelo Isernia: Docente Università degli Studi di Siena e Scoentific Advisor, Transatlantic
Trends Survey
– Emiliano Alessandri: Senior Transatlanticc Fellow , German Marshall Fund
– Mario Deaglio: Docente di Economia Internazionale Università degli Studi di Torino, Centro
di Ricerca e Documentazione “Luigi Einaudi”.
– Sergio Fabbrini: Direttore, School of Government, Luiss Guido Carli
– Vittorio Emanuele Parsi: Docente di Relazioni Internazionali, Università Cattolica del Sacro
Cuore, Milano
Michele Valensise: Segretario Generale, Ministero degli Affari Esteri
Tra i presenti abbiamo notato rappresentanti del PD e dei Popolari Glocalizzati movimento prepolitico internazionale.
Il Transatlantic Trends 2012 fotografa l’andamento delle relazioni tra USA e Europa, quest’anno annoveriamo una novità, l’inserimento della Russia.
La prima immagine che cogliamo è che gli USA anche se in minor misura rispetto al 2011, guarda con maggiore interesse più all’oriente che all’Europa.
Le profonde lacerazioni nella lotta al terrorismo che ha caratterizzato l’era Bush, con la nuova Amministrazione Obama sono state sanate e tra USA e Europa c’è stato un riavvicinamento su molti fronti, soprattutto nella lotta al terrorismo, con piena sintonia sui temi della sicurezza, per l’apprezzamento che l’Europa ha verso l’Amministrazione Obama per la politica estera portata avanti da Obama. Nel rapporto si sottolinea che si è si, rafforzata l’amicizia tra Europa e Usa, non bisogna però sottovalutare la preoccupazione e le inquietudini che gli europei e gli americani manifestano a causa della crisi economica che attanaglia i due continenti.
E’ proprio la crisi economica che pone i due continenti ad avere visioni opposte, gli americani anche se in minor misura rispetto al rapporto 2011, guardano con fiducia, per i propri interessi nazionali, verso il fiorente mercato asiatico in particolare verso la Cina, di contro gli europei sono ancora convinti che per i loro interessi nazionali gli USA sono più importanti dei mercati asiatici. La globalizzazione modifica anche gli assetti geo-economici, siamo all’alba di una nuova era in cui gli USA fanno pendere la bilancia ancora verso l’Asia tralasciando l’Europa.
La causa principale è da ricercare nella crisi economica che colpisce da anni Europa e USA, non bisogna sottovalutare però che la Cina è il maggior detentore di titoli americani e quindi gli americani sono consapevoli che il loro futuro è legato al loro debito in possesso delle banche cinesi. E chi maggiormente è posizionato su questa tesi sono le giovani generazioni rispetto alle persone anziane e di mezza età. Lo spaccato dimostra che i giovani sono i più convinti che per loro ci sarà futuro solo se gli USA guardano con maggiore attenzione ai mercati asiatici, in parole povere i giovani incarnano la politica estera del Presidente Obama che ha cercato di rilanciare l’economia americana rafforzando i rapporti con i Paesi asiatici, in particolare la Cina, anche per il perdurare della crisi economica europea. Mentre tra gli europei rimane alta la popolarità di Obama con il 75%, negli USA la popolarità scende al 57% , in Europa, solo l’8% è disposto a votare Mitt Romney. L’opinione pubblica americana sulla politica estera di Obama è profondamente divisa, tra i democratici il 70% da un giudizio positivo, mentre tra i repubblicani solo il 20% apprezza il suo operato.
Gli europei cercano quei punti di riferimento che uniscono i due continenti, anche se rimane forte il legame con gli USA e con il suo Presidente americano.
Nel popolo americano il consenso verso l’Istituzione europea rimane sempre su livelli positivi.
Un dato interessante che emerge dal rapporto, è che la diffidenza dei Paesi membri della UE verso i Paesi asiatici in particolare verso la Cina, è in calo rispetto agli anni precedenti.
Da parte dell’Europa c’è parziale apertura verso la Cina rispetto alla chiusura degli anni precedenti.
La crisi europea e americana sono la maggiore preoccupazione dei cittadini dei due continenti, nella UE il 65% degli intervistati afferma di essere colpito direttamente dalla crisi economica, la percentuale sale sostanzialmente negli USA dove il 79% si sente direttamente colpito. Di questi il 52% degli americani addebita la colpa alle manovre dell’Amministrazione Obama, in Europa il 56% degli europei non è soddisfatto delle misure adottate dai propri governi sovrani.
Tra i Paesi maggiormente colpiti è più alta la sfiducia Spagna (73%), Italia (66%), Portogallo (65%).
Quest’anno il rapporto è stato aperto anche alla Russia che si divide tra chi giudica positivamente la politica economica (46%) e chi non la approva (46%).
Anche in merito ad ulteriori tagli economici gli europei si dividono (50%), mentre tra gli americani una maggioranza è disposta ad ulteriori tagli (58%). Un dato da non sottovalutare è l’equità sociale, tra gli europei il 76% ritiene che i benefici siano riservati a pochi, mentre tra gli americani la percentuale scende al 64%.
I dati che escono dal rapporto, provocano in Italia fibrillazione sull’euro e sull’integrazione europea, in quanto l’opinione pubblica è divisa sugli effetti che l’euro determina sulle proprie economie, anche se in Italia, Francia e Germania si nota un lieve miglioramento del giudizio dei cittadini sul ruolo positivo svolto dall’Euro.
Mentre nei paesi membri UE aumenta la diffidenza per un maggior controllo della UE sui bilanci nazionali, in Italia c’è disponibilità a contribuire alla creazione di un “Fondo Salva Stati”per aiutare i paesi in difficoltà, la Germania a differenza si mostra tiepida. In ogni caso il motore nei due continenti è sempre l’economia, che rimane al centro degli interessi.
Un capitolo importante è stato quello sulla sicurezza come viene affrontata tra le due sponde dell’oceano. I dati che vengono fuori dimostrano che UE e USA rimangono alleati indivisibili. Il 61% degli europei si ritiene convinto che gli USA sono più importanti per gli interessi del proprio paese rispetto ai paesi asiatici. Anche il 55% degli americani ritiene che l’Europa, è per i propri interessi nazionali più importante dell’Asia. Un dato in contro tendenza rispetto al 2011 quando tra i cittadini americani c’era maggiore propensione verso l’Asia.
Mentre nella NATO si dibatte la ripartizione degli oneri militari tra i paesi membri, tra gli europei (58%), ritiene essenziale la funzione della NATO per la sicurezza interna. Tra gli americani pur condividendo l’opinione dei cittadini europei, la percentuale scende al 56% di ben 6 punti rispetto al 2011. Anche il nucleare iraniano preoccupa i cittadini europei e americani in ugual misura, l’80% degli europei e il 79% degli americani sono preoccupati per i piani nucleari dell’Iran.
Un dato importantissimo è quello che proviene dai cittadini russi, il 61% si dichiara preoccupato contro ogni aspettativa. Una netta divisione tra Europa, Russia e USA è sulle strategie da intraprendere, europei (34%) e russi (33%) sono convinti che per fermare i piani nucleari iraniani bisogna ricorrere a incentivi economici, il 32% degli americani invece ritiene che bisogna inasprire le sanzioni economiche.
Anche in merito agli interventi militari in Iraq e Afghanistan le opinioni tra europei e americani sono divergenti, solo nei confronti della Libia emerge una maggiore affinità che viene fotografata in un dato pressoché simile 49% per gli americani e il 48% per gli europei, da questo si capisce che l’intervento in Libia è stata la scelta giusta.
Interessante è il dato che viene fuori sulla crisi siriana in questo caso è stata considerata anche l’opinione di uno stato confinante membro della NATO, la Turchia, il 59% degli europei, il 55% degli americani e il 57% dei turchi ritiene che bisogna stare fuori dal conflitto in Siria.
Quest’anno nel rapporto sono state prese in considerazioni anche le opinioni di Russia e Turchia e la fotografia che ne viene fuori è molto interessante, la Russia ha un gradimento maggiore tra il popolo americano (52%) rispetto agli europei che mostrano una propensione del 37%.
In Russia il popolo mostra maggiore gradimento verso l’Europa (64%) che verso gli USA (50%).
In merito alle ultime elezioni in Russia che hanno visto la vittoria di Putin, il 75% degli europei e il 60% degli americani ritiene che il risultato non rappresenta il volere del popolo russo, come a dire che le elezioni sono viziate. Anche tra i russi c’è incertezza il 46% non ha fiducia nelle elezioni ultime mentre il 43% si ritiene soddisfatto.
Anche il dato turco e degno di attenzione, pur crescendo la popolarità tra i turchi verso USA e UE, in USA e Europa, la maggioranza continua ad essere scettica il 57% degli americani e il 53% degli europei esprime un giudizio negativo. Anche nel rapporto 2012, il 46% dei turchi ritiene che bisogna collaborare per gli interessi nazionali più con l’Asia che con gli USA.
Il risultato finale della ricerca sottolinea che chiunque sarà il nuovo presidente americano, avrà un mandato in cui dovrà affrontare sfide difficili.
Transatlantic Trends: è una indagine annuale che analizza l’opinione pubblica negli USA e nell’Europa. Le interviste sono state condotte dalla TNS Opinion tra il 2 e il 27 giugno 2012 negli USA, Turchia e Russia oltre in 12 paesi dell’unione europea: Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Lo studio è una ricerca congiunta del “German Marshall Fund of United States (GMF) e della Fondazione San Paolo; ha partecipato alla ricerca anche la “Fundacao Luso-Americana, della BBVA Foundation, della Communitas Foundation del Ministero degli Affari Esteri di Svezia e delle Open Society Foundations”.
Maurizio Compagnone
Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana”